Tardini “stadio all’inglese”, cuore del nuovo Parco dello Sport

PIANO PER APRIRLO PIU' VOLTE A SETTIMANA, ATTIVANDO RISTORANTI, SERVIZI E ATTIVITA' PER BAMBINI. MA LA RITRUTTURAZIONE RESTA LONTANA

gradinate curva nord ppLo scorso 20 gennaio la società Parma Calcio 1913 si è (ri)aggiudicata il bando per la gestione dello Stadio Tardini sino al 2025. La concessione prevede la gestione ordinaria dello stadio e l’attribuzione dei costi di mantenimento alla società calcistica. Il nuovo accordo, stipulato per i prossimi 8 anni, potrebbe permettere di investire sulla struttura nel breve e lungo periodo, come dimostrano gli interventi già realizzati per il nuovo Store e per il Museo del Parma. Inoltre, potrebbe forse essere l’occasione per ristrutturare il Tardini, uno dei sogni della tifoseria parmigiana. Quali sono i piani d’intervento nel breve e lungo periodo per riportare il Tardini all’antico splendore?

DISAGI E NUOVE OPPORTUNITÀ – La posizione dello stadio comporta, durante le partite, alcuni disagi al traffico: i quartieri limitrofi, come quello della Cittadella, devono affrontare la chiusura di tratti di strada per evitare che si possano creare ingorghi.
Si potrebbe pensare che i residenti vedano lo stadio come un elemento di disordine, ma l’opinione degli abitanti della Cittadella è tutt’altro che negativa. Dalle dichiarazione della coordinatrice del Comitato Cittadini Volontari del quartiere Cittadella, Nadia Buetto, si nota il forte legame con lo stadio: “È ovvio che vengono a crearsi dei disagi di viabilità durante gli eventi sportivi. È idea generale, però, che avere lo stadio in città sia motivo di pregio”. L’unica cosa su cui si potrebbe migliorare è la gestione della viabilità, attraverso una campagna più incisiva che incentivi i cittadini a recarsi allo stadio attraverso piste ciclabili, percorsi pedonali o mezzi pubblici. “La cosa che dispiace è che la struttura venga utilizzata solo per accogliere l’evento sportivo ogni circa quindici giorni, quando invece potrebbe essere sfruttato per l’organizzazione di più eventi” afferma Nadia Buetto.
Questa potrebbe essere la soluzione per andare incontro a quei cittadini non totalmente soddisfatti dell’attuale situazione ma che allo stesso tempo vorrebbero vedere maggiormente sfruttata la zona: avere molte più attività che animano il quartiere aiuterebbe a sopportare i disagi di due sole domeniche al mese. L’evoluzione dello stadio con l’arrivo di nuovi servizi permetterebbe di far crescere il quartiere.
Dal canto suo l’amministrazione comunale si è già mossa in questa direzione, cercando di accogliere le istanze dei cittadini. Infatti, giovedì 16 marzo, verrà presentato il nuovo Psc, piano strutturale comunale, ai quartieri limitrofi lo stadio in cui si dovrebbe concretizzare la realizzazione di un Parco dello Sport.

IL COMUNE IN CAMPO – Il nuovo Psc prevede appunto il rilancio dello stadio Tardini  attraverso la creazione di un Parco dello Sport, con il Parco Ferrari collegato con le strutture dello stadio: Lo Stadio si inserirebbe all’interno di un sistema di aree pubbliche con dotazioni sportive per tutta la cittadinanza e verrebbe potenziata l’area pubblica del Parco Ferrari come luogo dedicato allo sport, al benessere e all’attività fisica” afferma l’assessore all’urbanistica Michele Alinovi. La cosa avviene già in maniera informale ma in questo modo si verrebbero a creare dei nuovi percorsi verdi che metterebbero in collegamento tutta la città. Il progetto prevede anche curva sudl’implemento di attività non direttamente collegate al calcio, come ad esempio la concessione di nuovi spazi per ristoranti, caffetterie o negozi di abbigliamento. Il tutto in previsione di un ritorno del Parma in Serie A.
Secondo l’opinione di Alinovi , “in questo modo diventerebbe uno stadio moderno e contemporaneo, sul modello di quelli nord europei, e quindi si aggiungerebbero nuove tipologie di servizi pubblici.”

Scartata invece l’idea di spostare lo stadio nella periferia della città per cancellare i disagi alla viabilità: “Lo stadio è sempre stato in centro e pensiamo che sia proprio per questo una ricchezza per la città. I cittadini che seguono le partire animano il quartiere e rendono la partita un momento di socialità. Metterlo in periferia, come per esempio in zona fiere, toglierebbe il problema traffico, ma lo renderebbe un contenitore vuoto senza significato“, afferma Alinovi. Gli stessi servizi, se lontani dai cittadini, rischierebbero di essere utilizzati solo in concomitanza delle partite. L’assessore accenna alla possibilità di pensare nel lungo periodo alla creazione di un parcheggio interrato sotto la struttura, “ma sono ragionamenti che potranno esseri fatti quando la squadra raggiungerà la massima lega”.

