Il Grande Fiume e la sua gente

LA PIENA DEL PO: PAURA, MA NON TROPPA.

Mi ha sempre  affascinato il Grande Fiume: è un qualcosa di magico, di leggendario, che trascina con sè segreti e paure, amori e guerre. E’ quell’aurea misteriosa che gli ha costruito attorno prima la narrativa di Guareschi e poi i film, con Gino Cervi e Fernandel. E la gente del fiume è spettacolare: semplice, umile e di una religiosità infinita.

La gente della Bassa non teme il Po: lo conoscono troppo bene e sanno che non li tradirà. Lo abbiamo visto in questi giorni, con il transitare della piena: chiunque venisse intervistato alla televisione o ai giornali, sorridendo dichiarava “Non c’è da preoccuparsi”, “Ci penserà la Provvidenza”, “Nel 2000 è arrivata qui, chissà quest’anno se arriverà oltre”. Il tutto con una calma impressionante, ben diversa dalle urla e dalla rabbia che lascia l’esondazione dei torrenti a Genova, Chiavari, Parma, Carrara.

Camminando lungo l’argine del Po si incontrano tante cappelline votive con la statua della Madonna: le hanno messe a protezione dei centri abitati, affinchè l’acqua – arrivata alla cappella – si ritiri e non distrugga case o faccia del male alle persone. E ci credono fermamente: la gente alla Bassa sa che la Madonna li proteggerà e che la Provvidenza farà in modo che il Grande Fiume si ritiri nel suo letto, senza danni. E’ una cosa un pò magica: tutto oggi sembra di fretta, cambiato, diverso, ma alla Bassa sono rimasti uguali a cinquat’anni fa. Quando arriva la piena ancora suonano le campane della Chiesa e del Comune, per avvertire la popolazione di allontanarsi dal fiume. Sono abituati ad essere sfollati: preparano le loro cose con calma, mettono pile di sacchi di sabba davanti ai cancelli e alle porte e poi vanno verso  il paese, all’interno. E aspettano che il fiume invada la golena, si prenda il suo spazio; per poi rientare a casa appena questo si ritira e torna nel suo letto.

E’ affascinante sentirli raccontare le storie del Grande Fiume: ti trascinano dentro, ti avvolgono nella leggenda e a volte non capisci nemmeno dove inizia la fantasia e finisce la realtà. Hanno delle barchette che quando le si guarda, pare che imbarchino acqua da tutte le parti, eppure loro ci vanno tranquilli, in lungo e in largo per il Po, anche quando la stagione è brutta. E non affondano mai.

C’è uno strano legame tra il Po e la sua gente, come se nascosto negli albori del tempo ci fosse un patto segreto tra i due. Come se il Po, gli avesse detto: “Rispettatemi. Non costruite selvaggiamente lungo i miei argini, non fate ponti dove io non possa passare, non inquinatemi. E io, rispetterò voi e le vostre case. Per sempre”.

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