Elio: dalle storie tese a ‘Pierino e il lupo’

AL TEATRO REGIO UNA FAVOLA PER ADULTI E BAMBINI RACCONTATA DALL' IRRIVERENTE ARTISTA MILANESE

elioPiedini che si muovono dondolando dai sedili rossi troppo alti del teatro. Vocine che bisbigliano “mamma, ma quando inizia?” Dai parapetti della galleria sbucano manine penzoloni. I piccoli spettatori attendono l’inizio dello spettacolo agitandosi in sala. Improvvisamente le luci si abbassano, entra l’Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna tra lo scrosciare degli applausi, probabilmente più per la fine dell’attesa che per l’ingresso dei musicisti. Entra il direttore Roberto Polastri, le corde dei violini cominciano ad essere pizzicate, il suono ovattato dei flauti si irradia in sala, pian piano si aggiungono tutti gli strumenti. Ed è musica. I bambini osservano a bocca aperta rapiti dalla sinfonia: imitano i violini, la gran cassa, il maestro d’orchestra. In fondo a chi non è mai capitato di farlo almeno una volta da bambino? Dopo l’esecuzione di due brani tratti da due opere di Gioachino Rossini, ‘Sinfonia dal Barbiere di Siviglia’ e ‘Italiana in Algeri’, entra il narratore, Elio. Sembra perfettamente parte della sala sfoggiando un vestito rosso. Tira fuori dal taschino interno della sua giacca un pettinino con cui si spazzola un paio di volte la parrucca nera, fingendo di sistemare improbabili capelli fuori posto.

LA FAVOLA- “Adesso vi racconterò una storia, quella di Pierino, un bambino furbissimo che riesce a fregare un lupo con il solo aiuto di un uccellino e di un gatto”. Inizia così il viaggio in cui Elio (proprio quello delle ‘Storie tese’) vuole condurre il suo piccolo pubblico, raccontando la celebre favola in musica di Sergej Prokofiev, ‘Pierino e il lupo’. Lo spettacolo è parte del nuovo tour elio2presentato in prima assoluta al Festival Torino Spiritualità 2016, edizione intitolata ‘D’istinti animali’, in cui Elio e il pianista Roberto Prosseda esplorano il repertorio musicale ispirato all’elemento animale nelle più varie accezioni. E comincia allora dalla presentazione dei personaggi, perfettamente rappresentati dagli strumenti: dalla leggerezza dell’uccellino caratterizzata dal flauto, alla furbizia e scaltrezza di Pierino descritta dagli archi, passando per l’inquietante e oscura presenza del lupo annunciata dai tre corni. L’alternanza tra voce e musica riesce a non far calare l’attenzione, focalizzando il bambino non tanto nella storia in sé, quanto nell’espressione musicale della narrazione. L’opera venne commissionata nel 1936 a Prokofiev dal Teatro Centrale dei bambini di Mosca, affinché anche i più piccoli riuscissero ad avvicinarsi più facilmente a questo genere di musica. Quello che probabilmente il Teatro Regio si proponeva di fare con questo spettacolo. Oltre che alimentare la loro capacità d’immaginazione, quella che gli adulti hanno perso. Quante volte da bambini si ascoltavano le audiocassette delle favole e si riusciva ad immaginare i luoghi del racconto e i visi dei personaggi grazie alla musica? La fantasia dei bambini è priva di sovrastrutture, a differenza dell’adulto. Per un bambino è molto più semplice immaginare luoghi mai visti prima. Ed è quindi più semplice, per loro, riuscire associare i personaggi e i luoghi alla musica.

elio1QUELLO CHE GLI ADULTI PENSANO- Intercettando qualche voce adulta, emerge però come molti siano rimasti delusi dallo stesso narratore, definendolo meno irriverente e coinvolgente di quello che viene percepito dalla televisione. C’è anche da dire, però, che da sempre a teatro gli stessi attori o musicisti hanno tempi diversi rispetto al contesto televisivo. E la stessa interazione con il pubblico è decisamente diversa: un conto è sapere che ci sono milioni di spettatori persi nell’etere virtuale, un altro è affrontarli de visu da un palco a teatro, dove le espressioni di gioia, noia e eccitazione, sono immediatamente percepibili. Se si aggiunge poi che buona parte del pubblico era composta da bambini, la sfida aumenta: i bambini sono sinceri non solo a parole, ma anche nelle espressioni e nelle reazioni. Fine della storia, applausi fragorosi, ma prima di salutare tutti il direttore annuncia che avrebbero eseguito un altro pezzo di Rossini, ‘il Signor Bruschino’, in cui invita Elio a prender parte all’orchestra.

Finito definitivamente lo spettacolo, si torna a casa con l’estrema convinzione che si è abbastanza grandi da credere che un bambino possa sconfiggere un lupo legandolo dalla coda, ma non abbastanza da ascoltare una favola per l’ennesima volta, lasciandosi pervadere da quel senso di serenità che solo i lieti fini sanno mettere.

di Francesca Iannello

(foto Roberto Ricci)

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