Fumo, cannabis, alcol: 10 cose che non sai

LA SCIENZA E LE DIPENDENZE: CAUSE, EFFETTI, PREDISPOSIZIONI

addiction“A chi diceva ‘È stato un male’ a chi diceva ‘È stato un bene ‘ raccomandò ‘Non vi conviene venir con me dovunque vada…'”

Tutti abbiamo i nostri Fabrizio De Andrè, genitori pronti a fare l’analisi delle nostre amicizie più intime e, in un certo modo, controllare soprattutto che stiamo alla larga da una cosa: dipendenze. La paura è sempre la stessa: passare dal riverberato ‘smetto quando voglio’ al tragico ‘ne ho bisogno’. Ma siete sicuri di sapere proprio tutto sulle dipendenze? Ecco le 10 cose che (probabilmente) non sapevate.

1. LA NICOTINA NON È IL TUO UNICO PROBLEMA – I fumatori sono spesso convinti che il problema della loro adorata sigaretta sia la nicotina: dovranno ricredersi. Questa sostanza è sicuramente la causa scatenante della dipendenza da tabacco, anche se non è l’elemento più pericoloso. Il prof. Poli, docente di farmacologia all’Università degli Studi di Parma, spiega: “Spesso identifichiamo il fumo di sigaretta con la nicotina, ma è sbagliato, gli effetti della nicotina sono passeggeri, temporanei. Ma quello che resta nell’organismo sono gli effetti della combustione ovvero gli idrocarburi policilici, colantrene e così via. Di queste molecole ce ne sono centinaia, ciò che le accomuna sono il fatto di essere pre-cancerogene ovvero sostanze che poi vengono tradotte in cancerogene dal fegato”. Cari fumatori, ora avete un’ulteriore preoccupazione.

2.TUTTA COLPA DELLA DOPAMINA – Alla base di ogni dipendenza, lo stimolo di dopamina, un neurotrasmettitore che partecipa  ai meccanismi di ricompensa e piacere e, in questo caso, all’effetto piacevole e gratificante della sigaretta, della droga o dell’alcol che conduce il soggetto ad un condizionamento comportamentale.
E’ il motivo che porta a reiterare l’assunzione della sostanza o dell’alcol per provare nuovamente attraverso questa scorciatoia farmacologica il senso di gratificazione e di piacere. L’approccio al sistema dopaminergico può avvenire anche in modo indiretto: in un certo senso è più l’aspettativa per la gratificazione a mobilitare il rilascio di dopamina che non la reale fruizione della gratificazione.

sigaretta

3.IL GENTIL SESSO È PIÙ SENSIBILE ALL’ALCOL – Signore e signorine, non esagerate, con voi l’alcol è più cattivo. Come spiega la Dottoressa Cristiana Di Gennaro, medico specialista in Medicina Interna, professore universitario e responsabile del Centro Alcologico Universitario di Parma, “l’organismo femminile, rispetto a quello maschile, risulta essere più vulnerabile agli effetti dell’alcol. Le linee guida nutrizionali raccomandano che una donna adulta e in buona salute non superi un consumo giornaliero di 1-2 unità alcoliche, mentre l’uomo non deve superare le 2-3 unità alcoliche.” Perché questa differenza? La dottoressa spiega: “Questo dipende dal fatto che l’organismo femminile presenta una massa corporea inferiore rispetto all’uomo, minor quantità di acqua corporea e meno efficienza dei meccanismi di metabolizzazione dell’alcol.” Ragazze, che dire? Andateci piano.

4.QUESTIONE DI GENETICA – E se non fosse colpa vostra? Sì perché le cause di una dipendenza potrebbero anche essere dovute alla genetica di un individuo. “Quando si parla di dipendenze – spiega la dottoressa Cristiana Di Gennaro – bisogna considerare la storia biologica della persona, cioè esperienze avverse di traumi o abusi, l’importanza della genetica e la resilienza, cioè la capacità del soggetto di trasformare un evento avverso in positivo. La correlazione genotipo/vissuto è un valido marcatore di rischio per lo sviluppo, ad esempio, di alcolismo e delle alterazioni che lo precedono o lo accompagnano, rappresentando uno strumento utile per individuare i soggetti a maggior rischio di uso di sostanze.” Ma c’è l’aspetto positivo, perché questa correlazione può aprire a nuove cure: “In quest’ottica, l’utilizzo di sostanze in grado di modulare l’alterazione di un determinato polimorfismo genetico potrebbe rappresentare un futuro strumento terapeutico personalizzato per riparare il disturbo comportamentale”.

5.”NON BERE DURANTE LA GRAVIDANZA” – Il consiglio perentorio di ogni madre, ginecologo e dottore, ma conoscete il motivo? Continuate a leggere. L’etanolo, la sostanza contenuta all’interno dell’alcol, infatti, è in grado di attraversare la placenta e arrivare al feto a una concentrazione di poco inferiore a quella ematica materna. Le cellule fetali, non essendo dotate di enzimi capaci di metabolizzare l’alcol, ne subiscono gli effetti dannosi in particolare a livello del cervello e dei tessuti in via di formazione.  L’azione tossica dell’alcol interferisce sui normali processi di sviluppo fisico ed intellettivo del feto provocando malformazioni e ritardo mentale più o meno gravi in funzione dei livelli di consumo. Quindi, ora sapete perché, mie care.

