Un’avvocatessa alla conquista della Serie A

ELEONORA PROST: "IL CALCIO È' LA MIA PASSIONE, MA PER IL FUTURO HO ALTRI PROGETTI"

reggianaChi lo dice che il calcio è roba solo da uomini? Negli ultimi anni, infatti, sono sempre più le ragazze che si avvicinano al mondo del pallone. E questo è il caso di Eleonora Prost. Classe’90, parmigiana doc, già da bambina Eleonora si innamora del pallone: “La mia passione è cominciata fin da piccola con il mio gemello e nel tempo libero giocavamo a casa con mio fratello grande”.

 

I PRIMI CALCI A MARORE – Seguendo l’idolo di sempre, Cruijff, prima dell’avventura alla Reggiana, Eleonora fa parte dell’Arsenal di Marore, squadra a cui è rimasta legata, perché si è sentita accolta come una famiglia. L’impatto però non è dei migliori: è l’unica ragazza in squadra. “All’inizio i miei amici maschi mi prendevano in giro – spiega – e infatti è stato difficile ma solo per poco, perché dopo hanno visto che ero capace di giocare quanto loro. Più che altro mi hanno presa in giro gli avversari, però ero forte dei miei compagni di squadra che mi difendevano in massa da prese in giro e brutte entrate”.

 

L’ESORDIO CON DOPPIETTA – Cresciuta calcisticamente a Reggio Emilia, in quanto a Parma non c’era nulla a livello femminile, Eleonora inizialmente non è convinta di abbandonare i vecchi compagni di squadra. “A Reggio – racconta – non volevo andare perché non volevo smettere di giocare con i maschi e iniziare con le femmine. All’inizio è stata dura cominciare con loro: i primi mesi non parlavo con nessuno, però dopo ho trovato delle compagne molto disponibili, comprensive e socievoli e abbiamo formato un gruppo bellissimo”. Eleonora fa il suo esordio in Serie A del campionato di calcio femminile giovanissima. Nel 2005, a 15 anni, subentra nella gara tra Reggiana e Oristano. “L’esordio è stato curioso: mi hanno chiamata il venerdì pomeriggio (non me l’aspettavo) chiedendomi se potevo andare a giocare perché si era fatta male una mia compagna più grande. All’inizio ho rifiutato, ma poi ci ho ripensato”. La Prost entra e segna una doppietta che non riesce a dedicare a nessuno a causa della grande emozione, come lei stessa ricorda, nonostante ad applaudirla in tribuna ci fossero il fratello Enrico e i suoi genitori.

 

IL PRESTITO ALL’ATALANTA – La giocatrice rimane alla Reggiana fino al 2009, dopodiché viene girata in prestito all’Atalanta. “A Bergamo sono andata in prestito dopo che avevo iniziato l’anno a Reggio, ma avevo davanti punte troppo forti (all’epoca ero ancora attaccante e non centrocampista come adesso) e non trovavo spazio. Ero un po’ stanca di fare panchina, avevo voglia di giocare e per questo ho parlato con il mister dicendogli che volevo andare in un’altra squadra. Bergamo era tutto sommato vicino e sono andata lì. In squadra c’erano più giovani che a Reggio, ho trovato spazio e stavo bene: era quello l’importante”.

 

rivieraromagna SI RIPARTE DALLA ROMAGNA – Tornata a Reggio, Eleonora vi rimane fino al 2011, quando la società emiliana chiude i battenti causa del fallimento. La Prost passa così al Riviera di Romagna, formazione neopromossa in Serie A, restandovi una sola stagione. Una scelta comunque non facile. “È stato un sacrificio importante, però la Reggiana era fallita, quindi si trattava di smettere o di andare in un’altra squadra. L’Atalanta nel frattempo era retrocessa e io volevo rimanere in Serie A. Così sono andata al Riviera”. Per Eleonora è una stagione così così: dopo un buon avvio torna a fare panchina, complice anche qualche incompresione con il mister. Nonostante rimanga solo un anno in Romagna si affezione all’ambiente e come rivela è rimasta in contatto sia con il presidente sia con alcune compagne di squadra.

 

BRESCIA SUBITO NEL CUORE –  Nel 2012 arriva la grande svolta: Eleonora passa al Brescia. E qui le cose vanno davvero bene, sia perché ritrova vecchie compagne della Reggiana, sia perché trova un pubblico molto presente e caloroso, che segue con passione la squadra. “A Brescia ci starei a vita se fosse per me -confessa-, mi trovo bene perché è una società nata da poco e ha voglia di impegnarsi. Sta facendo bene, gli investimenti fatti hanno un riscontro e questo è importante.” Una rosa molto giovane quella del Brescia Calcio. “Sono tutte molto serie – rivela Eleonora – si impegnano molto e il livello è alto. Alcune ragazze vanno anche in Nazionale”.

