Una passione in fermento: nel triangolo delle birre artigianali

TRA BEERSHOP, BIRRIFICI E I LOCALI SPECIALIZZATI ATTORNO VIA D'AZEGLIO

IMG_20160302_191532Negli ultimi anni il panorama parmigiano delle birre artigianali si è arricchito su due fronti: da un lato i birrifici, famosi anche a livello internazionale, che hanno iniziato a popolare la provincia, dall’altro i pub affiancati dai beershop. Il fermento – è il caso i dirlo – ha coinvolto soprattutto l’Oltretorrente dove tre locali, Bastian Contrario, Kikko e Le Vecchie Maniere, segnano i vertici di un triangolo che ha fatto della birra artigianale la propria protagonista assoluta.

LE PRIME BIRRE DI PARMA – “A livello di birrifici sulla zona di Parma c’è una crescita esponenziale, sia a livello di quantità di birra prodotta dai birrifici già esistenti, impegnati ad ampliare il loro panorama, sia per qualità, che sta prendendo un’ottima direzione.” Con queste parole Federico Amori, uno dei due soci del Bastian Contrario, descrive la diffusione della birra artigianale nel nostro territorio segnata da due grandi nomi nel settore italiano: il Birrificio del Ducato e il Toccalmatto.
Le prime birre ‘autoctone’ nella provincia di Parma si sono consumate nel 2007 a Roncole Verdi, dove Giovanni Campari produsse i suoi primi 300 hl di birra, prima produzione di quello che oggi è conosciuto semplicemente come  ‘Il Ducato’. Il secondo protagonista del panorama brassicolo parmigiano inizia la sua produzione nell’ottobre del 2008 a Fidenza sotto le mani esperte di Bruno Carilli, ex delle grandi aziende di birra. Il Taccalmatto nel 2014 riesce a conquistare la taplist (lista delle birre) di locali sparsi per tutto il mondo, anche in nazioni dalla forte cultura come Belgio e Inghilterra.

PREROGATIVA DELL’OLTRETORRENTE – Strana la diffusione di un certo tipo di pub, lontani dalla movida del centro di Parma. “La birra artigianale è solo in Oltretorrente, la clientela è più giovane e con meno soldi, dall’altra parte invece si è fossilizzata sui propri standard, ovvero il prosecchino, ovvero ‘la striscia’ di via Farini, martoriata da quei locali lì…” spiega a denti stretti Federico. Sembrerebbe una questione di clientela, di apertura, ma anche di persone e tra questi Marco Grzincich, uno dei soci del Bastin Contrario, non ha mezzi termini: “Ci siamo noi, le Vecchie e Kikko che incarniamo un’altra mentalità di Parma, se vuoi della birra artigianale devi cascare qua in mezzo.” Una mentalità contrapposta a quella del IMG_20160302_175806(2)centro vero e proprio, ancora legato ad una cultura del vino, dei cocktail, anche se qualcosa, a detta di Marco, comincia a muoversi. D’altra parte il terzetto si contende il primato per aver portato la birra artigianale in città: Marco Ricò, proprietario del Kikko racconta che il suo è stato il “primo locale a Parma ad avere avuto la fortuna di trattare birra artigianale di qualità. È stata una bella scommessa, che abbiamo vinto direi” arrivando nel 2013 all’apertura di un piccolo birrificio, la cui qualità è già considerata a livello di realtà più radicate sul territorio. Manuel Galarotti e Agostino Pighi, due soci de Le Vecchie Maniere, sottolineano come invece il loro sia stato il “primo locale a vendere esclusivamente birra artigianale – ribadisce Manuel – e quasi tutta da produttori italiani”, riuscendo col tempo a ritagliarsi una clientela affezionatissima e prevalentemente parmigiana. “Un po’ le serate che facciamo, un po’ le birre che proponiamo, si è creato un forte interesse” conclude l’altro socio.

C’è un grandissimo fermento su tutto il territorio italiano, e Parma segue la scia. Dieci anni fa contavi trenta, quaranta birrifici tra ufficiali e non, a fine 2014 erano tra i quattrocento e i cinquecento.” Questa è la situazione che descrive Rocco Mosconi, proprietario della Beerroteca, uno dei pochi beer shop fuori dall’Oltretorrente: “A primo acchitto forse c’è proprio una richiesta diversa dal punto di vista della clientela. Anche per una questione di costi probabilmente, considerando che un locale costa molto meno rispetto alla zona di via Farini.”

IMG_20160306_225020LE BIRRE – Per Marco del Bastian Contrario “la birra artigianale è quando non pastorizzi, non importa il volume, non importa quante ne fai, se non pastorizzi per me sei artigianale”. In effetti si farebbe fatica a trovare altro comune denominatore, considerando l’infinito panorama in cui si articola il settore brassicolo artigianale. Una dimostrazione lampante sono le carte dei diversi pub, ognuno con la sue scelte caratteristiche. Da Kikko si può trovare la Terzo Tempo, una cream ale del birrificio Argo, “una birra senza fronzoli, dall’aspetto brillante, con schiuma bianca, compatta e persistente.” Alle Vecchie Maniere invece non si può non assaggiare la 40/A, una West Coast IPA prodotta dal Birrificio del Ducato in esclusiva per questo locale; ed anche la Frambozchella merita sicuramente una chance, con il suo colore rosa intenso e l’inebriante profumo di lamponi. Per quanto riguarda il Bastian Contrario, Lorenzo Bandinelli, studente di Scienze Gastronomiche consiglia: “Le birre girano molto, però la New Age, una Golden Ale del birrificio Lariano, piuttosto floreale e luppolata, è sicuramente interessante e si trova quasi solo lì. Anche la American Ipa del birrificio Canediguerra merita una prova, con un amaro che non toglie la beva e riuscendo ad evidenziare gli aromi del luppolo americano, le note tropicali e quelle resinose.”

 

di Matteo Buonanno Seves

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*