Amore oltre i confini (e la burocrazia): il cuore grande delle adozioni internazionali

COSA SIGNIFICA E COME ADOTTARE UN BAMBINO STRANIERO, TRA PRATICHE E TENACIA

ragazzi diverse etnieGli ultimi dati disponibili sul numero di adozioni internazionali nel nostro Paese risalgono al 2013: il Cai, la Commissione per le Adozioni Internazionali presieduta dalla vice presidente Della Monica con delega dal primo ministro Gentiloni, è bloccata da due anni.
Quegli ultimi dati ufficiali parlano dell’ingresso di 2825 minori in Italia nel 2013, un -9% rispetto all’anno precedente. Negli ultimi dieci anni le adozioni internazionali hanno avuto un drastico calo, con punte di 4130 nel 2010 fino ai poco più di 2 mila secondo le ultime prospettive del 2015. Nell’ultimo periodo si è tornato a parlare di questo argomento dopo l’inchiesta del giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti su alcuni bambini del Congo ‘non adottabili’ e l’ente autorizzato AiBi. Ma come funzionano le adozioni internazionali in Italia? Quale iter devono seguire i genitori italiani per poter adottare un bambino?

ANNI DI BUROCRAZIA – L’iter burocratico parte, in Emilia Romagna, da un primo incontro conoscitivo con assistenti sociali e psicologi, seguito da circa 8-10 appuntamenti successivi per stilare una relazione completa e scritta prima di presentare la richiesta di adozione internazionale al Tribunale per i Minorenni di competenza. Passaggi che sono anche il modo con cui la coppia viene a conoscenza del lungo percorso che dovrà affrontare, fatto di interminabili attese e decine di diversi documenti. La relazione stilata viene poi trasmessa al tribunale di competenza che nel giro di due mesi chiama in udienza i due coniugi per approfondire le indagini. I punti su cui gli assistenti sociali e gli psicologi premono vanno dall’adattabilità della coppia alla stabilità della relazione: “È fondamentale – spiega la dottoressa Patrizia Forlini del Centro per le Famiglie di Parma – che l’adozione non nasca dall’esigenza di risanare un matrimonio in crisi, ma sia una scelta consapevole. Le nostre indagini restano teoriche ma le coppie vengono messe alla prova con esempi pratici in cui devono mostrarci come si muoverebbero in situazioni che potrebbero capitare realmente”. Se la sentenza dei giudici è di esito positivo, verrà emanato un decreto di idoneità. E’ qui che entrano in gioco gli enti autorizzati dal Cai, con il compito specifico di accompagnare padre e madre lungo tutto il percorso, anche post adozione. “I tempi italiani sono celeri, vengono rispettate le scadenze” afferma Barbara Zallio, volontaria dell’ente autorizzato Associazione di volontariato Ernesto e madre adottiva. La parte difficile arriva quando ci si deve scontrare con la burocrazia estera, come conferma Caterina Solinas, referente di Parma dell’ente Associazione Ernesto aperto lo scorso novembre: “Dipende molto dal Paese: in Ungheria, ad esempio, ci vuole circa un altro anno prima di ricevere la proposta di abbinamento. Nel momento in cui la riceviamo, nel giro di una quarantina di giorni si conclude tutto. Basta un solo viaggio, mentre altri Paesi come la Federazione Russia ne richiedono 3”. La media per ogni coppia viaggia tra i due e i tre anni solo per la fase estera, a cui va aggiunto il primo anno di controlli delle autorità italiane. La scelta del Paese è fondamentale per prevedere sia i costi che i tempi, come ci spiega Walter Curati, direttore generale dell’ente autorizzato La Maloca Onlus: ” I nostri contatti esteri sono generalmente avvocati o altri enti che operano nel Paese. I costi dipendono da quanto è lontano e le tempistiche possono variare considerevolmente poiché lavorare con la Russia a dispetto di Haiti vuol dire avere a che fare con governi centrali diversi, a volte instabili”. I costi per un’adozione internazionale variano dai 10 mila per l’Ungheria ai 30-40 mila, prezzi non proprio accessibili a tutte le tasche. “C’è la possibilità di detrarre il 50% delle spese di adozione alla dichiarazione dei redditi” afferma Barbara Zallio, ma non tutte le spese sono considerate detraibili . Un’altra possibilità è quella di aprire un mutuo: “È un prestito pensato proprio per queste esigenze, chiamato AD8, ma nulla più” afferma Caterina Solinas. Lo stesso direttore di La Maloca conferma quanto detto, parlando di un possibile bonus per le famiglie anch’esso fermo dal 2011.