6.ITALIANI. GIOVANI BEVITORI – Se pensavate che i tedeschi o gli irlandesi avessero il gomito alto, ‘guardate’ sinceramente nel vostro fegato, amici, italiani, compatrioti. Evidentemente non avete dato un’occhiata alle statistiche: si dà il caso che il 66% di Italiani, contro il 62% della media dell’Unione Europea, non considera pericoloso il consumo di alcool. Inoltre l’Italia ha la più precoce età di avvio al bere: media di 12,2 anni contro i 14,6 dell’Ue. Nel 2013 (dati OMS) il consumo di alcool è diventato fattore di rischio di mortalità prematura con un aumento dei ricoveri ospedalieri urgenti, dal 50% al 60.6%, e dei Trattamenti Sanitari Obbligatori, da 1% a 1.4%.

7.SEI CONSAPEVOLE DI CIÒ CHE FUMI? – Le prime informazioni sulla cannabis che bisogna avere sono quelle che permettono di comprendere in che modo questa pianta riesca a generare determinati effetti. La cannabis contiene circa 400 alcaloidi differenti, ma quelli responsabili degli effetti psicoattivi, cioè in grado di interferire con le funzioni cerebrali, sono due: Thc (Δ9-tetra-idro-cannabinolo, che provoca effetti euforico-allucinogeni); Cbd (cannabidiolo, responsabile degli effetti sedativi). A seconda della differenza di concentrazioni di questi due alcaloidi, gli effetti della cannabis differiscono per ogni varietà e possono essere principalmente euforici, nel caso prevalga il Tch, oppure rilassanti, dove invece prevalga il Cbd. Molto spesso si crea una certa confusione perché si identifica la cannabis con altre droghe, marijuana e hashish, mentre in realtà queste due sono dei derivati che si ottengono rispettivamente dalle infiorescenze femminili e dalla resina della pianta.

alcol8.FUMARE E BERE? DOPPIA RAZIONE DOPPIO RISCHIO – Dopo un bel sorso di birra non c’è niente di meglio di una sigaretta, i fumatori lo sanno bene e non sono pochi a riunire questi due vizi. C’è solo un problema, le conseguenze. Chi combina alcol e sigarette aumenta fortemente il rischio di riscontrare tumori. La già citata dottoressa Di Gennaro  spiega i pericoli di questo mix: “L’eccessivo consumo di alcol e il fumo sono considerati i più importanti fattori di rischio per il cancro del distretto cervico-facciale. Gli effetti tumorali promuoventi dell’alcol sono tuttavia poco chiari e il suo effetto cancerogeno è indipendente. L’acetaldeide pare abbia effetti mutageni, facilitando l’inizio del tumore oppure agendo come promotore tumorale. Questa neoplasia insorge circa 15 anni prima rispetto ai non bevitori e ai non tabagisti, con un rischio relativo massimo per il carcinoma ipofaringeo. Negli astemi è stata riportata una incidenza inferiore di cancro del distretto cervico-facciale rispetto alla popolazione generale”. Avete coraggio di controbattere?

9.LE QUATTRO DIMENSIONI DELLA DIPENDENZA – Secondo vari studi i tratti della personalità sono alla base della predisposizione verso le dipendenze. Si ritiene che il temperamento di un individuo, combinato ad aspetti culturali, sociali e ambientali, possa indicarci la propensione di una persona verso la dipendenza. Il prof. Pruneti, docente di psicologia clinica nella Facoltà di Medicina di Parma, spiega il concetto di ‘Dimensioni Temperamentali’: “Secondo questa teoria ci sono quattro fattori: la Novelty Seekining, la caratteristica di un soggetto alla continua ricerca di nuovi stimoli; l’Harm Avoidance, la tipica paura di chi vuole evitare situazioni dannose; la Reward Dependence, la ricerca di gratificazioni sociali, interpersonali e ambientali e infine la Persistent, la tenacia di un individuo ad affrontare le difficoltà con costanza e pervicacia. In base alla all’espressione di queste quattro variabili si può capire quanto si è propensi alla dipendenza”.

10.TESTA LA TUA DIPENDENZA – Volete scoprire quanto siete dipendenti da una sostanza? Griovagando per il web si possono trovare molti test utili e ‘affidabili’. Ci sono però anche siti specializzati, dove, per così dire, si può trovare un riscontro veritiero e magari prendere in mano i propri vizi e darci un taglio. Un esempio è il ‘test di Fagerstrom‘, utile ai fumatori. Attraverso sei semplici domande potrete capire le vostre condizioni e, nel caso, consultare un centro di esperti. Per quanto riguarda l’alcol, uno dei più affidabili è sicuramente il ‘test AUDIT‘, strutturato dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

di Fabio Manis e Francesca Iannello

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