Il commissario Avramopoulos: “L’Ue guardi ai suoi fondatori e a Pericle”

LA LECTIO INAUGURALIS DEL MASTER IN ALTI STUDI EUROPEI FA LUCE SULLE PROSPETTIVE DELL'UNIONE

IMG_0301Solidarietà, democrazia, libertà. Ma anche crisi, chiusura, terrorismo. Queste le parole chiave emerse dall’intervento del Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopulos, in occasione della Lectio inauguralis del nuovo anno accademico del Master universitario in Alti Studi Europei del Collegio europeo. Parole che rappresentano due facce della stessa medaglia e che riassumono la situazione geopolitica attuale che l’Europa è chiamata ad affrontare. Sulle stesse tematiche si sono concentrati gli interventi di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, Filippo Frittelli, presidente della Provincia, Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura, Alfonso Mattera e Cesare Azzali, rispettivamente direttore scientifico e presidente del Collegio Europeo, che hanno preso parte alla cerimonia dello scorso 29 febbraio al Teatro Regio. Presenti anche il presidente dell’Unione industriali Alberto Figna, Andrea Zanlari della Camera di commercio, il rettore dell’Università degli studi di Parma Loris Borghi e Paolo Andrei per la Fondazione Cariparma.

IL RISCHIO DI UNA RECESSIONE? – Nel suo discorso, in lingua inglese, il commissario ha posto l’accento sulla fragile unità europea che fenomeni quali migrazione, crisi economica e terrorismo stanno mettendo sempre più a dura prova. “Sarebbe necessario partire da quei valori che hanno formato la civiltà moderna – spiega Avramopoulos – democrazia, libertà e giustizia, quei valori che hanno reso possibile l’unione post bellica degli Stati portando alla formazione dell’attuale Europa, che trovavano espressione nei suoi fondatori quali Adenauer , De Gasperi, Schuman”.
Durante l’intervento il commissario non ha nascosto le difficoltà a cui l’agenda europea deve rispondere affinché le proposte fino ad ora espresse siano effettivamente realizzate. Un esempio è la situazione dei Paesi dell’est Europa nei confronti delle ondate migratorie, e a questo proposito Avramopoulos ha lodato l’umanità dei soccorsi italiani nei confronti dei profughi e la politica d’accoglienza del nostro Paese, ricordando però quanto sia importante ai fini di un’accoglienza ordinata, l’identificazione dei migranti e il necessario controllo di frontiera. “Abbiamo bisogno di un sistema unito contro xenofobie e populismi. Il problema dei migranti non si risolve erigendo muri”. A conclusione del suo discorso, ecco l’augurio migliore per i neodiplomati e “la speranza che loro possano diventare leader consapevoli senza mai dimenticare quello che la storia ha insegnato”.
Anche il presidente Azzali ha contribuito con il suo intervento a chiarire gli obiettivi sensibili della politica europea: “La difficoltà maggiore sta nel dover affrontare un mondo cambiato radicalmente a causa della globalizzazione. Uno dei tarli dei nostri giorni è la ‘delega’: spesso quando ci sono problemi difficili i grandi Paesi si chiudono e lasciano che altri li risolvino. Come con il problema dell’emigrazione. Al centro degli obiettivi del Collegio c’è la consapevolezza di dover stare insieme anche quando è difficile. L’Europa riguarda noi“.
Lo stesso sindaco Pizzarotti si è unito al messaggio corale lanciato dalle autorità presenti in sala: “Il nostro destino è nell’unità. Abbiamo bisogno di un’Europa della democrazia e della cultura“.

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IL COLLEGIO EUROPEO DI PARMA – Ed è proprio per rispondere a questa necessità che si fonda il Collegio. La Fondazione del Collegio Europeo nasce nel 1988 e rappresenta un istituto specializzato in alti studi europei il cui obiettivo è la formazione di giovani laureati capaci di affrontare le politiche Ue. I corsi, infatti, sono tenuti in tre lingue diverse: inglese, francese e italiano. Sono ben 899 i diplomati complessivi dalla nascita dell’Istituto e provenienti da diverse parti del mondo come Albania, Macedonia, Serbia, per citarne qualcuna.
Diciannove invece sono i ragazzi, di cui dieci italiani, che proprio il 29 febbraio hanno ritirato il diploma per l’anno accademico 2014/2015 dedicato a Jacques Le Goff. Quest’anno invece il corso guarda a Pericle, padre della democrazia ateniese, motore della civiltà moderna, com’è stato più spesso ricordato dagli oratori presenti: “Dedichiamo quest’anno accademico alla civiltà greca – ha dichiarato il direttore Mattera – senza mai dimenticare che i valori su cui si basa la nostra civiltà occidentale provengono proprio da lì. Valori da cui l’Europa deve necessariamente ripartire”.
Mattera ha poi citato nel suo intervento il discorso che lo stesso Pericle tenne agli ateniesi nel 461 A.C. all’inizio della guerra del Peloponneso, evidenziando come ad Atene, all’apice della sua potenza, non cacciassero gli stranieri, ponendo così l’accento sulla problematica migratoria.

Oggi quegli stessi valori sono radicati nei neodiplomati che hanno deciso di sposare la causa europea e tentare di salvare il vecchio continente. A dispetto di ciò che il ministro Fornero definiva qualche tempo fa come ‘generazione choosy’, questi ragazzi hanno intraprendenza e voglia di fare: ognuno con un obiettivo, una meta, un progetto. O anche più di uno, come Ornela Bela, 28 anni e originaria dell’Albania: “Il collegio mi ha permesso di affrontare concretamente gli aspetti delle politiche Ue grazie alla presenza di docenti-professionisti. Tutti, infatti, sono parte delle expertise governativa europea: ex o attuali commissari ed esponenti istituzionali. Spero un giorno di poter lavorare per il mio Paese: prossimo alla candidatura europea, infatti, necessita di professionisti che conoscano i meccanismi delle politiche europee”.

 

di Francesca Iannello

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