Non solo cervelli in fuga: la storia (e il premio) di Maria Nicastro

IMPORTANTE RICONOSCIMENTO PER GLI STUDI SULLA RARA MALATTIA DI ERDEIM-CHESTER, 30 CASI SEGUITI A PARMA

Maria Nicastro, ricercatrice in nefrologia all’azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, è stata premiata il 7 marzo scorso al Tempio di Adriano a Roma dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, nell’ambito del convegno Telethon-Farmindustria “Le Donne x la Farmaceutica x le Donne”.  La dott.ssa Nicastro è stata selezionata, insieme ad altre due giovani ricercatrici italiane, tra 450 candidature da tre esperti del settore: Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon, Flavia Franconi, coordinatrice del gruppo Farmacologia di genere della Società Italiana di Farmacologia e Adriana Albini, direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus. Il premio era indirizzato a ricercatrici di età inferiore ai 40 anni che avessero condotto ricerche scientifiche pubblicate su riviste internazionali di spicco. La DSC_9652ricercatrice di origine pugliese è stata premiata per il suo ruolo di rilievo in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Blood e portato avanti dal gruppo di ricerca coordinato dal dott. Augusto Vaglio, riguardante l’efficacia di una nuova combinazione terapeutica in una patologia rara: la malattia di Erdheim-Chester.

VITA DI UNA MAMMA LAVORATRICE –  La dott.ssa Nicastro è attualmente iscritta al corso di laurea magistrale in Biotecnologie Mediche, Veterinarie e Farmaceutiche, una triennale in Tecniche di Laboratorio Biomedico conseguita all’Università degli Studi di Parma alle spalle e una borsa di studio al laboratorio della clinica nefrologica (branca della medicina interna che si occupa di malattie renali, ndr) che le ha aperto la strada per questo riconoscimento più che meritato. “Ho partecipato al bando perché mi è stato consigliato dal mio coordinatore, il dott. Vaglio: non ci credevo molto anche per un pregiudizio sulla politica meritocratica in Italia – dichiara Nicastro-. Quando è arrivata la telefonata, lì per lì ero molto incredula.” La commissione ha valutato le candidate a concorso in base alle pubblicazioni su riviste che avevano un impact factor molto alto e parametri tra cui il curriculum vitae: “Sono probabilmente stata premiata anche perché ero tra le più giovani ricercatrici”. Molto spesso le donne non sono ampiamente tutelate in campo lavorativo e le preoccupazioni della dott.ssa Nicastro sono le stesse che ad oggi interessano la maggior parte delle donne: l’eterno dilemma tra carriera e famiglia è ancora irrisolto. “Per intraprendere delle carriere come donna e in determinati settori, come la ricerca, ci vuole coraggio, ma per amore della ricerca voglio ancora continuare“.

ERDHEIM-CHESTER- Si tratta di una patologia rara in cui alcune cellule del sistema immunitario (gli istiociti) infiltrano e alterano diversi tessuti dell’organismo, quali le ossa, il cuore, il sistema nervoso centrale, le ghiandole endocrine ed i tessuti che circondano reimage-5ni ed ureteri. Negli organi interessati dalla malattia di Erdheim-Chester, gli istiociti innescano un’importante reazione infiammatoria e fibrosante responsabile della disfunzione della struttura colpita. Fino a circa 20 anni fa si stimava che la malattia portasse al decesso in circa il 60% dei pazienti, ma oggi sono stati fatti numerosi passi avanti: in circa il 50% dei pazienti è stata identificata una mutazione del gene BRAF, che ha aperto la strada all’utilizzo di un inibitore specifico, il vemurafenib, grazie al quale si sono ottenute incoraggianti risposte cliniche. Nel restante 50% dei casi, però, la malattia non ha un trattamento codificato e per lo più si utilizzano trattamenti empirici.

I PAZIENTI AFFETTI DA ERDHEIM-CHESTER Al mondo i pazienti affetti da questa malattia descritti nella letteratura scientifica sono circa 650. In Italia esistono solo due centri di riferimento, Parma che segue circa 30 casi, e il San Raffaele di Milano, con altri 35-40 casi. La malattia colpisce soprattutto i maschi in un’età compresa tra i 40 e i 70 anni e sono stati rilevati pochissimi casi pediatrici. “Sono pazienti  spesso in difficoltà in quanto affetti da una malattia rara che poche persone conoscono- prosegue Maria Nicastro- quindi tutto sta nell’avere amore per queste malattie, ma in modo particolare per i pazienti. E il dott. Vaglio lo trasmette molto.”  Oltre alla difficoltà di avere una malattia così particolare, i farmaci per trattarla sono molto costosi e affinché il sistema nazionale sanitario possa autorizzarli, esistono delle pratiche burocratiche complesse.

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UNA CONTINUA ‘RICERCA’ DI FONDI- Il futuro delle nuove generazioni di ricercatori in Paesi come Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Cipro è ancora una scommessa. Ampie coorti di giovani talenti scientifici sono ormai costretti ad abbandonare i propri studi o ad emigrare all’estero, questione più volte sottolineata anche dalla studiosa premiata: “Noi ricercatori in Italia non siamo riconosciuti come vera e propria figura scientifica, cosa che spesso invece non accade all’estero. Oltretutto la differenza sta anche nella questione economica: in genere un ricercatore con borsa di studio in Italia percepisce circa 1.000 euro al mese, mentre all’estero c’è spesso la possibilità di percepire il doppio o il triplo.” Gruppi di ricerca come quello in cui è coinvolta la Nicastro, spesso riescono ad ottenere finanziamenti oltre che dalla Regione Emilia Romagna, anche dall’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Talora però i sostegni possono giungere anche da associazioni fondate da privati: per quanto riguardo l’Erdheim-Chester, ad esempio, esiste un’associazione americana organizzata da pazienti e da parenti di persone affette da questa malattia che ogni anno riesce a raccogliere finanziamenti fino a 100.000 dollari che mettono a disposizione dei ricercatori attraverso pubblicazione di bandi di ricerca.

di Francesca Iannello

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