Laurea ad honorem a Patti Smith: “Orgogliosa di far parte di questa università”

LA POETESSA DEL ROCK ACCOLTA TRA MUSICA, MOSTRE E LETTERATURA. IL MINISTRO FRANCESCHINI: "OCCASIONE IMPORTANTE PER PARMA E PER L'ITALIA"

Tre giorni intensi. Tre giorni di musica, poesia e arte. Protagonista indiscussa la poetessa e cantante Patti Smith, alla quale mercoledì 3 maggio è stata conferita la Laurea Magistrale ad honorem in Lettere Classiche e Moderne dall’Università di Parma.

“L’UNIVERSITÀ È SANTA, L’ISTRUZIONE È SANTA” – La cerimonia per il conferimento della Laurea Magistrale si è svolta all’Auditorium Paganini alla presenza di professori, studenti e cittadini di Parma. All’arrivo di Patti Smith la band rock del Capas ha dato il suo benvenuto sulle note di ‘Gloria’, ricevendo gli applausi e le congratulazione dalla cantante stessa. Poi è stata la volta del coro e dell’orchestra dell’Università che ha dato via alla cerimonia, dopo l’ingresso sul palco del rettore Loris Borghi assieme all’artista. “Ma oggi, in particolare, è il giorno di Patti Smith come autrice e come lettrice; una vera figura PATTI PERGAMENA 7della ‘World Literature’ contemporanea, cioè quel canone che oltrepassa i confini delle tradizioni e delle lingue nazionali per parlare a tutti senza distinzioni” dichiara Borghi nel primo intervento. La ‘sacerdotessa del rock’ è diventata un’icona non solo per la sua musica, emergendo sulla scena musicale degli anni ’70, ma anche per la sua ricerca continua di un nuovo linguaggio poetico con cui parlare a tutti e far rivivere le voci di autori scomparsi. Proprio su questo tema il direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche Diego Saglia concentra la sua laudatio: “Scrittura e lettura sono sia chiavi sia percorsi. Tramite la conversazione con le voci del passato, raggiungiamo una dimensione più alta. La sua scrittura è una conversazione con i vivi”. Da Rimbaud a William Blake, dal flusso di coscienza di Joyce a Virginia Woolf, la scrittura e la lettura sono momenti di esplorazione: “La sua produzione artistica è legata ai viaggi che spesso sono anche veri pellegrinaggi nei luoghi delle figure chiave della sua immaginazione – continua Saglia –. Questa idea del viaggio come pellegrinaggio introduce la sua concezione della scrittura come pratica sacrale”. Tutto è sacro e Patti Smith lo ricorda recitando la poesia di Allen Ginsberg, ‘Nota di Urlo’.

Nella sua lectio doctoralis, vestita della toga rossa cerimoniale, ricorda l’infanzia passata “in un percorso verso la conoscenza” ricoperto di libri. “Venendo da una famiglia povera, non c’era denaro per realizzare questi obbiettivi” racconta Patti Smith. Ricevere questo titolo “mi ispira a potenziare al massimo le qualità che ci permettono di evolvere, migliorare e continuare ad accrescere la nostra saggezza”. Una scelta che vede disciplina ed entusiasmo correre accanto al sacrificio: “La nostra istruzione, che ci rende superiori, deve anche sbocciare in empatia, misericordia e amore reciproco” continua la cantante. Le persone hanno il potere, come ricorda in ‘People have the power’, per cambiare il mondo con il proprio lavoro, accogliendo il sacrificio e l’etica del lavoro “con spirito positivo”. E senza dimenticare il “linguaggio dell’entusiasmo”.

