La diversità fa paura, ma l’ignoranza ancora di più

BLACKOUT

Foto articoloIl corpo umano e soprattutto la nostra mente lavora come una macchina: ogni parte del cervello serve a una precisa funzione e a uno scopo. Ogni parte del nostro corpo è funzionale alla nostra sopravvivenza e viviamo seguendo ciò per cui siamo stati programmati. Ma chi è che ci programma? Chi è il nostro programmatore?

La società. Ed è la società che ci impone, in un certo senso, certe visioni, idee, ma soprattutto luoghi comuni. E non riusciamo a scrollarceli di dosso. Perché vi parlo di questo? Perchè i luoghi comuni sono il nostro pane quotidiano, viviamo di loro e crediamo di avere la verità in mano grazie a loro.

La domanda che prima o poi tutti mi fanno è la seguente: “Come mai sei venuta in Italia?” ed è la domanda più difficile a cui rispondere perchè non bastano 5 minuti per motivare le nostre ragioni, o nel mio caso le ragioni dei miei genitori. Ma la gente si aspetta che tu risponda semplicemente “Per motivi economici”

Chi sceglie di emigrare non lo sceglie mai per un unico motivo ma per una serie di motivazioni che ai più non sarà mai chiara. La verità assoluta è che quando si decide di emigrare è per trovare nuove opportunità e costruirsi una nuova vita, non sempre perché si viveva sotto i ponti senza una casa. Ricordo che alle medie, quando accennavo al fatto che i miei genitori siano laureati in Economia e Commercio rimanevano tutti un po’ disorientati, quasi a dire “Ma com’è possibile?”. Ero io in realtà a chiedermi “Com’è possibile che le persone si stupiscano di una notizia che in realtà non ha nulla di sconvolgente?” Luoghi comuni. Avevo portato delle foto della mia città e dei luoghi della mia infanzia per condividere con i miei compagni qual era la mia realtà nel mio paese, come vivevo. “Ma vivevi lì? Facevi le vacanze lì?” erano queste le domande di fronte alle foto della mia casetta col giardino o delle vacanze al mare con i miei. Cosa si aspettavano? Forse si aspettavano di vedere una reggia? Non credo. Si aspettavano una casa umile. Perché è quello che la gente si aspetta. Luoghi comuni. E’ un po’ come il mito dell’italiano mafioso, del francese puzzolente e del tedesco razzista. Sono luoghi comuni, e noi li prendiamo come buoni, affidabili perché ci danno una certa sicurezza nella visione del mondo. La verità è che siamo tutti ignoranti, nel senso etimologico della parola: Non conoscere, non sapere qualcosa, esserne disinformato, all’oscuro.

Non si parla di razzismo, né tanto meno di discriminazione, ma di pregiudizi, che forse alla maggior parte di voi potrà sembrare il più accettabile, ma in realtà è il più distruttivo perché ci porta a una visione unilaterale della realtà, a una visione immutabile di ciò che accade nel mondo.

La mia è un’accusa contro tutti quelli che si fermano a un primo sguardo senza porsi ulteriori domande, contro quelle persone che giudicano senza sapere, contro quelle persone che di fronte all’ignoranza si trovano bene, perchè è più semplice ignorare che conoscere, che indagare e informarsi. Beata ignoranza!

Mi chiedo se un giorno questi luoghi comuni spariranno, se l’uomo sarà capace di guardare la realtà con gli occhi di un bambino, ovvero così com’è, così come appare, non così come noi vogliamo che appaia. Mi chiedo se un giorno di fronte a un bianco e un nero non accuseremo per primo il nero di aver rubato. E mi chiedo se un giorno saremo capaci di rispettarci, tutti, al di là delle differenze religiose, politiche e razziali. Non è finto perbenismo, non è utopia, è vivere civilmente e forse dovremmo, tutti noi nel nostro piccolo, guardare le cose dal basso privi dalla nebbia del pregiudizio che ci fa confondere. Conoscere, non ignorare: è questo il segreto.

 

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