Cultura aperta allo Csac, tra ricerca e terza missione

L'ABBAZIA, SEDE DEL CENTRO STUDI E ARCHIVIO PER LA COMUNICAZIONE, ANIMATA DA ESPOSIZIONI, INCONTRI, CONCERTI E FILM FINO ALL'ESTATE 2016

Csacdi Francesca Zanella, presidente CSAC |

A quasi un anno dalla apertura del percorso espositivo del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma nella Abbazia di Valserena, il nuovo archivio/museo è stato visitato da 11.000 visitatori anche grazie a molteplici attività progettate per rispondere ad esigenze differenziate: dai laboratori per le famiglie, alle attività per le scuole, al programma CSAC inedito. Questi sono risultati importanti per un centro universitario che ha iniziato ad affiancare alla sua originaria missione, la ricerca, anche quella della ‘disseminazione’ dei risultati degli esiti dello studio. Per un archivio/museo questo vuol dire preservare e valorizzare attraverso lo studio, che è anche raccolta, un ingente patrimonio costituito da opere d’arte e di progetti italiani del ‘900, e quindi trasmettere e far conoscere il valore di tale patrimonio attraverso una molteplicità di interventi.
È perciò che, dopo avere presentato un piano triennale di ricerche che porterà alla realizzazione di esposizioni, convegni e pubblicazioni, il Centro ha anche definito un programma, CSAC Cultura aperta, con il quale, nella sua prima edizione della primavera ed estate 2016, l’abbazia sarà animata da esposizioni, incontri, conferenze, concerti e proiezioni cinematografiche.
Il 31 marzo Alessandro Mendini ha aperto le CSAC Lectures, incontri in cui critica d’arte, filosofia, teoria dell’architettura, politica dei beni culturali, fenomenologia delle espressioni del mondo contemporaneo, ed altro ancora, trovano il filo rosso del confronto all’interno del concetto non univoco di “arte”.
Prosegue quindi CSAC Inedito (2 aprile – 4 giugno 2016), grazie al quale le porte segrete e i cassetti preziosi saranno aperti, ancora una volta, per osservare da vicino opere e materiali custoditi nelle ali quattrocentesche e settecentesche dell’abbazia: si parlerà de ‘Il Libro come luogo di ricerca’, di ‘Arte nata da un raggio e da un veleno…’ cioè delle raccolte storiche della Sezione Fotografia; degli ‘Artisti del design. Design e arte nella Milano del XX secolo’; quindi i visitatori verranno accompagnati sulle tracce materiali dell’antico monastero cistercense; con ‘Un po’ apocalittici, non tanto integrati. Fotografi italiani nel paesaggio del consumo’ si approfondirà la rappresentazione del paesaggio nei fondi contemporanei della Sezione Fotografia; infine ‘Erberto Carboni. Gli anni della committenza parmigiana e dintorni’, per parlare del progetto pubblicitario.
Anche l’attività espositiva riprende, dopo la partecipazione alla rassegna ‘Luce. Scienza cinema e arte’ (novembre 2015-gennaio 2016), con la partecipazione alla edizione 2016 di ‘Fotografia Europea’ con la ‘Esplorazioni dell’archivio. Fotografie della Via Emilia’ (7 maggio – 2 ottobre 2016). All’interno della chiesa abbaziale e della Sala delle colonne la mostra a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta proporrà il frutto di un’indagine negli archivi della Sezione Fotografia dello CSAC che ha avuto un ruolo non secondario nell’elaborazione del modello di racconto che nel 1984 aveva portato alla realizzazione del ‘Viaggio in Italia’ coordinato da Luigi Ghirri, e nel 1986, esattamente trent’anni fa, al progetto ‘Esplorazioni della Via Emilia’. Dal 7 maggio saranno esposti, parte vintage prints e parte in riproduzione, nuclei storici di stampe presenti nelle raccolte CSAC, dalle foto ottocentesche di Alinari, Brogi, Poppi, a quelle di Bruno Stefani, di grandi atelier come quello bolognese dei Villani o del romano Studio Vasari, a confronto con l’opera degli autori protagonisti di quella nuova fotografia, dell’ ultimo quarto del novecento. Con tutto questo si intrecciano le foto di cronaca, le fotografie dello sport, rituali sociali, riprese della quotidianità. L’intenzione è quella di proporre una riflessione sugli sguardi di quel paesaggio, con l’ambizione di restituire uno sfondo al progetto, tuttora attuale e già storico, di ‘Esplorazioni della Via Emilia, 1986’.
Contemporaneamente sarà proposta nella Sala Polivalente dello CSAC ‘Habitare la via Emilia. Presenze e luoghi di rifondazione insediativa’, coordinata da Carlo Quintelli, dedicata al pubblico paesaggio che riflette attraverso un rilievo topo-fotografico puntuale su struttura e componenti del divenire della strada consolare quale strumento di continua rigenerazione dell’insediamento antropico emiliano.
Ad integrazione del programma espositivo, una serie di incontri approfondiranno il tema delle mostre mettendo a confronto esperienze di segno diverso di scrittori, fotografi, archivisti, scienziati, geografi e linguisti: Strade, viaggi, confini. Dialoghi sul paesaggio maggio – settembre 2016. Le conferenze si apriranno sabato 21 maggio con la lezione magistrale di Giovanni Chiaramonte, uno dei protagonisti dell’impresa storica Esplorazioni sulla via Emilia e figura da sempre legata alle vicende dello CSAC.

Il cinema e la musica, infine, animeranno le sere estive con un programma articolato che potrà essere consultato, unitamente a quello delle Lectures e dei Dialoghi sul paesaggio, sul sito del Centro (www.csacparma.it), mentre nell’ultima settimana di luglio, il pubblico potrà partecipare ad alcuni fra gli incontri organizzati per ‘Presenze scultoree: nell’abbazia, nel chiostro, nel parco (21 – 29 luglio 2016)’, un workshop rivolto a studenti di scuole di architettura e d’arte delle università italiane per sperimentare sul piano interpretativo e progettuale il rapporto tra spazio e corpo scultoreo all’interno del contesto dell’Abbazia di Valserena.

Tutto questo sarà parte della prima serie di CSAC Cultura Aperta che si è voluto qui descrivere puntualmente per tentare di fare comprendere quanto la ‘terza missione culturale e sociale’ stia acquisendo per l’Università di Parma, un ruolo paritario rispetto a didattica e ricerca. L’archivio/museo si apre al pubblico per contribuire a diffondere la conoscenza e al contempo per intercettare le richieste che provengono da un sempre più esteso pubblico attivo e partecipe.

 

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