Il calo delle adozioni internazionali in Italia è ricondotto a molteplici fattori, dai problemi economici alle nuove tecniche di inseminazione artificiale o la crescente instabilità di molti Paesi esteri: “L’Etiopia, ad esempio, si è chiusa completamente all’adozione internazionale” racconta Walter Curati. Lo stesso problema l’ho ha riscontrato Barbara Zallio in Russia: “Io sono riuscita a chiudere la pratica nel 2014 ma in quello stesso periodo Putin ha varato un nuovo programma di adozione nazionale per spronare le famiglie russe ad adottare bambini russi attraverso incentivi come la casa. In questo modo, se prima stilavano una lista di 20 bambini, ora restano solo quelli più grandi e con patologie particolari difficili da far adottare”.

tribunale minorenni BolognaL’ASSENZA DEL CAI – L’organo predisposto a gestire e controllare le adozioni internazionali in Italia non si riunisce dal 2013“Se chiami il numero verde o mandi un’ email, non risponde nessuno” come testimoniano Caterina Solinas e Barbara Zallio. Il nome del Cai è tornato sulle prime pagine dei giornali solo dopo l’inchiesta giornalistica di Fabrizio Gatti su delle adozioni irregolari in Congo. I compiti principali della commissione sarebbero quelli di controllare gli enti ogni due anni, oltre a ricevere un rapporto mensile. Sul piano istituzionale, il ruolo principale è quello di garantire un supporto istituzionale con le autorità straniere: il peso politico del Cai è indubbiamente diverso da quello del singolo ente. “L’unica ispezione che abbiamo avuto in 15 anni è stata durante il nostro primo anno di apertura. Da allora nessuno è più venuto. Noi rendicontiamo mensilmente inviando via Pec una relazione ma riceviamo solo la risposta automatica di avvenuta ricezione dell’email”. Nessuno sa se queste relazioni vengano lette. Oltre all’assenza, il Cai si trova impossibilitato a riunirsi per un conflitto di interessi interno: al suo interno vi è anche il Forum delle Associazioni Famigliari “che nella sua compagine vede la presenza di alcuni enti per le adozioni, tra i quali proprio Aibi, che è presente nel consiglio direttivo del Forum”, parole di Silvia Della Monica. “Quello che mi chiedo è perché non vengano risolti gli attuali conflitti definitivamente, in modo che sia possibile continuare a lavorare” si chiede Walter Curati. Ma sulla questione dei cinque bambini congolesi strappati alle loro famiglie e il ruolo dell’ente Aibi posto sotto indagine dal Cai stesso, continua: “Io non so come siano andate le cose ma come può un ente privato, senza il peso politico per fare richieste specifiche, a sapere con certezza che quello che viene riportato nei documenti sia vero? Questa è una cosa dove la Commissione ha molti più poteri, soprattutto nel momento in cui siamo obbligati a trasmettere subito i documenti dell’abbinamento”. Loro non possono non sapere, soprattutto hanno la possibilità di capire se effettivamente si tratti di documenti veri o falsi. “Anni fa avevamo contatti diretti con la commissione e vi erano assemblee annuali con gli enti. Ora questi contatti sono molto diminuiti e anche la possibilità di dialogo” continua Walter Curati.

