Io raccolgo, tu cataloghi, egli paga: business e follie da collezionisti

CHI SI DEDICA ALLE BUSTINE DI ZUCCHERO, CHI AI PIOMBINI DEL SALAME. E MERCANTEINFIERA HA UN VOLUME D'AFFARI DA 500.000€

AntiquariatoOpere d’arte, mobili pregiati, monete celebrative. Pacchetti di sigarette, scontrini del ristorante, le sorprese degli ovetti Kinder. Manufatti preziosi oppure di uso comune. Cosa accomuna tutti questi oggetti così lontani tra loro? Il mondo del collezionismo. Non esiste una ragione specifica che spinga una persona a possedere qualcosa e a collezionarla in ogni sua forma. Come infatti descrive un proprietario di un piccolo antiquario, “quando hai la passione per qualcosa, cerchi di possederla come una parte di te”. A tal punto da rasentare addirittura la follia, per la stravaganza degli oggetti che si collezionano.

 

AntiquariatoUNA PULSIONE INSPIEGABILE –Il collezionista è un pazzo; lo posso dire perché sono matto anche io: perfino mia moglie alle volte mi compatisce!” Così descrive la figura del raccoglitore Matteo Barbieri, presidente del Circolo Filatelico Numismatico e del Collezionismo Parmense, appassionato di monete. Nel club vi sono “collezionisti di qualsiasi cosa: dai tappi di bottiglia, alle bustine di zucchero, perfino dei piombini del salame“.
Ma cosa spinge una persona a cominciare a raccogliere un determinato oggetto? “Raccolgo monete da quando ero ragazzo, andando in giro per i mercatini. Non c’è un vero motivo per cui si inizia a collezionare qualcosa – racconta il presidente – guardi una moneta e non sai cosa puoi vederci: il riflesso, un dettaglio… c’è qualcosa di innato”. Non manca tuttavia l’aspetto economico, che può raggiungere volumi considerevoli nelle raccolte tradizionali. “Possono girare grosse cifre: delle volte capita che monete vengano battute all’asta cinque volte il loro valore, per decine di migliaia di euro“. Ci sono collezionisti che come Barbieri rispondono a quanto è l’immaginario collettivo. Esistono poi persone come la signora Patrizia e suo marito, commercianti di gioielli ed oggettistica il giovedì in via d’Azeglio, che raccolgono oggetti inconsueti come i macinini del caffè: “Sono circa dieci anni che li raccogliamo; mi hanno attirato andando in giro in un mercatino prima di incominciare l’attività. E da lì abbiamo continuato”. Dal macino elettrico della madre fino a quello manuale in legno dell’Ottocento è un mercato ridimensionato, “tuttavia un macino abbastanza datato l’ho comprato a 100 euro, ma il costo può arrivare a 500-600 euro, a seconda di come sono tenuti e dell’epoca”, sostiene la negoziante.

 

AntiquariatoCOME SI DECIDE IL COSTO – Un ruolo importante spetta ai proprietari dei negozi d’antiquariato e di oggettistica. Il punto di riferimento dei collezionisti di Parma sono quelli presenti in via Sauro, nel pieno del centro storico. Questi piccoli locali sono delle autentiche Wunderkammer, camere delle meraviglie piene di oggetti di ogni tipo, per soddisfare tutti i clienti.
Un esempio è la bottega ‘Credula Postero’ della signora Camilla, la quale descrive che l’idea di fondo “è offrire un luogo dell’amore di cose belle; non solo per collezionisti, ma aperto a tutti”. Dal bambino di otto anni per un giocattolo fino al regalo di laurea ” e nel mezzo ci sono anche i collezionisti con le loro regole e le loro manie; sembrano dei ‘malati’ “, sorride la proprietaria, la quale sostiene che il prezzo di un oggetto lo stabilisce “la sua particolarità di aver passato del tempo lungo quello della storia, dove si è creato e modificato, rendendolo unico rispetto ad altri“. La certificazione è la garanzia di tale unicità, senza dimenticare anche qualità importanti come integrità e cura dei tratti specifici dei manufatti.
Sulla questione del costo di diverso avviso è invece la signora Valentina, titolare del negozio ‘Invento’, secondo cui “ci sono cataloghi che indicano un prezzo di massima per le collezioni più classiche, ma il prezzo finale lo fa il desiderio del cliente“. Infatti, continua la proprietaria, “può capitare che una cosa di per sé comune e senza particolare valore sia il pezzo mancante ricercato da anni di una qualche collezione; a quel punto il cliente può accettare qualsiasi prezzo”. Aldilà dei singoli affari, il rapporto tra antiquario e cliente è basato anche sulla fiducia: ogni cliente ha il suo negozio di riferimento dove sa di trovare o richiedere ciò che gli interessa. Per questo, riporta Valentina, “i mercatini dell’usato sono un’ottima fonte di materiale: alla prima ora del primo giorno di mercato è possibile vedere folle di antiquari a caccia dei pezzi migliori da rivendere a loro volta nei propri negozi”.

 

Mercante in fieraMERCANTE IN FIERA – Sono sempre più frequenti inoltre le manifestazioni che riguardano l’esposizione e la compravendita dell’antiquariato, modernariato e collezionismo vintage. Un esempio è la famosa kermesse internazionale del ‘MercanteinFiera‘, che si svolge nel complesso fieristico di Parma due volte all’anno, solitamente in primavera e in autunno, con numeri di visitatori ed un giro d’affari in crescita. Secondo le stime ufficiali, l’evento della primavera ha registrato “un numero di visitatori pari a 51mila che ha mantenuto il record dell’edizione autunnale [del 2014, ndr], storicamente più ampia e articolata, con una presenza di visitatori straniera in crescita ( + 7% vs 2014)”. Sul versante monetario, solamente nelle prime due giornate, vi è stato un “significativo aumento delle vendite verso l’estero […] : +10% rispetto alla primavera 2014, con un valore economico che si attesta sui 500.000 euro“.

 

 di Jacopo Orlo e Andrea Prandini

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