“Facciamo umorismo, chi non lo capisce si faccia due domande”: ah, ma è Lercio (quello vero)!

INTERVISTA A FEDERICO RIGHI E SILVIO PERFETTI, VOLONTARI AL SERVIZIO DELLA BUONA SATIRA ITALIANA


È stato un ‘A pranzo con…’ un po’ inusuale quello in compagnia di due degli autori di Lercio.it, noto sito satirico che pubblica notizie false con il solo scopo di far ridere i lettori. Due birre e qualche stuzzichino alla fine del loro spettacolo al WoPa venerdì 17 febbraio. Con la musica del locale in sottofondo, Federico Righi e Silvio Perfetti hanno raccontato come è nata la loro esperienza di scrittori humour. Reduci e nostalgici del grande Daniele Luttazzi e della sua rubrica online (oggi chiusa) ‘La Palestra’, che invitava gli utenti ad inviare le loro migliori battute, entrambi hanno portato in città le notizie più belle pubblicate su Lercio, vincitore dei Macchianera Italian Awards 2016. Diversi per esperienza e per età (35 anni il primo, anche se “da fuori non si vede”; “esattamente 15 più di lui” il secondo), ma uguali per umorismo e sagacia, tra una risata e l’altra Federico Righi e Silvio Perfetti hanno denunciato anche una mancanza di approfondimento delle persone che si informano attraverso internet. Lercio però non ci sta ad essere definito un distributore di bufale: la loro è parodia e serve per prendere in giro “un certo tipo di sensazionalismo” che si riscontra  spesso nei media di oggi, più interessati ad attirare lettori che a fare corretta informazione.

Federico, da quando hai iniziato a scrivere facendo della satira?

“In realtà abbiamo iniziato un po’ tutti insieme nel 2009, sono già otto anni che condividiamo questa passione. Io in realtà scrivevo da qualche anno prima, Silvio invece da molto più di me. Più o meno è dai tempi di Luttazzi che abbiamo trovato questa unione, questo gusto comune. Ci riconoscevamo in quel gusto e tramite un a iniziativa sul suo sito, ‘La Palestra’, ci siamo ritrovati a esercitarci, a mandare battute ossessivamente. Luttazzi mi ha dato molti consigli in privato via mail, io diciamo che gli rompevo molto e alla fine l’ho anche conosciuto di persona”.

E tu, Silvio, da quando hai incominciato?

“A scrivere veramente di satira ho incominciato anch’io nel 2009. Prima avevo scritto monologhi, avevo fatto degli spettacoli e c’era dentro della satira, ma mi sono concentrato veramente su di essa con Daniele Luttazzi. Quando ‘La Palestra’ ha chiuso, abbiamo formato un gruppo che si chiama Acido Lattico, dopo è arrivato Lercio”.

lerciofbcoverQuanti siete in redazione? Riuscite a fare della satira il vostro mestiere?

“Siamo in tanti e al momento la nostra forma non è quella lavorativa, tutti i ricavi che abbiamo li riutilizziamo per fare andare avanti il sito. Io personalmente per vivere tiro coltelli al circo Orfei”.

E tu, Silvio?

“Io insegno teatro ai ragazzi, faccio monologhi o, come si dice adesso, sono uno ‘stand up comedian’”.

Tra un impegno e l’altro, come passate la vostra pausa pranzo? Silvio ad esempio?

“Io durante la pausa pranzo rassetto casa e intanto penso a degli articoli dell’ultim’ora o a delle battute, perchè è così che funziona la creatività. Soprattutto quando lavo i piatti: per me è una fonte di ispirazione allucinante. Non mi rompe nessuno, sono solo io con i miei pensieri”.

E per te Federico?

“Io ho un’oretta di pausa pranzo: al circo ci concedono così poco. In quel tempo devo pranzare, socializzare con i colleghi e poi dopo andiamo alla macchinetta del caffè, ma purtroppo passa velocemente”.mia-lercio

Eravate presenti agli ultimi Macchianera Italian Awards?

“Sì, Silvio ha fatto anche uno spettacolo insieme a Davide Rossi di Lercio e Stefano Andreoli di Spinoza. C’era un bel gruppo della nostra redazione: su 30 persone eravamo in 20. Ci siamo divertiti molto allo Iulm di Milano. L’anno prima invece era a Rimini e in quell’occasione abbiamo provato a far ubriacare Peter Gomez, che il giorno dopo aveva un dibattito sulla Costituzione, ma non ci siamo riusciti!”.

Quindi, Federico, i collaboratori che età media hanno?

“Abbiamo un ampio range, dai 25 ai 50 anni. È una cosa molto bella perché unisce esperienze diverse e umanamente ci arricchisce tanto”.

Silvio, come scegliete chi deve diventare collaboratore?

“Per adesso siamo gli stessi di quando siamo partiti, anche se ultimamente qualche innesto ci dovrebbe essere, pur non essendo ancora effettivamente dichiarato”.

Silvio, come nasce un articolo di Lercio solitamente?

“Penso come qualsiasi articolo di giornale, partendo da una base che sia vera. Poi la segui cercando di non dare il tuo punto di vista ma di raccontarla in maniera distaccata, oggettiva”.

Federico, vi hanno mai querelato per un vostro articolo?

“No, questo mai. È capitato però che il Ministero delle Pari Opportunità ci abbia chiesto di ritirare un articolo di Vittorio Lattanzi, il quale, durante il panico ingiustificato per l’ebola, scrisse: “Contrae l’ebola da un tris di fantasmini comprati da un vucumprà”. Era una cosa assolutamente assurda, però il Ministero ci disse di togliere questa notizia perché poteva confondere l’ignoranza diffusa in rete e in quel caso ci è sembrato consono assecondare la richiesta”.

federico righiÈ mai successo che abbiano preso un vostro articolo per vero?

“Si, è successo con dei politici, da Gasparri a un senatore verdiniano, ma anche con alcuni giornali si è creato questo corto circuito. Ci inseriamo in una sorta di parodia della post verità e Lercio prende per il culo questo tipo di narrazione. Credo che la sua forza risieda nel prendere in giro un certo tipo di sensazionalismo che serve più che altro ad attirare l’attenzione e raccontare bugie. Noi facciamo dell’umorismo, se non lo capisci fatti due domande”.

Silvio che opinione avete su coloro che prendono per vere le vostre notizie?

“Molto accade per pigrizia. Ci sono certi giornalisti che pur di riempire la colonnina della pagina online prendono notizie da tutte le parti e le pubblicano senza verificarle. Anche i giornali grossi in rete si sono adeguati a questa tendenza, non manca mai una notizia ipercuriosa per attirare un po’ di lettori. Si aggiungano poi i social network, che amplificano tutto e dove ognuno mostra di credere in ciò che tocca l’istinto più basso. Lo spirito critico si è abbassato con questa bulimia di informazione. Interessa solo il clickbait, come accade in Leggo, che è ciò da cui siamo partiti e che ci fornisce ancora spunti interessantissimi. Loro fanno ridere, noi al confronto facciamo informazione”.

Dunque, Federico, è possibile fare satira in Italia?

“Certamente è possibile fare satira, la censura più grande è quella che si impone l’autore satirico che accetta compromessi. O l’autore satirico che decide di non toccare alcuni argomenti, che fa certe scelte di opportunismo o che decide di scegliere il conformismo. Rimane comunque una censura nella tv pubblica. Per esempio Daniele Luttazzi non è più tornato in Rai. Quindi ciao Daniele, speriamo che la tv di stato ti richiami”.

Di Martina Innocenti e Matteo Buonanno Seves

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