“Parma modello antispreco”: in arrivo agevolazioni per chi dona gli avanzi

NUOVA LEGGE GADDA. INTANTO IN CITTA' SI DIFFONDE L'APP PER RACCOGLIERE E RIUTILIZZARE GLI ECCESSI DI RISTORANTI E SUPERMERCATI

“La sfida che vorremmo vincere è quparma non sprecaella di far parlare di Parma come città che individua un modello eccellente anti spreco e un esempio di economia circolare replicabile in qualunque altro posto in Italia“. E’ il monito lanciato dal coordinatore di Parma Unesco, Gabriele Righi, lunedì 20 febbraio durante il convegno pubblico sulla legge contro lo spreco alimentare. Un evento a sostegno del riutilizzo di tutti quelle merci alimentari e farmaceutiche, prodotte in eccedenza o non utilizzate, per donare a coloro che ne hanno più bisogno. Un incontro di forte impatto sociale, realizzato al Workout Pasubio di via Palermo e organizzato dalla piattaforma solidale ‘Parma non spreca’ in collaborazione con Fondazione Cariparma, Forum Solidarietà, Emporio Market Solidale, Caritas Parma, Consorzio di Solidarietà Sociale, Club Unesco e Comune di Parma.  Ospite centrale la deputata democratica Maria Chiara Gadda, promotrice e prima firmataria della nuova ‘Legge sullo spreco alimentare e farmaceutico’.

IL GRANDE PARADOSSO – “Nel nostro pianeta il fenomeno dell’obesità cresce in maniera esponenziale di anno in anno contrastando l’enorme numero delle persone che muoiono di fame: questo è un paradosso!” spiega la dott.ssa Elena Cadel, ricercatrice della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, istituzione senza scopo di lucro nata con l’obiettivo di trovare soluzioni efficaci e a lungo termine per combattere questi due fenomeni paralleli. Continua spiegando che “un terzo della nostra produzione mondiale di cibo viene sprecata e buttata, un numero che da solo riuscirebbe a sfamare quattro volte le 795 milioni di persone che muoiono di fame”. Solo nel nostro Paese, secondo l’Associazione difesa consumatori, ogni anno vengono gettati circa 12,3 miliardi di euro di cibo, una media di 42 kg a persona, rifiuti composti in gran parte da cibo ancora utilizzabile. Maria chiara GaddaUn spreco che avviene, stando alle fonti di Coldiretti, per il 21%nella ristorazione, il 15% nella distribuzione commerciale, 8% in agricoltura e il 2% nei processi di trasformazione. Tutto cibo che potrebbe avere un nuovo utilizzo sociale. Da qui l’esigenza di una legislazione nazionale forte e precisa, volta a sfavorire lo spreco alimentare, ma soprattutto incentrata sulla semplificazione di tutti quei processi burocratici che impedivano la donazione dei prodotti eccedenti.

LA LEGGE ‘GADDA’ –  Approvata dal Senato lo scorso 19 agosto ed entrata ufficialmente in vigore il 14 settembre, la legge numero 166, che porta il nome della sua promotrice, l’onorevole Maria Chiara Gadda, “parla del recupero di prodotti ancora buoni, sani e conservati correttamente che devono essere recuperati prima che diventino rifiuto, messi a disposizione di persone che sono in una particolare difficoltà economica ma soprattutto in una situazione di forte fragilità”. Una norma composta da 18 articoli volti alla redistribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale ma anche come educazione dei cittadini a “imparare a consumare il giusto, e non gettare prodotti che abbiamo solo toccato. Educazione vuol dire anche riscoprire vecchie abitudini, quando il cibo non veniva acquistato per le sue caratteristiche estetiche” racconta la deputata. Un esempio concreto, citato sempre all’ interno della legge, è la family bag: un contenitore che permette di portare a casa tutti quei prodotti ordinati in un ristorante ma non consumati per poterli utilizzare il giorno successivo. “Se noi non vinciamo questo blocco culturale, la vergogna che ci porta a non fare questa richiesta al ristoratore per paura di essere giudicati, noi possiamo fare un nulegge gaddamero infinito di normative ma non vinceremo mai la lotta allo spreco alimentare”. Una legge chiara e precisa, che indica concretamente tutte le modalità attraverso cui è possibile donare,chi può farlo e quali sono i soggetti riceventi.

Rispetto alle eccedenze alimentari, i farmaci seguono un procedimento normativo che fa capo ancora al decreto legislativo n. 219/2006, nel quale si evince che solo le associazioni con personale sanitario, possono ricevere, gestire e somministrare questo tipo di prodotti. “L’articolo 15 della legge, volto alla modifica della legge soprannominata in materia di raccolta di medicinali non utilizzati e non scaduti – spiega la deputata Gadda – necessita di un decreto attuativo, già in bozza presso il Ministero della salute, con il quale si entrerà nello specifico del problema”.

TASSAZIONI AGEVOLATE – La legge Gadda è rivolta al recupero di tutte quelle eccedenze provenienti da soggetti che fanno del cibo e dei farmaci la loro attività principale: ristoranti, supermercati, bar, pizzerie ma anche farmacie o case farmaceutiche. Ad ognuno di essi, sono quindi concesse delle agevolazioni fiscali, come segno di riconoscimento del loro cospicuo impegno nella donazione.  L’esenzione dell’Iva, ad esempio, per tutti i prodotti ceduti gratuitamente dall’attività commerciale o la riduzione di parte delle tasse sui rifiuti (la TARI), in quantità proporzionale alla merce donata. Sebbene non esistano limiti di importo per la donazione di derrate alimentari e farmaceutiche, i soggetti donatori per potere usufruire di tali agevolazioni devono possedere  un certificato probatorio che testimoni concretamente l’avvenuta donazione.

‘PARMA NON SPRECA’ DIVENTA UN APP – Non solo regole, dunque, ma strumenti concreti e fortemente innovativi. DalCaritas Parmala sinergia tra il Comune di Parma, Emporio Market Solidale, Forum Solidarietà, Caritas Diocesana Parma, Fondazione Cariparma, club Unesco Parma e altre realtà solidali parmigiane, nasce l’app ‘Parma non spreca’. Presentata ufficialmente durante una conferenza stampa lo scorso 2 dicembre, l’applicazione per cellulari, tablet e computer  ha come obiettivo quelli di recuperare tutti quei prodotti alimentari cotti, freschissimi (come formaggi freschi,latte, prodotto dolciari o di panetteria) o comunque prossimi alla scadenza  e donarli ai market solidali o alle mense sociali. Attraverso questa app, sviluppata dal team Ict4G della Fondazione Bruno Kessler (ente di ricerca che opera nel campo scientifico, tecnologico e delle scienze umane), i bar, ristoranti, alimentari e supermercati che hanno deciso di aderire al progetto, potranno segnalare la loro disponibilità di eccedenza da donare, la quale verrà recuperata dai volontari che effettueranno i ritiri giornalieri. 

Una soluzione di grande importanza, “un esempio per gli altri – come spiega il vice presidente fondazione Cariparma, Stefano Andreoli – perché una città che non governa lo spreco, non può definirsi una città sostenibile”.

 

di Elena Brozzetti

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