Come in un giallo: sulle orme di un investigatore privato

ATTREZZATURE, COMPENSI E I CASI PIU' COMUNI

Ispettore GadgetRivolgersi a un investigatore privato fa molto film americano, e anche solo entrare in un’agenzia di investigazione ti fa sentire dentro un film di James Bond.

Eppure sul territorio cittadino sono diverse le agenzie di investigazione che offrono i loro servizi alla popolazione e, al contrario di quanto si possa pensare, gli investigatori made in Parma sono molto occupati. Questi Sherlock moderni hanno a che fare quotidianamente con sospetti di tradimento, recupero crediti, investigazioni economico-aziendali e attrezzature ultra tecnologiche. I casi più frequenti ultimamente sono quelli di indagini aziendali: datori di lavoro che ricorrono ad un detective per accertamenti su infortuni dei propri dipendenti e di coloro che si avvalgono della legge 140 sulle disabilità.

A differenza di qualche anno fa, i requisiti per diventare un investigatore privato sono diventati molto rigidi: un diploma di laurea in ambito giuridico, economico, politologico o psicologico; aver svolto con profitto un praticantato di minimo tre anni a fianco di un investigatore privato autorizzato almeno da cinque anni con costanza di lavoro e attestato positivo da parte del ‘tutor’;  aver partecipato a corsi di perfezionamento riconosciuti dalle Regioni o dal Ministero sulle investigazioni private ad indirizzo civile. All’Università di Bologna è possibile seguire un corso di laurea in Scienze dell’investigazione la cui sede si trova a Forlì.

 

I PRIMI PASSI –  Quando si chiama un’agenzia di investigazione, viene fissato un incontro tra l’investigatore e la persona che richiede il servizio. Una volta capito di cosa si tratta, l’agenzia propone un preventivo e se il cliente accetta, le indagini cominciano nel giro di ventiquattr’ore. Il rapporto con le forze dell’ordine è di aiuto reciproco: a Franco Ponzi è capitato di prestare attrezzature per le indagini di polizia o di dare consulenza in ambito penale.

 

I COMPENSI – I compensi di un investigatore partono da un minimo di € 30,00 all’ora IVA e spese escluse, in ambito di investigazioni private – cioè che riguardano la sfera privata dei cittadini, tradimenti, accertamenti eredità, rintracciamento persone, e si differenziano dalle investigazioni economiche o aziendali- ma salgono sensibilmente se si scende in altri ambiti. Per esempio, uno degli investigatori di Parma, Franco Ponzi, riferisce di chiedere tra i 60 e i 100 euro l’ora a seconda del caso, di quante persone devono lavorarci e di chi è oggetto d’indagine.

 

LE ATTREZZATURE — Dimenticate impermeabile e lente d’ingrandimento: a un investigatore non devono mancare buona volontà e molta pazienza, ma soprattutto cellulari, macchina fotografica e telecamera. E poi quegli strumenti chiamati molto banalmente Spyphone: sono cellulari che contengono un software spia, capace di inoltrare automaticamente chiamate e i messaggi ricevuti da un dispositivo ad un altro al quale è collegato. Sono strumenti facilmente acquistabili su internet e fruibili a tutti. Un modo come un altro per sentirsi 007 nella vita quotidiana?
Non proprio: questa pratica attuata da un privato cittadino è reato e se ne dovrà rispondere penalmente. La legge sulla privacy è alleata e nemica di un investigatore: rinnova il permesso di indagare su singole persone o aziende, permette di scattare foto, filmare e registrare tutto ciò che avviene per strada o all’interno di abitazioni e locali privati stando all’esterno. Allo stesso tempo, però, ad un investigatore non è possibile entrare nella casa di un privato cittadino, o riprendere direttamente dei dipendenti a lavoro e potrebbe essere denunciato proprio in funzione della legge sulla privacy.

 

di Giulia Berni, Darika Fuochi e Silvia Moranduzzo

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