Altro Cibus altro record, nuovi prodotti e 72mila visitatori

EDIZIONE RICCA DI SORPRESE TRA CHEF, AUTORITA', OSPITI STRANIERI, UNIVERSITA' E VIP

5B8A2104Da lunedì 9 a giovedì 12 maggio il polo fieristico di Parma si è trasformato, come del resto accade ogni due anni, nel paese della Cuccagna per chiunque abbia elevato il cibo a propria professione a qualsiasi livello, da produttori a commercianti fino ai cuochi affermati. Quattro giorni per scoprire prodotti sempre più creativi, storiche aziende e nuove realtà, tutte compresse in un evento la cui sfida è fungere da dinamo per il settore agroalimentare italiano e, numeri alla mano, l’obbiettivo è stato raggiunto in pieno: 3mila aziende espositrici, 72mila visitatori e più di duemila top buyer da tutto il mondo si sono riversati nei tortuosi corridoi della Fiera di Parma, segnando un record di presenze che rispetto all’anno precedente ha registrato un incremento del 18%. L’indiscutibile successo della fiera è stato sancito anche dal rinnovo contrattuale tra Fiere di Parma e Federalimentare, firmato proprio l’11 maggio, che rappresenta la conferma della presenza di Cibus a Parma per almeno altri dieci anni, consentendo lo sviluppo di una strategia di comunicazione di più ampio respiro.

LodiExport-28LE NOVITA’ – Secondo alcuni dati diffusi dall’organizzazione, sono stati circa mille i nuovi prodotti presentati, il cui leitmotiv è stata sicuramente l’attenzione per la salute, ma anche una sempre più crescente qualità e praticità d’utilizzo. Sulla scia della recente attenzione sulla pericolosità dell’olio di palma, anche prodotti privi di questa tipologia di grasso hanno avuto un discreto successo, come anche diversi tipi di formaggi per vegetariani, cioè con caglio vegetale, o ancora salumi di qualità. Proprio su quest’ultimo punto si registra qualche dato interessante: il consumatore è sempre più sensibile alla presenza di grasso nei salumi, come al contenuto di colesterolo e sodio o comunque in generale ai valori nutrizionali di un alimento che è considerato sempre meno salutare. Alcuni produttori hanno risposto modificando prodotti già esistenti alterandone la composizione, magari eliminando grasso o cambiando parti anatomiche in favore di tagli più magri, altri invece hanno scelto vie più originali, riscoprendo carni poco utilizzate, come quella di bufalo, poverissima di grassi e colesterolo ma ricca di proteine ottime, ad esempio, per la dieta degli sportivi.

alma_basse-13GLI OSPITI – A sottolineare l’importanza dell’evento, durante l’inaugurazione hanno presenziato due ministri, Maurizio Martina, Politiche Agricole e Beatrice Lorenzin, ministro della Salute,  accompagnati dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Mentre il ministro Lorenzin si è concentrata sull’importanza dell’alimentazione nell’ambito della salute dei cittadini, il presidente Bonaccini ha ribadito l’impegno contro la contraffazione e l’italian sounding, senza tralasciare i primati della Food Valley. Anche l’Università di Parma ha collaborato attivamente all’evento: lunedì 9 maggio all’Auditorium Paganini il rettore Loris Borghi ha introdotto la nuova edizione del World Food Research and Innovation Forum, rimarcando la ormai conclamata posizione della città di Parma come capitale d’eccellenza del food. L’Ateneo è stato anche presente alla manifestazione con uno stand dove diversi imprenditori già legati alle attività dell’Università hanno potuto condividere le loro esperienze. Un ulteriore conferma del ruolo internazionale di Parma è stata la presenza a Cibus delle delegazioni di 13 delle Città Creative Unesco della Gastronomia, del cui network Parma ha iniziato a far parte nel dicembre del 2015. Non mancava all’appello della manifestazione una nutrita schiera di chef rinomati, invitati ad animare la fiera con i loro sorprendenti cooking show, tra i cui ospiti d’eccezione si registrano Peppe Zullo, Tomas Marfella e Luca Corradino. A coronare il tutto c’è stata la breve ma intensa apparizione di Belen Rodriguez, invitata per l’occasione del cinquantesimo anniversario del Consorzio Virgilio, dove la show girl ha servito del risotto, firmato qualche autografo e scattato una miriade di selfie con gli avventori più appassionati, per poi dileguarsi con un certo anticipo in preda ad un attacco di panico.

Quattro giorni intensi che hanno fatto di Parma capitale del food. Esiste però una faccia del Cibus che molti non vedono, quando il giovedì pomeriggio le persone iniziano a sciamare fuori dai cancelli e i corridoi si svuotano, quel momento in cui gli espositori possono tirare un attimo il fiato dopo la calca delle ore precedenti , andare a salutare qualche vecchio collega, o magari sbirciare la concorrenza in cerca di qualche illuminazione. Ma mentre le persone escono anche gli stand si svuotano, qualcuno vende i propri prodotti per alleggerirsi il rientro, altri regalano qualche confezione agli avventori più sfacciati o ancora si fanno scambi tra produttori: chi cede una bresaola in cambio di un po’ di olio e aceto, chi mette il vino e i bicchieri di plastica formando capannelli festaioli di professionisti che si lasciano finalmente un po’ andare. Chi rimane più a lungo può provare quella irreale sensazione di muoversi in ambienti che poche ore prima erano animati da migliaia di persone mentre ora sono completamente vuoti; immondizia e scarti vengono riversati lungo i tappeti rossi davanti agli stand assieme ad un silenzio irreale.
Il volto meno curato di questa fiera, il suo aspetto in qualche modo più sinistro, riesce a conservare uno strano e inaspettato fascino. 

 

di Matteo Buonanno Seves

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