Differenziata al 72%, ma il dubbio di ogni studente è sempre lo stesso: dove lo butto?

QUANTO NE SANNO GLI UNIVERSITARI SULLA RACCOLTA DEI RIFIUTI?

A Parma i cassonetti dei rifiuti non esistono. O meglio, ai più comuni ‘cassoni grigi’ sono stati preferiti altri meno invadenti, da tenere in casa, coi quali, a partire dal 2012, si è inaugurato il sistema di raccolta ‘porta a porta’. Grazie a questa innovazione Parma è stato riconosciuto nel 2015 come ‘Comune virtuoso’ per la raccolta differenziata e il suo modello è stato preso ad esempio non solo per le altre provincie dell’Emilia Romagna ma anche per le città di tutta Italia, arrivando perfino a valicare i confini nazionali. Recentemente, infatti, l’amministrazione comunale è stata chiamata ad intervenire all’interno di un congresso sui rifiuti e bio-energie tenutosi a Kassel, in Germania.

INFORMARE PER EDUCARE – “Stando ai dati 2015 – afferma l’assessore all’ambiente del Comune di Parma Gabriele Folli – la raccolta differenziata in città è arrivata al 72% sull’anno con un rifiuto residuo pro capite pari a 117 chili. Siamo in anticipo rispetto alle altre città riguardo agli obiettivi previsti per l’Emilia Romagna entro il 2020, ovvero di raggiungere il 73% complessivo di raccolta in regione e il 70% di effettivo riciclo: noi siamo al 65% e stiamo quindi raggiungendo anche quest’obiettivo”. Ciò è stato possibile grazie ad una campagna di informazione perfezionata negli anni, che ha esteso il suo raggio d’azione a tutte le generazioni, tenendo conto anche degli studenti raccolta differenziatadell’Università (ad oggi sono circa 22mila, vale a dire circa un decimo della popolazione totale del capoluogo ducale). “In questi anni abbiamo organizzato degli incontri mirati – continua l’assessore Folli – per spiegare agli studenti come gestire al meglio la raccolta differenziata e i vantaggi che essa comporta. Contiamo di farne altri in futuro, dal momento che la maggioranza di essi provengono da altre città dove il sistema di raccolta funziona in modo diverso”. Incontri resi necessari se si pensa al composito mosaico degli studenti, divisi tra studentati, campus universitario e appartamenti privati su cui, sottolinea l’assessore, “vige il problema degli affitti in nero che creano problemi di gestione”. In particolare il campus, trovandosi in una zona periferica della città, è di più difficile gestione e controllo, ma, conclude Folli, “si punta a renderlo un modello per il resto della città”.

COME FUNZIONA – Tale sistema di raccolta differenziata permette da una parte di ridurre le spese, seguendo la cosiddetta ‘tariffazione puntuale’ che prevede un calcolo delle spese personalizzato in base alla produzione personale annua di rifiuti, dall’altra di evitare (sebbene permangano delle poco lusinghiere eccezioni) un eccessivo accumulo di immondizia nelle strade. In sostanza i residenti sono tenuti a separare personalmente i rifiuti seguendo le istruzioni del cosiddetto ‘rifiutologo’, un manuale consegnato in ogni abitazione in cui viene indicato, seguendo l’ordine alfabetico, in quale sacco o bidone bisogna buttare ogni singolo rifiuto, dai fondi del caffè ai capelli tinti. Più semplice invece separare i rifiuti più comuni, quali carta, vetro, plastica, organico e residuo, per cui vi sono rispettivamente il cassonetto blu, la classica campana verde, il sacco giallo, il bidone marrone. Seguendo le istruzioni, è impossibile sbagliare: sacco bianco per i rifiuti organici, giallo per la plastica, alluminio e tetra pak, grigio per il residuo. Vetro e carta vengono depositati rispettivamente nel cassonetto blu e in quello verde: il primo è presente in ogni abitazione e condominio e viene esposto unicamente nel giorno di raccolta (al pari del bidoncino marrone grande o piccolo in cui viene depositato l’organico e di quello grigio per il residuo), mentre per il vetro vi sono le più familiari campane verdi, per strada.

raccolta differenziataCOSA NE SANNO GLI STUDENTI?- Vivere da fuorisede, si sa, prevede anche il rispetto di alcune regole e, tra queste, assume un ruolo importante la responsabilità di fare bene la raccolta differenziata. La difficoltà maggiore, se non si ha dimestichezza con il sistema, è proprio quella di abituarsi alla lotta quotidiana del ‘dove lo butto?’ e, oltre alla corretta informazione, c’è quindi anche bisogno di costanza e buona volontà. Ci sono due categorie di studenti: quelli che con il rifiutologo sempre ben in vista non sbagliano un colpo, anzi ci tengono che sia fatta con precisione, e quelli che invece dichiarano di non fare molta attenzione. Per capire meglio: la ‘lotta’ è tra chi lava il vasetto dello yogurt prima di riporlo nel contenitore giallo della plastica e chi, il vasetto dello yogurt, non sa neanche dove vada buttato. “All’inizio ho avuto più difficoltà perchè nelle mie zone non funziona allo stesso modo, ma poi col passare dei giorni mi sono abituata e adesso posso dire di esserne capace”, spiega Ilenia, interpretando il pensiero di buona parte degli studenti che si dichiarano comunque ‘abbastanza bravi’.

LA SITUAZIONE DEGLI STUDENTATI- Il meccanismo all’interno degli studentati gestiti da Er.Go è un po’ diverso: il rispetto delle regole è maggiormente sentito e i compiti sono ben suddivisi. In ogni piano, all’interno della cucina comune, sono presenti i contenitori di umido, indifferenziato, plastica e vetro e lo studente responsabile della cucina ha il compito di spiegare ai nuovi arrivati come si differenziano i rifiuti. I contenitori più grandi si trovano invece nel cortile dello studentato: chi si occupa della pulizia della cucina (di solito i turni sono giornalieri) si prende carico di depositare tutti i rifiuti nei rispettivi cassonetti. Non è, però, compito degli studenti portare fuori i sacchetti nei giorni stabiliti per il ritiro, perchè a questo ci pensa il portiere. I ragazzi sono molto attenti a dividere bene e con precisione, per far fede al principio del vivere comune rispettando le regole: ognuno di loro ha poi nella propria stanza i sacchetti di carta e indifferenziato, che sono più facilmente utilizzati e che ripongono personalmente nei cassonetti del cortile.

Nella maggior parte dei casi, gli studenti di Parma si sono dimostrati dei bravi cittadini, sanno riconoscere i cassonetti per colore e categoria: forse non è ancora chiaro a tutti dove vadano riposte le lampadine (centro di raccolta), ma in fondo, a quanti fuorisede capita di cambiarne una durante la carriera universitaria?

di Giuseppe Mugnano e Felicia Vinciguerra

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