‘Porto il velo, adoro i Queen’: nuove italiane crescono

INCONTRO NEL SEGNO DELLA MULTICULTURALITA' CON SUMAYA ABDEL QADER NEL 70° ANNIVERSARIO DEL VOTO ALLE DONNE

Rosina- porto il velo, adoro i queenQuando si parla di femminismo, condizione giuridica femminile e parità dei sessi, la prima immagine che si figura in testa è quella di Rosina, donna italiana che ispirò il manifesto del femminismo, su cui troneggia a lettere cubitali la scritta ‘We can do it!’. Fazzoletto in testa e muscoli in bella mostra. Tuttavia, il femminismo e la percezione stessa della condizione della donna, tende a cambiare nel tempo, a plasmarsi alla società e adeguarsi a diversi modelli di riferimento.

Sono trascorsi 70 anni da quel lontano 10 marzo 1946. Era la prima volta in cui una donna poteva esprimere la sua opinione in merito a questioni dalle quali era sempre stata esclusa. Era la prima volta in Italia che ci si recava alle urne dopo la caduta del fascismo e dopo il decreto legislativo che sanciva il suffragio universale, avvenuto solo l’anno prima, nel 1945.

donna all'urnaAD EVENTUM – Quest’anno, in occasione del 70esimo anniversario, l’Ateneo ed il Comune di Parma hanno deciso di promuovere l’iniziativa ‘Con gli occhi delle donne‘. Articolata tra convegni, mostre, laboratori teatrali, spettacoli e incontri che si snoderanno da ottobre all’autunno 2017, la rassegna si propone di celebrare l’importanza dell’evento storico del suffragio femminile per la Repubblica Italiana. All’interno del progetto, ha già preso il via un ciclo di seminari dedicato alla condizione giuridica femminile e le religioni, organizzato in collaborazione con la cattedra di Diritto costituzionale del Dipartimento di Giurisprudenza ed il Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità dell’Università, che si propone di analizzare il dibattito scientifico sulle nuove e vecchie questioni politico-giuridiche riguardanti il ruolo della donna nella contemporaneità. L’obiettivo del progetto è ‘giocare’ sui diversi significati che la parola ‘corpo’ può assumere nel linguaggio giuridico, politico, sociologico, medico, culturale e filosofico. Ne consegue quindi un’analisi delle questioni legate all’identità di genere, al ‘corpo femminile’ che per  troppe volte è stato oggetto di decisioni altrui, di modelli culturali ed etici dominanti e di violenze. Gli incontri offrono inoltre l’occasione per un dialogo interdisciplinare tra illustri studiosi nazionali ed operatori di diversi settori, da sempre sono impegnati a divulgare ed a praticare la cultura della parità di genere.

Abdel Sumaya QaderEsempio tra questi è Sumaya Abdel Qader, sociologa, musulmana osservante, nata a Perugia da genitori immigrati giordano-palestinesi, tre lauree, autrice del libro ‘Porto il velo, adoro i Queen‘. Attiva politicamente, ha ingaggiato numerose battaglie a fianco dei musulmani, tra cui quella per la realizzazione della moschea per la comunità araba di Milano. Nella stessa Milano è ambientato il suo libro che, tramite il racconto della vita quotidiana di una giovane musulmana, riflette sulle sfide poste alle società come quella italiana nell’era del multiculturalismo. Proprio la sua è stata la voce predominante durante l’incontro tenutosi lo scorso 18 ottobre alla Casa della Musica dal titolo ‘L’identità femminile e le Religioni’. Religioni che si intersecano con la relazione tra femminismo e multiculturalismo.

EMANCIPAZIONE SINONIMO D’INDIPENDENZA? – A pieno titolo, durante il pomeriggio, è stata sottolineata l’importanza e la necessità di un riordino sociale, una ridefinizione dell’identità femminile all’interno della società che ricrei l’interdipendenza dei legami dall’incontro con persone di culture diverse. Un concetto che mette anche in ballo l’idea di emancipazione che ogni singola persona ha, idea che con l’incontro di altre culture viene messa in crisi. Il multiculturalismo dà la possibilità di incontrare persone su cui abbiamo dei preconcetti, spesso ricambiati. Proprio da questo incrocio nascono delle domande a cui corrispondono delle risposte, a volte anche scontri. “Quello in cui siamo oggi – sottolinea Sumaya – è una fase dello smarrimento dell’identità con la conseguente paura dell’altro. Una fase in cui si assiste a cambiamenti culturali, che però non vanno imposti ma che devono essere dei discorsi partecipati e basati su ragionamenti del perchè accadono alcune pratiche piuttosto che altre.”

Incontro Con gli occhi delle donneMULTICULTURALISMO IDEOLOGIZZATO – Il rapporto tra multiculturalismo e femminismo è stato scandagliato ed analizzato secondo diversi aspetti e punti di vista, attraverso gli interventi dei docenti dell’Università di Parma: Giancarlo Anello, professore di multiculturalismo, Vincenza Pellegrino, professoressa di sociologia della globalizzazione e Veronica Valenti, docente delle istituzioni di diritto pubblico. Partendo dall’assunto ‘Il multiculturalismo danneggia le donne?’ si è analizzato il concetto di rivendicazione delle uguaglianze nelle differenze. Interessante, a questo proposito, l’intervento di Sumaya che, parlando del gesto di indossare il velo, ha spiegato come questo sia un simbolo di realizzazione della donna attraverso un percorso di fede. Ha precisato come una femminilità non ostentata non significhi annullata. Il velo quindi come affermazione e non per forza sinonimo di imposizione da parte di familiari o dell’ambiente circostante.

Diversi i temi degli appuntamenti alla Casa della Musica: dalla riflessione sul concetto contemporaneo di maternità, alla procreazione assistita e maternità surrogata, fino all’uso del corpo femminile nei mass media.
Durante gli incontri successivi si rifletterà poi su argomenti come l’interruzione volontaria della gravidanza, la prostituzione femminile, le pari opportunità in politica e sulle misure di contrasto alla violenza sul lavoro e tra le mura domestiche.

 

di Lynda Niamke N. e Chiara Scollo

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