Sposarsi oggi: valori in calo, costi in rampa di lancio

DAL 2000 CALO DEI MATRIMONI A PARMA DEL 34.5%, DEL 60% PER QUELLI RELIGIOSI

Matrimonio“Vi dichiaro marito e moglie!” La frase che lega un uomo e una donna in matrimonio è nota alle orecchie di tutti,  eppure ormai non la si sente più tanto spesso come una volta. Il matrimonio è diventato sempre più raro. Le motivazioni possono essere diverse, a partire dalle implicazioni sociali. Senz’altro vedono una mano sul cuore, ma anche l’altra sul portafogli. Quanto può costare oggi un matrimonio? E soprattutto, quanti ancora credono nel valore del rito matrimoniale?

UN CALO ESPONENZIALE – Secondo le statistiche elaborate dagli uffici comunali, le unioni matrimoniali a Parma hanno avuto un crollo nel 2010 (112 matrimoni in meno) per poi continuare a scendere. Partendo da più indietro, se nel 2000 si sono sposate 631 coppie, nel 2014 solo 413 hanno pronunciato il ‘sì’. Sul calo generale pari al 34,5% rispetto all’anno 2000, il vero e proprio crollo ha riguardato le unioni religiose, scese del 59,1%, rispetto invece a una tenuta maggiore del rito civile: nel 2000 si sono celebrati 367 matrimoni religiosi e 264 civili, mentre nel 2014 si sono avute 150 unioni religiose e 263 civili. Per quanto riguarda la provincia di Parma, i numeri cambiano pur confermando il calo. Nel 2000 i matrimoni religiosi negli altri comuni sono stati 747, mentre quelli civili 277. Tuttavia, la predilezione per il rito civile si può notare anche in queste zone, di certo in modo più sensibile, dato che nel 2014 i riti religiosi sono scesi a 328 mentre quelli civili sono saliti a 403.
Tornando a parlare della città di Parma, un altro fattore di cambiamento riguarda l’età alla quale si decide di sposarsi: nel 2009 l’età media era di 37 anni per gli uomini e 34 per le donne, mentre nel 2014 è aumentata a 39 per i maschi e 36 per le femmine. Eppure, contrariamente alla diffusa ‘sindrome del rinvio’, ci sono ancora ragazzi giovani che si sposano presto, come Francesca, 25enne coniugata da due anni: “Mi sono sposata così giovane per una serie di motivi. Prima di tutto per amore, poi perché in quel momento ero convinta che fosse la scelta migliore da fare dato che c’era anche il problema del permesso di soggiorno. Il marito di Francesca, Abed, è libanese e per continuare a studiare e lavorare in Italia aveva bisogno del permesso. “Non credo ci sia un momento giusto per fare un passo del genere – spiega Francesca – se due persone se la sentono non serve a nulla aspettare anche perché oggigiorno certezze nel futuro non ne ha nessuno, soprattutto noi giovani. Il matrimonio secondo me è un impegno fra due persone che si amano e che decidono di condividere la vita insieme, un impegno, non un obbligo”.

MANO AL PORTAFOGLI – Volontà a parte, decidere di sposarsi è spesso una scelta dettata anche dalle tasche. Certo, spese festeggiamenti possono anche essere contenuti, ma quanto costa pronunciare il fatidico ‘sì’? Dipende dalle necessità degli sposi e dal numero degli invitati, spiega la wedding planner Rosella Tirotta. Prima di tutto bisogna scegliere la location se non ci si sposa in chiesa: si va dagli 8 mila euro per un centinaio di invitati ai 12 mila se viene richiesto il servizio catering e se i partecipanti sono particolarmente affamati. Per una torta nuziale si può arrivare a 700/800 euro. In seguito si passa agli addobbi floreali che comprendono dal bouquet della sposa fino ai fiori della chiesa arrivando anche a 2500 euro di spesa. Un altro elemento cruciale è sicuramente l’abito. Lo sposo spende meno, ci si aggira intorno ai 1500 euro compreso di scarpe e accessori, mentre la sposa può arrivare a spendere anche 5 mila o 6 mila euro per indossare l’abito dei suoi sogni. Altra voce di spesa sono le bomboniere: costano l’una in media 10 euro ma per i testimoni galateo vuole che siano doni più importanti. Le partecipazioni da spedire costano circa 150 euro, a meno che non preferiate una chat di gruppo su Facebook. Si va avanti con il fotografo che può chiedere anche 1700 euro ma tassello fondamentale è la fede nuziale che di solito costa sui 700/800 euro. Per quanto riguarda il viaggio di nozze, sempre secondo la wedding planner, si spendono circa 4 mila euro, tuttavia all’agenzia di viaggi ‘Oltretorrente’ si ‘confezionano’ anche lune di miele del costo di 10/15 mila euro: “Le mete più gettonate sono Stati Uniti e posti di mare”.

Dato che non siamo tutti Rockfeller, possiamo pensare di spendere anche di meno. “Ci si può sposare in bassa stagione, da ottobre ad aprile – suggerisce Rossella -, oppure si possono noleggiare gli abiti degli sposi” rimanendo entro la soglia di spesa dei mille euro. Se invece vogliamo fare le cose in grande, alcune location danno la possibilità di lanciare fuochi d’artificio che aggiungono al budget circa 700 euro.
Per chi sceglie il rito civile e desidera sposarsi al Comune di Parma, festeggiamenti a parte, i costi si differenziano a seconda della sala . E’ gratuito se si celebra al Duc, mentre si devono pagare 200 euro per la Palazzina Eridania durante la settimana e sabato mattina, 300 euro per il sabato pomeriggio e la domenica. Chi voglia sposarsi nella Sala Consiliare deve pagare 1500 euro.

 

“IL MATRIMONIO E’ UN FATTO PRIVATO” – Il crollo dei matrimoni religiosi, confermato dai dati statistici, non sarebbe però sintomo di un semplice calo della religiosità, ma la mancata volontà di assumersi una pubblica responsabilità. “Oggi è venuta meno la responsabilità di mettersi a servizio del mondo. Due persone si vogliono bene, ma vivono tale esperienza in un modo privato, senza portare qualcosa di grande nella società”. Queste le parole di don Umberto Cocconi, cappellano dell’Università di Parma, sulla situazione che vivono oggi le giovani coppie. Giovani di età compresa tra 30 e 35 anni con radicali differenze, a livello economico e culturale, rispetto alla generazione dei loro genitori e prima ancora dei propri nonni. “Le esperienze che vivono i giovani li rendono autoreferenziali. Se in precedenza erano molto dipendenti dalla cultura della propria famiglia – analizza don Cocconi – oggi i giovani ridisegnano una loro mappa valoriale. Oggi ciò che conta è il bene personale del proprio io, una gratificazione personale”. Le ripercussioni toccano anche l’ambito matrimoniale e le ragioni che spingono due persone a sposarsi in chiesa. Il più delle volte tali motivazioni scaturiscono dopo un periodo di convivenza. “Dopo aver compreso l’importanza l’uno dell’altra, si decide di compiere un cammino religioso e, da credenti, si vuole ricevere la benedizione di Dio pensando che l’amore possa essere custodito da tante precarietà dell’esistenza”, sostiene il sacerdote. Sempre più spesso avviene invece il contrario. “Dio non è considerato più al centro delle scelte fondamentali della vita. Il matrimonio è diventato un fatto privato. Mi regolo io con te, nel mio rapporto, anche nei confronti dello Stato”, conclude don Cocconi.

 

di Silvia Moranduzzo e Jacopo Orlo

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