GRATEFUL – L’appuntamento forse più atteso è stato il concerto al Teatro Regio. Giovedì 4 maggio: la sala è piena, diverse generazioni in trepidante attesa. Il concerto inizia sulle note di ‘Wings’ del 1996, brano dell’album che segnò il suo ritorno sulla scena. La band è composta dall’immancabile chitarrista Tony Shanahan, i figli Jesse e Jackson Smith e il nuovo batterista Brian Griffin: “Ho tutta la mia famiglia con me”. Il secondo brano, ‘Ghost Dance’, fa tornare al 1978: il ritmo della canzone, gli occhi chiusi di Patti Smith, la voce calda non PATTI + RETTORE 5intaccata dal tempo immerge la sala in una delicata atmosfera. La situazione si capovolge con i suoni raggae di ‘Redondo Beach’, travolgenti al punto da far dimenticare il suicidio di cui si parla nel testo. È anche questa la sua magia. Un attimo di pausa per ringraziare ancora l’Università di Parma, con un omaggio particolare: si apre la giacchetta e mostra a tutti la maglia dell’ateneo. L’applauso e le grida si alzano nella sala, prima di tornare a cantare sulle note di ‘Grateful’.

“Sono molto fiera” dice ripensando alla giornata precedente. E un pensiero lo rivolge ancora una volta alla band del Capas: una versione di ‘Gloria’ che dice “mi ha molto impressionato”. La musica riprende e con essa le mani che battono il ritmo di ‘Dancing Barefoot’. È il momento di un altro pezzo, ‘My Blaken years’, in onore a William Blake, poeta “motivato dalla sua visione. Una lezione per tutti noi, anche se non si viene apprezzati” ricorda. Altre canzoni sono in onore di Prince, Rimbaud e Bob Dylan: la prima ‘When Doves Cry’; la seconda ‘Beneath the southern cross’; infine l’ultima, cantata leggendo il testo per non scordare le parole, ‘A Hard Rain’s A-Gonna Fail’ del 1962. Qui si rivolge al pubblico: “Non dobbiamo dimenticare di essere fortunati ad essere ancora in vita. Non smettete mai di lottare”. La forza di queste parole non si arresta con il primo accordo di chitarra e si incanala in quelle di ‘Pissing in a river’: “I’m a slave, I’m free. I give you all my life”. La stessa vita che ha dedicato al marito Fred Smith, per il quale scrisse ‘Because the Night’. Tutta la sala aspetta questo pezzo, e lo si capisce dalle urla al primo accenno di chitarra. Patti Smith scende dal palco, stringendo la mano a chi si è avvicinato abbastanza per poterlo fare. Solo un attimo di pausa e conclude il concerto con una canzone che dedica a tutti i presenti. “È stata scritta per voi” esordisce e tanto basta per far capire a tutti cosa si appresta a suonare: ‘People have the power’, cantata con la stessa forza di decenni fa, tanto da far alzare l’intera sala in piedi. Il tempo non sembra essere passato, la sua voce è ancora calda come 40 anni fa.

UN CONNUBIO DI BELLEZZA, CIBO E ARTE – Le ultime tappe del viaggio parmigiano sono state la visita allo Csac, Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’PATTI SMITH LAUREAUniversità di Parma, e la mostra dedicata a Patti Smith a Palazzo del Governatore. Ad accompagnare l’artista il ministro della cultura Dario Franceschini, il sindaco Federico Pizzarotti e le autorità accademiche. “Parma ha un patrimonio importante che connubia la bellezza con cibo, musica e arte. Questa è un’occasione importante per l’Italia, per Parma e anche per me” commenta Franceschini.

La mostra ‘Higher Learning’ al Palazzo del Governatore propone le fotografie scattate dall’artista nei suoi numerosi viaggi: un’immersione nel suo mondo in banco e nero. Accanto a questa esposizione, ‘The NY Scene – arte, cultura e nuove avanguardie anni ’70-’80’, una raccolta di immagini che guardano al clima intellettuale di quegli anni. L’ultima visita è stata alla ‘Patti Smith’s Library’ dove si possono toccare con mano i libri e i dischi che hanno segnato la vita dell’artista. “Qui mi trovo un po’ come a casa -ha infine commentato Patti Smith-. In questo spazio infatti ci sono molte delle cose che mi sono care”.

Il ricordo di questi tre giorni resterà vivo ancora per molto tempo. La città di Parma è diventata una seconda casa per lei, pronta ad accoglierla in maniera calorosa. “Voglio dire agli studenti universitari che sono così orgogliosa di far parte della vostra università. Ringrazio i giovani che mi hanno accolto in città e saluti tutti, studenti e non”.

di Carlotta Pervilli e Martina Innocenti

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