scudettoFESTA SCUDETTO – Nella scorsa stagione la squadra di Milena Bertolini vince il campionato e la Supercoppa italiana. A proposito dello scudetto la Prost racconta come è andata: “La finale scudetto è stata bellissima, un’emozione incredibile, perché avevamo quattromila persone a vederci e molti erano i ragazzi della curva nord del Brescia maschile. Abbiamo fatto montare una tribuna in più per loro e la città era bloccata perché continuavano ad arrivare persone per questo scontro. Avevamo solo due punti in più della Torres, l’avversaria, per cui avevamo due risultati possibili, ma c’era l’ansia di non riuscire a portarne a casa neanche un punto. A ogni pallone toccato il pubblico rumoreggiava, ti sentivi proprio allo stadio”. Al gol del Brescia sembra fatta e invece arriva la doccia fredda con il pareggio della Torres. La paura di non farcela e di non riuscire a portare a casa quello per cui Eleonora e compagne hanno lottato è tanta, ma il lieto fine è dietro l’angolo. Al 93° rigore per il Brescia: gol ed esplode la festa. “Siamo entrate tutte in campo – ricorda – ed è iniziato il delirio che ha coinvolto tutti”. Le leonesse nello stesso campionato vincono, ai rigori, anche la Supercoppa italiana con una partita, a detta di Eleonora, giocata male a causa della preoccupazione di deludere le aspettative dei tifosi da campionesse d’Italia

L’ESORDIO IN CHAMPIONS LEAGUE – Sempre con la maglia del Brescia, Eleonora ha la possibilità di esordire nella Champions League. “Lo stadio era pieno – racconta – giocavamo al Rigamonti, lo stadio del Brescia, mentre di solito giochiamo in dei campetti. Il fatto di entrare in uno stadio e giocarci era già importante di suo senza tener presente che giocavamo in Champions contro il Lione. In più, in quella partita ci saranno state cinquemila persone e non quelle solite venti o trenta che vengono a vederci tutti i sabati”. In più aggiunge: “Credo che nei sogni di ogni bambino che fa il calciatore ci sia di giocare almeno una volta in Champions in più giocavamo contro il Lione che è la squadra più forte che io abbia mai visto. Sono arrivate quattro volte in finale e per tre volte hanno vinto, ti trovi a giocare contro dei campioni”

eleonora prost arOBIETTIVI E SOGNI – Per quanto riguarda gli obiettivi, la Prost è chiara: scudetto e almeno la finale di Coppa Italia Giusto per riscattare l’eliminazione precoce nella scorsa edizione. Il grande sogno, però, è l’azzurro. “Giocare in Nazionale mi piacerebbe molto – svela la calciatrice – ci sono stata quando ero piccola, ma è diverso. Quando sei lì, sai che te la giochi con tutte le migliori. Quando hai ventiquattro anni è più difficile dimostrare se sei all’altezza. Per me è più difficile perché sono impegnata anche con lo studio e le mie energie migliori vanno lì. Il calcio rimane uno svago, altre mie compagne invece lo intendono come l’obiettivo principale.

A PROPOSITO DI CALCIO FEMMINILE- È sotto gli occhi di tutti che di calcio femminile se ne parli troppo poco e così Eleonora prova a spiegare come si tratti di una disciplina nemmeno lontanamente paragonabile al calcio maschile, perché le differenze sono davvero troppe, nonostante oggi ci siano molte ragazze che praticano questo sport ad alti livelli. “Non parlo solo di stipendi o di visibilità, ma parlo proprio di un riconoscimento, non tanto istituzionale. Oggi come oggi se una ragazza gioca a calcio o meno, non cambia assolutamente niente, con tutti i sacrifici che deve fare per giocare…” Sicuramente una presa d’atto da parte degli altri che queste ragazze di sforzi ne fanno sarebbe dovuta ma sembra che non venga fatta. Al contrario, in Paesi come Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, Svezia, il calcio femminile è professionistico.

NON SOLO CALCIO – Nella vita di tutti i giorni, Eleonora ha una laurea in tasca in Giurisprudenza e lavora in uno studio da avvocato insieme al fratello. Come lei stessa ammette: “Dormo poco, nel senso che per arrivare a fare tutto (pratica e allenamenti) e farlo bene dovrei, avere una giornata da 56 ore. Tanti caffè e sempre di corsa. Non ho quasi mai tempo libero. Infatti esco poco con gli amici per divertirmi”. Il calcio è la sua passione, ma non una professione e la consapevolezza di non poter giocare per sempre c’è. “Sia chiaro: farò sempre una partita di calcetto con gli amici, ma vorrei impegnarmi anche in qualcos’altro per il mio futuro. Sono orgogliosa di essere riuscita a conciliare il tutto fino ad ora, arrivando anche ad una laurea. Andando sempre più avanti l’impegno professionale mi richiederà più tempo e prima o poi dovrò mollare o l’uno o l’altro. Ma voglio posticipare il più possibile questa scelta.”

di Giorgia Camoni e Samanta Carrea

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