Opus: visual art tra mistica, religione e meditazione

C999, ERRESULLALUNA E CHULI PAQUIN IN MOSTRA ALLA GALLERIA SAN LUDOVICO FINO AL 15 MAGGIO

Parma 360, 45 giorni dedicati all’arte creativa contemporanea, propone istallazioni, design e musica per tutta la città. Tra queste la Galleria San Ludovico ospita ‘Opus‘, un progetto di videoistallazione e visual mapping dell’artista C999, accompagnato da 17 opere fotografiche di Erresullaluna e Chuli Paquìn, sponsorizzato dall’associazione LeoVanMori e visitabile fino al 15 maggio.

VIDEOART – Nella spaziosa galleria ricavata nell’ala sconsacrata dell’ex chiesa, gli affreschi sono sostituiti dal filmato ad opera di C999 che parte dalla sua idea, nata anni prima, di “riprodurre un quadro in movimento, un quadro manierista”. Il progetto, però, rimasto fermo per problemi logistici, ha preso la sua forma definitiva in occasione del festival Parma 360. “Abbiamo chiesto alle comparse se fossero disposte a mettersi in acqua e stare il più possibile in apnea muovendosi e soprattutto non avendo ‘pudore’ di una possibile novità. Ci ha stupito molto che così tante persone senza tutta questa pudicizia, che diffidavano, lo abbiano fatto”. Nel filmato corpi seminudi, senza gravità, ripresi sottacqua, trasmettono uno stato di estasi muovendosi lenti e fluidi, accompagnati da un sottofondo musicale. L’obiettivo di C999 è proprio “generare l’estasi nelle persone che guardano, cioè regalargli un momento di pace, di riflessione, di meditazione. “Il punto era proprio quello -continua l’artista-: generare un effetto catartico, portare lo spettatore a un grado di stress e tensione, con una nota molto fastidiosa, che passa quando partono le wind bell, che sono invece molto morbide. Inizia la parte di affresco, finisce questo fastidi13010162_10209107038503872_1053135862_oo e le campane servono ad accentuare nella gente una sorta di pace che nasce grazie alla tensione preesistente. In un certo modo c’è un effetto catartico: le tue orecchie si calmano, i tuoi nervi si calmano. C999 definisce infine il suo lavoro ‘artigianale’: “Tecniche di compositing non elementari ma soprattutto lavorare nel compositing più che nel montaggio, ti mette in una condizione da artigiano, è il tempo che investi a fare la differenza. E c’è voluto molto tempo per lavorarle”.

LE ‘TELE’– La parte iconografica dell’istallazione è frutto invece del lavoro di Erresullaluna e Chuli Paquin. Le loro opere raccontano una storia metafisica, da un’estasi spirituale a una più corporea e terrena, passando per il rapimento e la follia delle baccanti, fino a un’estasi mistica, le cui protagoniste sono figure femminili simbolo di fatalità: le tre moire. Comparse nude e coperte da tatuaggi, simbolo di un età moderna, sono i soggetti degli scatti, stampati su carta cotone con una tecnica sperimentale, frutto di studi personali di Erresullaluna, con la “sovrapposizione di due fotografie: una seppia e una a colore per dare questo effetto pastellato. Dopo la stampa -spiega proprio Erresullaluna- c’è una fase a pennello, che è quella più importante“. Forte è il richiamo a opere del passato quali la ‘Transverberazione di Santa Teresa d’Avila’ del Bernini e l’Assunzione della Vergine di Nicolas Poussin. Religiosità e spiritualità fortemente presenti ma che lasciano uno spazio di interpretazione grazie alle componenti macabre e surreali. “Il Cristianesimo è la nostra cultura e secondo me è importante diffonderla non in quanto storia della religione ma da conoscere perché è quello che siamo” dice l’artista Chuli Paquin, definendo Opus “ricerca sulla cultura e sulle nostre radici”.12986406_10209107038463871_1379055071_o

GLI ARTISTIC999, autore del filmato, è un videomaker parmigiano in grado di unire l’arte visuale a quella acustica grazie al VJing, tecnica audiovisiva che riesce a sincronizzare un video con altre rappresentazioni artistiche come arte o teatro. C999 è attivo nel campo del videomaking da oltre 20 anni e numerose sono le sue sperimentazioni in questo ambito. Produce infatti filmati e spot per aziende di moda e design. Definisce “mio” il suo stile perchè “ho passato anni a cercare di perfezionare un linguaggio personale perché cerco di evitare di copiare. Sono molto curioso per quanto riguarda la pittura, gli affreschi, la fotografia però cerco di non farmi influenzare troppo. Naturalmente non sono immune, ma cerco di fare le cose a mio modo e soprattutto cerco di sperimentare linguaggi diversi, esperimenti diversi: li chiamo così perché non sai mai cosa ne viene fuori”. Erresullaluna, nome d’arte di Roberto Manfredi, è un artista e fotografo parmigiano. La sua base di sperimentazione è sempre la fotografia che plasma a piacere per creare atmosfere macabre e cupe, ricche di elementi simbolici e mistici. I suoi scatti sono nudi, il più femminili e riprendono correnti come quella surrealista. Fin da giovane scopre la sua passione per la fotografia: “Sono nato in una casa dove c’era la camera oscura, i miei genitori erano fotografi, non di professione ma amanti, ed è stato naturale”. Quello che da bambino era per lui un ‘gioco’ è diventato poi il suo lavoro e il campo delle sue sperimentazioni, svolto a quattro mani dal 2011 con Chuli Paquin, anche compagna di vita. Chuli cura la parte storiografica e letteraria delle loro opere concentrandosi sulla storia dell’arte. Anche la sua passione comincia dall’infanzia: “Mia madre mi ha sempre spinta a leggere, mi leggeva libri e poesie e mi interrogava per vedere se le avevo lette veramente”. Poi continua con gli studi classici, fino a laurearsi in Lettere, “cercando di costruire un piano di studi che spaziasse un po’ ovunque”. Ora studia a Bologna ed è appassionata dalla letteratura greca. Tutto questo è nelle sue opere “cercando di mettere nelle foto delle allusioni e dei contenuti, non troppo espliciti, che io chiamo culturali. Nel senso che si rifanno alla nostra cultura sia letteraria che artistica e iconografica”.

di Mattia Gandini

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