Un drink con L.A. Salami: “Cresciuto con Dylan, Londra la mia musa”

IL CANTAUTORE STAR DEL BAREZZI 2016 SI RACCONTA: DA BURBERRY AL PRIMO TOUR EUROPEO

L.A. SalamiQuando sale sul palchetto creato ad hoc nella Chiesa di San Tiburzio, la chitarra appesa al collo e l’Heineken a portata di mano, il pubblico interrompe quel genere di conversazioni che si fanno prima di qualsiasi concerto e si ferma a guardarlo. Ha i capelli alla Jimi Hendrix e l’andatura tipica dei cantanti folk, indossa una giacca in pelle e un’espressione nostalgica. Si presenta a voce bassa: Hello everyone, I’m Lookman Adekulne Salami, in short L.A“. Tra gli ospiti internazionali più attesi, l’artista londinese si è esibito per la decima edizione del Barezzi Festival di Parma venerdì 4 novembre , in un cross over di musica folk, rock-blues, rap e hip hop, che per due ore ha conquistato l’attenzione degli spettatori.

DA BURBERRY AL TOUR EUROPEO – Non è da tutti finire nella top ten degli ‘Uomini più alla Moda nella Musica’, come lo considera la rivista maschile Esquire, né tanto meno musicare la campagna pubblicitaria ‘SS/14 Menswear’ della nota firma londinese Burberry. Nel 2012, infatti, L.A. Salami, dopo essersi esibito come ‘spalla’ nel tour della cantautrice londinese Lianne La Havas, è stato scelto dal direttore artistico della casa di moda, Christopher Bailey, per comporre la Burberry Acoustic Session. È stata la sua grande occasione, quella che gli ha permesso di arrivare, a distanza di pochi anni, all’album del debutto, ‘Dancing With Bad Grammar’, e al suo primo tour europeo. Partito dal Regno Unito, è atterrato prima in Svezia, poi in Italia, per proseguire in Olanda, Francia, Belgio e Irlanda. “Sta andando molto bene”, racconta Salami, di fronte all’Oste Magno di Parma. Poi aggiunge: “La Scandinavia è un posto meraviglioso, è stato molto bello. Nel tour suono con altri tre artisti e devo dire che  stiamo avendo un riscontro positivo dal pubblico. Quello inglese, invece, pensa di avere sempre il diritto di dire la sua sulla musica, perché i Beatles sono di lì, quindi gli artisti come noi vengono trattati di merda. Ma va bene così!”

L.A. SalamiBOB DYLAN E GLI ALTRI – Appena inizia a suonare il pezzo ‘Day to Day’, accompagnato dalla sua armonica a bocca, il pubblico bisbiglia: “Sembra Bob Dylan!” E in effetti è già a partire dai primi due EP, ‘Another Shade of Blue’ (2013) e ‘Prelude’ (2014), che l’impronta del cantautore statunitense si fa sentire. E la conferma arriva proprio da Salami: “Bob Dylan mi ha influenzato profondamente, mi ha fatto ascoltare la musica in un modo completamente nuovo, come è successo a molti altri immagino. Sono riuscito a capire un sacco di cose che mi riguardano grazie a lui”. E del Nobel per la letteratura, che ne pensa? “Beh, lo stava aspettando dagli anni ’80. Certamente se l’è meritato, la sua musica non è solo un legame tra letteratura e cultura pop. È da considerare una forma particolare di letteratura, la più antica. Se si pensa a poeti come Omero, ad esempio, le sue composizioni venivano cantate di fronte a un pubblico. Bob Dylan ha semplicemente ripreso questa forma già negli anni ’60, proprio come si faceva nell’Antica Grecia”. Ad influenzare il lavoro di Salami, infatti, oltre ad artisti come “Joanna Newsom, The Strange Boys e Loaded Lux, tra gli altri”, c’è anche una sfilza di scrittori contemporanei e non, tra i quali “Allen Ginsberg, D.H. Lawrence, John Keats, Bukowski, John Fante, Dylan Thomas, William Shakespeare, per nominarne alcuni che mi vengono in mente in questo momento”.

IL RAPPORTO CON LONDRA – “Vivo a Londra da sempre”, racconta Salami tra i viottoli di via Cavour. Seppur di origini nigeriane, infatti, il suo accento è inconfondibile. “Sono stato adottato quando avevo appena due mesi – spiega – e cresciuto da mia madre, che abitava a Peckham, un distretto a sud est di Londra, a turno con la mia famiglia adottiva, che invece si trovava a Broadstairs, una cittadina nel distretto del Thanet. Per questo motivo credo di avere sempre la sensazione di essere in continuo movimento. Vivo da solo, mi piace avere i miei spazi”. Oggi Londra resta per Salami la sua prima fonte d’ispirazione: “In quella città non si può parlare di uno specifico genere musicale piuttosto che un altro ma di un melting pot di generi, per cui tutti influenzano tutti. E questo avviene per ogni ambito lavorativo. È più che normale in una città cosmopolita come Londra, dove ogni giorno ti capita di avere a che fare con gente nuova. È bello, è la cosa che più mi piace”.
L.A. Salami“E di Brexit che ne pensi? Credi abbia influito in qualche modo sul lavoro di giovani artisti come te?” “Mah, in realtà non penso. Anche se non mi trovo assolutamente d’accordo con questa decisione, qualcosa si sta muovendo. Jeremy Corbyn (presidente del partito laburista britannico, ndr) ha fatto sapere pochi giorni fa che bloccherà l’uscita dall’Ue se il governo non garantirà l’accesso al mercato unico”. Il problema in realtà è un altro: “Londra – spiega Salami – è cresciuta enormemente e molto velocemente, e questo ha portato a un inevitabile aumento dei prezzi a cui, però, non è corrisposto un aumento degli stipendi. La situazione sta diventando insostenibile, non tutti si possono permettere queste cifre. È davvero un peccato, perché in questo modo sta perdendo, o forse è già successo, il suo essere la’ città del momento’. Adesso quel posto l’ha preso Berlino. Ci sono stato qualche anno fa e me ne sono innamorato. Io la considero come una ‘nuova Londra’. I prezzi sono ancora accessibili e ognuno riesce ancora a trovare il proprio spazio. Lì ho avuto la sensazione di vivere il presente, di stare nel posto giusto al momento giusto”.

di Francesca Matta

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