Affitti in nero: chi ci casca? Escamotages, leggi e tranelli

INCHIESTA TRA LE BACHECHE DI ANNUNCI PER STUDENTI

Affitti settembre 2016“Per telefono nessuno ti dirà niente, perché hanno tutti paura dei controlli. Però poi…”

Però poi c’è chi ammette candidamente, anche al telefono, che “ovviamente il nostro sarà un contratto verbale”. Non solo: la stanza postata su un sito internet di annunci immobiliari è, solo sulla carta, residenza del proprietario, pronto a subaffittarla illecitamente allo studente di turno, fuori sede e alla disperata ricerca di un alloggio non troppo dispendioso: “Io vivo dalla mia ragazza- ha dichiarato il proprietario in questione – tornerei molto di rado, quindi tu vivresti tranquillamente da sola dividendo comunque con me spese e utenze”. Allettata da un prezzo vantaggioso per la situazione del mercato immobiliare odierna, nel caso in cui la studentessa accettasse quel ‘contratto verbale’, dovrà anche accettare implicitamente l’invasione di campo saltuaria del proprietario: più che un’inquilina, una semplice ospite in casa d’altri, senza tutele.

L’INCHIESTA– Continuando l’inchiesta su chi sarebbe pronto ad affittare in nero con un susseguirsi di annunci e telefonate, ci si imbatte anche in chi preferisce mantenere una certa discrezione, accordarsi ‘de visu’ con il conduttore e per “venire in contro” alle esigenze dello studente: “Ma guardi- tentenna e sospira dall’altro capo della cornetta una donna – se vuole potremmo discuterne di persona, diciamo settimana prossima? Perché in questo caso non potrei proprio…”. Dove “in questo caso” sottintende ‘al telefono’.
E poi c’è chi propone il ‘fifty-fifty‘, ovvero un contratto parzialmente in nero: “Solitamente registro il contratto regolarmente da €230 – dichiara un uomo al telefono – ma in realtà la quota che chiedo è di 250€, quindi dovrai aggiungerne venti che però mi darai in contanti. Però considera che non ti faccio pagare le spese condominiali e la spazzatura”. Considerando che questo tipo di ‘contratto’ vale per tutti gli altri inquilini di quell’appartamento, la quota in nero aumenta.

Dal più sfacciato al meno, 3 modalità di accordo al di fuori della legge. Per fortuna, nonostante questo fenomeno non sembri ancora del tutto arginato, 3 sono anche i proprietari pronti a questi  escamotage sui 25 contattati e messi alla prova. I restanti 22  registrano regolarmente un contratto per studenti universitari: “Nel caso in cui fossi interessata a prendere in affitto la sua stanza ci sarà un regolare contratto?”, si assicura la studentessa al telefono. “Assolutamente sì. Inoltre verrà specificata la somma che lei e le sue coinquiline dovrete versare mensilmente. Di modo ché, qualora una lasciasse la casa voi non sarete costrette a pagar anche la sua quota.” Un trionfo del buonsenso. affitti

INQUILINI NELL’OMBRA – “Quando ci siamo trasferiti nel 2013 la casa era in mano a un’azienda della zona che si trovava sull’orlo del fallimento e che aveva bisogno di affittare il più possibile – dichiara G., una studentessa lavoratrice, in nero per due anni in un appartamento che condivideva con altre tre persone -, quindi in casa ci si poteva stare in due, in tre, in quattro e così via, purché ognuno pagasse la sua quota.  Non una quota fissa d’affitto ma una quota per persona, in cui anche le utenze erano comprese nel prezzo. E’ stato il vecchio proprietario a proporre questo tipo di accordo, aggiungendo inoltre che potevamo pagare solo tre quote d’affitto anche essendo in quattro, per risparmiare”. Un accordo atipico, accettato non certo per la sobrietà dell’immobile, ma principalmente per la competitività del prezzo in relazione alla posizione del locale. “Nel marzo del 2014, l’azienda è fallita e ne è subentrata un’altra. Noi abbiamo rispettato l’accordo fatto con il vecchio proprietario, ma dopo un po’ il nuovo locatore ha scoperto che effettivamente eravamo quattro inquilini invece che tre. Neppure lui, tuttavia, registrò un regolare contratto per tutti e quattro, ma preferì il versamento di 100 euro in più al mese, 25 euro a testa, naturalmente in nero e senza alcun tipo di fattura.”