bambino adottatoUN ATTO D’AMORE –  Dietro a questo sipario di procedure e documenti si celano coppie capaci di sopportare un peso enorme pur di veder realizzate le loro speranze: “La procedura è lunga, farraginosa e gravosa, soprattutto psicologicamente. I corsi sono molto utili per darti quella chiave di lettura che intuitivamente non avresti” racconta l’avvocato Alberto Gambetti, padre di due bambini russi adottati nel 2013. Questa esperienza cambia completamente la vita delle persone che vi entrano in contatto: “L’impatto con l’orfanotrofio è devastante e ti cambia la vita. Vedi questi bambini che ti corrono in contro urlando ‘Mamma!Papà!’. È una vera ‘lavatrice emotiva’”. Gli incontri preparatori permettono anche di capire alcune dinamiche che resterebbero incomprensibili senza l’aiuto degli esperti:” I tuoi figli sono gli unici a non averti in nota nei primi incontri. Ti studiano, e lo fanno per anni”. Mettono alla prova i genitori per vedere se veramente li amano come dicono. È un comportamento comprensibile da chi si è ritrovato senza le figure di riferimento in tenera età. L’avvocato Gambetti continua: “Un’altra cosa che potrebbe sembrare strana è che è più facile con i bambini a conoscenza del loro passato che con i più piccoli. Ne sono consapevoli del perchè sono stati adottati. Ai bambini abbandonati da molto piccoli devi spiegarlo tu e non è sempre facile”. Al di là dell’attesa estenuante, fatta di viaggi interminabili e sorprese dietro l’angolo, si devono affrontare problemi legati all’inserimento scolastico: “La scuola è completamente impreparata ad accogliere questi ragazzi. Non sanno gestirli, non capiscono nemmeno il semplice ostacolo della lingua. La scuola è assolutamente inadeguata, benché ci siano molti bambini adottati nelle classi” afferma Gambetti. Dello stesso parere è Barbara Zallio, sebbene abbia incontrato una maestra ‘illuminata’. Tutto il peso ricade sulle spalle dei genitori, anche da un punto di vista economico: le spese per logopedisti o lezioni private sono a loro carico. Neanche l’ombra di sgravi fiscali. Tutta la fatica fatta viene ripagata giorno dopo giorno: ” Non è stato facile prendere questa decisione: è una cosa che fintanto che non fai non puoi capire. Nel momento in cui li vedi capisci che sono i tuoi figli e tutte le riserve che potevi avere svaniscono” conclude Gambetti. Caterina Solinas lo definisce “un atto d’amore”, perfino quando il tuo stesso padre ti lascia andare per permetterti di avere quella vita che lui non potrebbe darti.

di Carlotta Pervilli

* Le fonti per l’inchiesta sul caso dei bambini congolesi a firma di Fabrizio Gatti e gli sviluppi successivi:

http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2016/07/06/news/non-liberate-quei-piccoli-1.276426

http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-3e3d6eac-690f-46c2-8811-984234cb8ff0.html

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/02/07/news/adozioni_sospette_tra_congo_e_italia-157802294/

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2016/12/19/news/bambini-rubati-si-rompe-il-silenzio-1.291419

http://gatti.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/02/08/la-guerra-di-gentiloni-ai-ladri-di-bambini-gli-insulti-di-aibi-i-giornalisti-dellespresso-sono-cani/

http://gatti.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/02/08/la-guerra-di-gentiloni-ai-ladri-di-bambini-gli-insulti-di-aibi-i-giornalisti-dellespresso-sono-cani/

http://www.alleyoop.ilsole24ore.com/2016/07/15/adozioni-in-congo-quale-verita/

http://www.pagina99.it/2017/02/08/la-terra-nessuno-delle-adozioni-estere/

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/adozioni-congo-cai-casi-sospetti-informati-magistrati-bdb77d07-1579-492a-b966-45094072d9de.html?refresh_ce

http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2016/07/06/news/italiani-ladri-di-bambini-1.276413

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