#22.2.22: il Monumento a Verdi rinasce come non ti aspetti

I SEGRETI DEL PRIMO GRANDE VIDEO MAPPING DI PARMA

video mapping4No, non è stato un sogno: il Monumento a Giuseppe Verdi è tornato e ha riscaldato il cuore dei parmigiani. Il passato si è fatto a un tratto presente, si è raccontato, ha fatto venire la pelle d’oca ai nostalgici e ha stupito i curiosi.

#22.2.22 è il nome del progetto di video mapping del Teatro Regio di Parma, che ha avuto luogo venerdì 30 settembre sulle maestose pareti del Palazzo della Pilotta e che ha segnato l’apertura del Festival Verdi 2016. A ispirare il nome dello spettacolo, la data del 22 febbraio 1922, quando il Monumento a Verdi fu inaugurato. O forse no, visto che, a differenza dell’articolo del Corriere di Parma che cita quella data, altre fonti indicano il 20 febbraio 1922 come nascita dell’opera.Voluto dal sindaco della città Giovanni Mariotti nel 1912, alla vigilia del primo centenario della nascita del Maestro, la sua costruzione iniziò nel 1919 a causa dell’avvento della prima guerra mondiale. L’architetto parmigiano Lamberto Cusani progettò u
n’opera immensa: un arco trionfale, sormontato da leoni trainanti un carro mitologico, dal quale si dipartivano due portici semicircolari arricchiti da 28 statue raffiguranti i personaggi delle opere verdiane. Il 13 maggio 1944, a 22 anni dalla sua inaugurazione, un raid aereo degli alleati distrusse in gran parte il monumento, arrecandovi danni gravi, ma non irreparabili. Nell’aprile del 1945, il sindaco pro tempore Bocchi scelse, non senza polemiche e contrasti, di distruggere l’opera. Fu risparmiata la grande ara centrale, poi ricollocata in piazzale della Pace, accanto al Palazzo della Pilotta. Delle 28 statue che lo adornavano, alcune si salvarono, ma parte di esse fu trafugata da privati o gettata nel torrente.

La spettacolare video-installazione, ideata e progettata da Giovanni Sparano e Barezzi Festival, è stata finanziata da una campagna crowdfunding, la prima promossa dal Teatro Regio di Parma: un modo, questo, per permettere al pubblico di contribuire concretamente alla vita culturale della città. Ciascuno ha potuto infatti sostenere l’iniziativa, donando il proprio contributo sulla piattaforma online Musicraiser dal 22 aprile al 25 settembre. “Il coinvolgimento attivo dei cittadini – spiega Daniel Plentz, direttore operativo di Musicraiser – è avvenuto attraverso i diversi contenuti speciali in palio, dalle t-shirt alla possibilità di assistere alle prove generali al Teatro Farnese di Giovanna d’Arco”.  Una festa per tutti e di tutti, insomma.

COMUNICARE CON LE IMMAGINI– La realizzazione del video mapping è stata affidata ai Karmachina, uno studio di visual design con base a Milano nato nel 2013  dalla combinazione delle diverse esperienze maturate nel campo delle arti visive e multimediali dai tre fondatori, Vinicio Bordin, Paolo Ranieri e Rino Stefano Tagliafierro. Si tratta, in pratica, dello sviluppo di progetti multimediali in grado di trasformare l’immagine e il suono in video narrativi, installazioni caratterizzate da una forte identità artistica. “Il video – spiega Rino Stefano Tagliafierro – è un mezzo che permette di spaziare in diversi ambiti. È sempre stata la mia passione nascosta, qualcosa che riesce a unire diverse forme del visivo, dalla grafica alla fotografia. È un contenitore dove non c’è soltanto un elemento, ma ce ne sono tanti e devi essere bravo a coordinarli tutti quanti”. Un gruppo, quello dei Karmachina, ormai consolidato e autore, tra l’altro, delle proiezioni che hanno animato l’Albero della Vita a Expo Milano 2015: un nuovo modo di fare arte e di comunicare con l’arte.

“La realizzazione di un video mapping – continua Tagliafierro – consiste nel riadattare delle immagini sulla facciata sulla quale si proietta: ridisegnare delle forme che si vanno a posizionare perfettamente sugli spazi che l’architettura offre. La sua progettazione avviene su carta o su un monitor, quando
hai la possibilità di avere un file tecnico della facciata. Nel caso di questo evento, abbiamo prima scattato una foto all’edificio e poi lavorato su quella con l’adattamento delle immagini”. Il Palazzo della Pilotta, oltre a essere nel cuore di Parma e significativo per la storia della città, si è prestato benvideo mapping3e alla proiezione anche per le sue caratteristiche architettoniche, diventando così un perfetto schermo a cielo aperto. La progettazione dell’evento è iniziata a luglio ed è stata preceduta da una fase di ricerca del materiale storico d’archivio, “con l’idea di mischiare il
linguaggio di Verdi a un linguaggio grafico contemporaneo e a musiche elettroniche che attirassero anche i giovani all’evento”, spiega Tagliafierro. Fotografie e video dell’epoca, che vanno dall’inaugurazione del Monumento fino alla sua distruzione, si sono infatti intrecciati a un linguaggio più fresco e più vicino ai nostri giorni, fatto di grafica, illustrazioni, giochi di luci. Un trattamento contemporaneo che è riuscito a ridare vita a un Monumento che esiste oggi solo sulle cartoline in bianco e nero di qualche appassionato. A questa prima narrazione di carattere storico, si è susseguita una seconda fase in cui sono state rappresentate in maniera visiva alcune opere di Verdi: Aida, La traviata, Otello, Nabucco, Rigoletto: “Le immagini hanno rivestito per una sera l’edificio, dandogli un altro aspetto, rendendolo magico e travestendolo in un’altra cosa”.

 PASSATO E PRESENTE IN MUSICA – Luci, effetti e colori dei Karmachina sono stati accompagnati dalle sonorità degli Optogram, un progetto di musica elettronica nato a Parma nel 2013 e formato dal duo GianMaria Pizzi e Roberto Segreti.  Attraverso il loro sound elettronico, alcune opere di Verdi hanno avuto nuova vita: rielaborate, mescolando nuove sonorità con note originali; in alcuni momenti rimanendo fedeli all’originale, in altre stravolgendolo. “I Karmachina, che conosciamo molto bene e con i quali abbiamo già lavoratovideo mapping5 per il concerto al Labirinto della Masone, – spiega GianMaria Pizzi – ci hanno presentato questo progetto  in cui veniva descritta la struttura del video”. I quattro atti dello spettacolo, che fanno riferimento alle vicende storiche evocando la costruzione, l’inaugurazione, la ferita e la distruzione del Monumento, hanno trovato note in Macbeth, Aida, La Battaglia di Legnano, I masnadieri. “Ogni capitolo nel quale il video è suddiviso racconta un passo nella ‘vita’ breve del Monumento, ed ognuno è ispirato ad una particolare opera del maestro. I Karmachina ci hanno dato totale libertà nell’espressione musicale e insieme abbiamo costruito il tutto con molta sintonia, creando le atmosfere che ogni capitolo deve trasmettere utilizzando parti di queste opere. Abbiamo deciso di affrontare il lavoro in due modi – continua ­– ogni capitolo ha un introduzione in cui abbiamo cercato di lasciare le opere riconoscibili, anche se gli interventi di taglio e sovrapposizioni sono numerosi , aggiungendo del nostro ma con discrezione. In altri capitoli invece le abbiamo stravolte, dando più spazio alle nostre sonorità”.

 

di Ilenia Vannutelli e Vincenza Di Lecce

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