Vittime o complici dei locatori disonesti, spesso gli studenti non sanno a cosa vanno incontro sottostando a certi accordi illeciti. E se alcuni raccontano le loro esperienze con indignazione, altri lo fanno con eccessiva leggerezza, come se una proposta d’affitto in nero fosse solo una delle tante stranezze considerate abituali ai nostri giorni. E’ forse il caso di uno studente da poco domiciliato a Parma, che durante la ricerca di una stanza nei pressi dell’Ospedale Maggiore, si è imbattuto in un proprietario poco attento ma ben deciso: “E’ stato lui a propormi un affitto parzialmente in nero – dichiara tranquillamente – mi disse che una parte del pagamento doveva essere in nero, intorno a una cinquantina di euro sui centottanta totali. E che c’è da raccontare? Questo è tutto”.

aula-tribunale-Fotogramma_672-U20437912486BkD--835x437@IlSole24Ore-WebLEGGI E TUTELE – Il 2016 è stato un anno molto interessante per la lotta agli affitti in nero: grazie alla nuova Legge di Stabilità 2016 (intervenuta sull’ articolo 13 della Legge 431/1998), a partire dal 1° gennaio le sanzioni per il locatore colto sul fatto sono decisamente più salate, sia che abbia stipulato con i suoi inquilini un contratto di locazione orale, sia uno non registrato, sia uno in cui il canone riportato risulti essere diverso o più basso rispetto a quello che l’inquilino è costretto a versare. Tipologie di contratto che, fino a pochi mesi fa, erano quasi considerate abituali. Eppure sono stati gli stessi inquilini a determinare un cambiamento, decidendosi, in alcuni casi, a denunciare l’affitto in nero e vincendo un’importante battaglia nella guerra ai contratti non registrati.

Ma non è sempre facile per un semplice studente denunciare tali trasgressioni, non tutti possono e non tutti ‘vogliono’ farlo. Inoltre ‘mettere nel sacco’ il locatore disonesto può rivelarsi una vera impresa se mancano fatture e bonifici di pagamento: su cosa ci si può basare se la quota d’affitto è consegnata mensilmente in contanti e senza testimoni? In tal caso l’ inquilino dovrà fornire come prove al giudice volture e utenze domestiche. Sarà compito del tribunale far sì che il locatore restituisca allo studente i supplementi avuti in nero e, in mancanza di un contratto registrato, lo stesso non potrà sfrattare in alcun modo l’inquilino dalla sua casa.

Bisogna tener presenti, però, altri fattori abbastanza rilevanti che hanno contribuito al parziale smantellamento degli affitti in nero: si tratta di nuove normative a tutela del proprietario che comprendono anche associazioni  sindacali nate, appunto, a tale scopo come la Uppi (Unione Piccoli proprietari Immobiliari) e l’introduzione, già nel 2011, della cedolare secca. Nello specifico, l’Uppi è un sindacato che tutela i piccoli proprietari immobiliari stilando contratti non comuni, ma che permettano di essere comunque rispettosi dei criteri legislativi immobiliari. Per quanto riguarda la cedolare secca, invece, si tratta di un un’imposta con quote fisse (circa il 16%) che non vengono sommate al reddito del locatore al momento della dichiarazione dei redditi. Di conseguenza anche le tasse relative al reddito fondiario saranno più basse rispetto alle precedenti.

 

Di Francesca Iannello, Ludovica Saracino 

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