Nuovo studentato all’ex carcere? L’Ateneo di Parma ci (ri)prova

L'OPERA COSTA QUASI 8 MILIONI DI EURO: DOPO IL TENTATIVO DEL 2012 L'UNIVERSITA' PUNTA AD UN COFINANZIAMENTO PER 87 NUOVI POSTI

ex_carcere_san_francesco_parmaL’Università di Parma interviene sull’ex carcere di San Francesco, puntando all’arrivo di 87 nuovi posti alloggio per gli studenti. Il progetto è stato incentivano dalla Giunta regionale e rientra in un finanziamento complessivo di oltre 12 milioni di euro per comuni e atenei che parteciperanno al bando del Miur per un cofinanziamento statale per interventi di edilizia universitaria. Il progetto coinvolge tutte le università dell’Emilia-Romagna: grazie ai fondi messi a disposizione dalla giunta e alla collaborazione di Er.Go e dei singoli atenei, la Regione avrà a disposizione 697 nuovi posti alloggio. La priorità è offrire un servizio migliore agli studenti meritevoli e nelle fasce di reddito più deboli. L’ente di viale Aldo Moro a Bologna ha dato per ora la propria disponibilità, ma c’è ancora da attendere: da tutte le università, infatti, sono arrivate diverse candidature; poi vi sarà una procedura di valutazione dei progetti, delle graduatorie e dei relativi processi burocratici. Per arrivare fino in fondo, insomma, è necessario attendere la conferma del finanziamento ministeriale.

IL BANDO – “Attraverso l’atto regionale, approvato dalla Giunta, sono stati messi a disposizione delle risorse per un cofinanziamento a favore di diversi interventi. Tra questi quello di San Francesco -spiega Patrizia Berti, responsabile del Diritto allo Studio Universitario al Servizio Istruzione della Regione-. Ai fini dell partecipazione, questo cofinanziamento viene reso disponibile nell’ambito di un progetto che viene candidato direttamente dalle Università”. I soggetti che hanno aderito al bando sono regolati dal DM 937 del 27 novembre del 2016 e includono atenei pubblici e privati, comuni, organizzazioni regionali, aziende e così via. La Regione non si occupa direttamente degli interventi ma lascia spazio ai singoli interessati. “In generale gli interventi candidati -continua Berti-, essendo questo il quarto bando in attuazione della legge 338,  riguardano la possibilità di costruire nuovi studentati o di convertire altri edifici“. Come sempre la priorità è di offrire un servizio agli studenti: la Regione si prefigge di intervenire perché c’è la necessità di rendere disponibili nuovi posti alloggio e, in generale, nuovi servizi.

IL PROGETTO PIÙ COSTOSO – A Parma i posti verranno aumentati attraverso il restauro conservativo dell’ex carcere giudiziario di San Francesco, che incrementerà di 87 alloggi la disponibilità di quelli offerti dall’Ateneo a tutti i fuori sede (attualmente sono 618). Il costo del progetto è di 7.825.000 euro, con un contributo di 3.466.000 euro da parte di Regione ed Er.Go. La conversione dell’ex carcere di Parma è l’intervento più costo a livello regionale. Il motivo è dato sopratutto dalla complicata struttura del complesso: all’interno vi sono vari edifici, tutti in condizioni differenti. Come racconta l’architetto Pierangelo Spina, responsabile U.O. dell’ufficio Edile e Architettonico Urbano dell’Università di Parma, ” il progetto era già stato candidato ad una precedente pubblicazione del bando ministeriale, ma non era stato ammesso tra quelli finanziati perché all’epoca aveva costi molto importanti e contemplava una volumetria più estesa. Questa volta l’intervento è stato limitato esclusivamente al corpo di fabbrica, l’edificio ex detentivo, che verrà trasformato in residenze. Nell’altro progetto, invece, erano stati contemplati altri corpi contigui che facevano lievitare i costi. Parlando di cifre: il progetto del 2012 costava 12 milioni, ora ne costa meno di otto“.

1441983784377.jpg--rinasce_il_convento_di_san_francescoEX CARCERE, EDIFICIO ANTICO MA BEN STRUTTURATO – Questo monumento, oltre ad avere grandi proprietà artistiche, possiede anche una forte struttura che gli ha permesso di rimanere praticamente inalterato per decine d’anni. “È un edificio realizzato alla metà del secolo XVIII, completato nel 1850 -spiega ancora Spina-. Era stato ideato per una destinazione detentiva, di conseguenza realizzato con criteri costruttivi dell’epoca, molto efficaci, che hanno permesso allo stabile di arrivare ai giorni d’oggi praticamente intatto. Nonostante la zona sia soggetta a terremoti e ad altri problemi geologici -continua- è rimasto in condizioni ottime“. L’edificio non ha infatti subito nessun intervento da quando l’Università ha ricevuto la concessione d’uso nel 1993.

QUANDO I RISULTATI? – Si parla di una richiesta di cofinanziamento per la quale è necessaria la presentazione della candidatura al bando ministeriale, vi sarà poi una procedura di valutazione dei progetti, delle graduatorie e così via. In ogni caso bisogna attendere la conferma del finanziamento stesso. In sintesi: non proprio domani. Le prospettive, come spiega Spina, non sono però negative: “Speriamo di ottenere una pronta disponibilità al finanziamento da parte dello Stato. Nel momento in cui ci sarà la conferma dei fondi, noi abbiamo candidato un progetto esecutivo per cui i tempi di realizzazione sono relativamente brevi, entro un mese circa dovremo riuscire ad avviare l’appalto per il bando di gara dei lavori. Poi, una volta conclusa questa fase, si seguirà il procedimento ordinario: in un paio d’anni circa dovremo rendere disponibile i posti letto. È un intervento che ha lo scopo di essere compatto ed efficace“.

di Fabio Manis

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