Il bando di gara per l’assegnazione della gestione dello stadio ad una società esterna ha visto la partecipazione della sola società Parma Calcio 1913, nata dall’unione tra Nuovo Inizio srl e Parma Partecipazioni Calcistiche srl, che è riuscita ad offrire un progetto che ben ricalcava le aspettative dell’amministrazione comunale, come spiega l’assessore allo sport Giovanni Marani: “Hanno presentato delle progettualità che noi condividiamo. Se si parla di mantenere quell’impianto all’interno della città, deve essere qualcosa al servizio della città stessa.”
Quello che viene da chiedersi è perché il bando preveda una gestione di soli 8 anni, un lasso di tempo molto limitato in previsione di una possibile ristrutturazione. Marani motiva così la scelta: “Bisogna tenere conto di tante variabili, tra cui l’ambizione della squadra ad accedere alle leghe successive, ma anche la stabilità della società”. In virtù di questa situazione, il bando prevede una concessione di soli otto anni, utili all’amministrazione per vedere lo svolgersi degli eventi e capire se il progetto darà i suoi frutti. Visti i trascorsi delle vecchia società calcistica Parma FC, la priorità è concentrarsi su obbiettivi a breve periodo, evitando di fare il passo più lungo della gamba. Avere una squadra in serie A è tutt’altra storia rispetto a quella attuale, di fatti: “Con l’arrivo alla massima lega – chiarisce Marani –  il soggetto gestore si troverebbe a dover affrontare  un ulteriore aumento dei costi che potrebbe essere difficile da gestire, quindi la scelta degli otto anni è un tempo ragionevolmente lungo da permettere l’ammortamento di alcuni investimenti. Ci siamo dati questo limite per poter fare poi dei progetti successivi”.

NUOVA SOCIETÀ, NUOVE AMBIZIONI – La linea organizzativa della società pare museo tardiniricalcare le opinioni dell’amministrazione comunale. L’attenzione è posta sul creare un luogo di aggregazione che porti il Tardini ad essere molto più di un semplice stadio. Lo spostamento della struttura è un’idea esclusa a priori perché anacronistica e lontana dall’idea di stadio come centro pulsante della vita della città, come tutti i club delle città europee dove si evita la dispersione dei tifosi. Discorso diverso per la sua ristrutturazione, dato che gli ultimi interventi risalgono alla metà degli anni ’90: “Abbiamo già dovuto affrontare molte problematiche, come le perdite dalla tettoia della tribuna, l’allagamento della centrale termica, l’anello antincendio oppure il rifacimento dei bagni e di altre sale presenti nella struttura. Al di là dei problemi di manutenzione, noi puntiamo sul far sì che lo stadio possa vivere tutta la settimana” afferma Luca Carra, amministratore delegato del Parma Calcio 1913. Il progetto prevede lo sfruttamento delle aree che per anni sono state lasciate senza un utilizzo preciso:  esempi concreti del rinnovo sono lo Store e il Museo del Parma, ai quali andrebbero ad aggiungersi dei laboratori per i ragazzi dalle elementari alle superiori: “Vorremmo creare, con la collaborazione di Giocampus, una sorta di dopo scuola, dal laboratorio di danza a quello del gusto. In sostanza, una serie di attività che porterebbero i ragazzi allo stadio durante la settimana. È un peccato lasciarla così perché è una zona in centro città facilmente raggiungibile e che andrebbe vissuta”, dichiara l’ad.
Oltre ai servizi culturali, la società vorrebbe accogliere un ristorante, utile a tutti coloro in visita allo stadio. Sul modello inglese, la società è in contatto con varie aziende che operano nel settore, augurandosi di poter aggiungere nel futuro altri tipi di esercizi commerciali. “Tutti a Parma lo chiamano ‘la casa dei tifosi’: lo deve essere tutta la settimana, non solo la domenica”. Avendo in gestione lo stadio solo per otto anni, non si può ancora parlare di progetti a lungo termine riguardo l’impianto e a una sua possibile ristrutturazione: “Non ci sono gli spazi per ammortizzare un investimento a lungo termine. Luca Carra ppNel caso in cui, con una nuova amministrazione, si riesca ad ottenere un diritto di superficie trentennale o della durata di 99 anni, allora si potrà ristrutturare lo stabile, riducendone la capienza”. Quest’ultima andrebbe rivista alla luce dell’affluenza attuale dei tifosi. Attualmente lo stadio sarebbe in grado di ospitare circa 22 mila tifosi, ma lo stesso ad ritiene che sia una quantità eccessiva per la città di Parma. Lo scopo della società è di ridurre il numero di posti a sedere a 18 mila – 20 mila, ma con molti più comfort. Per il momento, però, non ci sono le condizioni per farlo. La gestione dello stadio comporta bassi introiti, ora come ora. Bisognerà puntare su maggiori entrate per poter garantire una solida base economica da usare per apportare cambiamenti significativi. La questione del parcheggio sotterraneo, per migliorare la viabilità della zona e cercare di arginare il più possibile i disagi creati dall’arrivo dei tifosi, non è ancora stata discussa, nemmeno con l’amministrazione comunale: “Bisognerà capire la reale necessità del parcheggio. Un piano che stiamo avviando, sfruttando l’area cortilizia, è quello di aprirla per il parcheggio e fornire un servizio di noleggio biciclette“, conclude Luca Carra.

 

di Fabio Manis e Carlotta Pervilli

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