Loris Borghi e la (solita) sottile linea tra insinuazioni e fatti

NEL POLVERONE MEDIATICO, COSA LASCIA L'ORMAI EX RETTORE E PERCHE'

borghi-rettore555“Un atto di grande responsabilità”. “Un gesto dovuto”. “Il primo segnale di una riscossa etica”. Così Luigi Alfieri (Alfieri per Parma), Laura Cavandoli (centrodestra) e Daniele Ghirarduzzi (MoVimento 5 Stelle), candidati alla poltrona di sindaco, commentano le recenti dimissioni del 15 maggio 2017 del Rettore dell’Università di Parma Loris Borghi, coinvolto nell’inchiesta Pasimafi e indagato per abuso d’ufficio. Ancora la Cavandoli: “Gli studenti hanno tutte le ragioni per sentirsi offesi nei confronti di chi avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di educatore”.
Anche se tutti si sentono in dovere di dire qualcosa riguardo a un crimine ancora da accertare, soprattutto in tempo di elezioni, nessuno può arrogarsi il diritto di parlare in nome dell’intera comunità studentesca di Parma, così come non pretende di farlo questo articolo.
La sensazione è quella di aver colpito un uomo che mai si sarebbe piegato – o almeno così si credeva – alla richiesta di dimissioni ma che si è di colpo spezzato davanti a un crescere di insinuazioni, vere e o presunte. La gogna mediatica, sostituendosi al lavoro ancora in corso degli inquirenti, molto spesso dimentica di cosa si sta parlando. E soprattutto di chi.

Ma qui è doverosa una premessa: così come al momento non è possibile stabilire la colpevolezza del professor Loris Borghi, allo stesso modo non se ne può decretare ciecamente l’innocenza. Di certo non in questa sede. È tuttavia debito restituire dignità alla sua figura che, in quattro anni, ha contribuito ad affinare sempre più il legame tra Università e territorio, creando inoltre spazi per gli studenti in cui potersi esprimere in tutte le loro potenzialità. Questi sono i fatti che qualificano il lavoro e la persona di Loris Borghi nell’Ateneo. Se, in futuro, ciò di cui è accusato dovesse corrispondere al vero, se ne prenderà atto senza però dimenticare il suo contributo all’Università.

L’ULTIMA COMUNICAZIONE AGLI STUDENTI – “Con questa lettera rassegno le mie dimissioni da Rettore dell’Università di Parma a far tempo da oggi, 15 maggio 2017”. Inizia così l’ultima lettera di Borghi rivolgendosi agli organi accademici, ai docenti e, soprattutto, agli studenti. Viene rigettata fin da subito l’idea di giustificare le dimissioni con i recenti problemi di salute, chiarendo la reale motivazione: “Sono scese ombre su chi rappresenta l’Università e l’Università non può attendere se e quando tali ombre si dilegueranno. Sottolineo che non mi dimetto perché è accusato Loris Borghima perché è accusato il Rettore dell’Università di Parma”. Scissione fra persona e ruolo istituzionale, dunque, e la volontà di non compromettere l’immagine di una posizione di grande responsabilità. Ma soprattutto la decisione, tramite le dimissioni, di proteggere l’Università di Parma da ulteriori strumentalizzazioni. “Percepisco una personalizzazione dello scontro e delle vicende con scopi che esulano dalla risoluzione di questo squallore” continua Borghi, asserendo che è in corso un “attacco scomposto, viscerale e violento” nei suoi confronti. Attacco che deve al più presto allontanarsi dall’istituzione universitaria: è necessario che la vicenda si concluda separatamente secondo le indagini e i tempi della Magistratura. L’ex Rettore dichiara la sua estraneità ai fatti di cui è stato accusato, sostenendo di “non aver mai rubato un euro” e di aver sempre operato in trasparenza e onestà.

Questo scritto era stato preceduto da un comunicato del Rettore del 12 maggio 2017 in cui già affermava la sua volontà di collaborare con chi di dovere per la risoluzione dell’indagine, prevedendo comunque che non sarebbe bastato a tutelare l’immagine dell’istituzione universitaria. “Chi non ha fatto nulla di male non deve sentirsi colpito o abbandonato”, dichiarava a conclusione della nota.

L’Università, lo stesso 15 maggio, si è schierata a favore di Borghi condannando il pressapochismo e la leggerezza con cui i vari canali di informazione hanno trattato l’argomento. Ed è proprio così che è andata: già giorni prima dalle dimissioni di Borghi le notizie sono volate di giornale in giornale e gli articoli che esponevano con obiettività e precisione la vicenda e i capi di accusa si contavano sulle dita di una mano. La solita caccia allo scoop che lascia poco spazio all’etica professionale, screditando la persona sulla base di fonti incerte e ancora poco approfondite. E così si parlava di intercettazioni senza saperne il contenuto, si parlava di abuso d’ufficio senza specificare le parti coinvolte, lasciando il lettore sul piano della superficialità e lasciandogli solo la possibilità di indignarsi. Un chiacchiericcio finalizzato a scatenare sdegno. Tutto questo senza conoscere la figura di Borghi nella sua interezza, a prescindere dal suo coinvolgimento nei fatti e dagli errori che lui stesso dichiara (seppur genericamente) di aver commesso.

hhQUATTRO ANNI DI INNOVAZIONI – “Ho tentato in questi anni da Rettore di contrastare fermamente l’impoverimento della vita, caratteristico del millennio, cercando di generare nell’Ateneo di Parma nuovi motori di entusiasmo, di senso di appartenenza, di cruciale responsabilità educativa, culturale e sociale” dichiara Borghi nella lettera. E chi ha vissuto l’Università negli ultimi anni non può contestare questa affermazione: il progetto dell’ex Rettore per l’Ateneo aveva già dato i suoi risultati ed era ben lontano dal concludersi. Nel 2015, al secondo anno del suo mandato, le immatricolazioni sono salite del 23,7% rispetto all’anno precedente. A fine 2016 un ulteriore 12,7%. Questo grazie ad alcune misure che sono state sufficienti ad attirare un maggior numero di iscritti, come l’abolizione di alcuni test di ammissione considerati inattendibili, l’arricchimento dell’offerta formativa con l’aggiunta di due corsi, una maggior comunicazione online e una maggior promozione dei corsi universitari.
Ma soprattutto la creazione e riapertura di nuove strutture e punti di aggregazione per studenti e non, primi fra tutti lo CSAC Patti Smith Receives Honorary Degree In Parma(Centro Studi e Archivio della Comunicazione), dedito alla raccolta di opere artistiche di vario genere tutte connesse al mondo delal comunicazione, e il CAPAS (Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo), dove lo studente può liberare la propria energia creativa scegliendo fra radio, teatro, orchestra e scrittura. Il moltiplicarsi degli ambienti ha compreso anche l’apertura della Biblioteca Paolotti e dell’Erasmus and International Home, dedicato all’accoglienza e all’integrazione degli studenti Erasmus. Un progetto ambizioso è stato avviato con Mastercampus, che prevede il ripensamento del Campus universitario in termini di vivibilità e sostenibilità. Da ricordare inoltre la serie di incontri di UniForCity, finalizzati a creare una solida rete di rapporti fra Università, Comune e territorio  tramite la presentazione di tematiche legate all’ambiente e alla medicina. A connettere ancora di più studente e territorio ha contribuito la tanto discussa Student Card grazie alle convenzioni con ristoranti, copisterie e musei. Ed infine l’apertura dell’Università alle Lauree ad Honorem Internazionali, da cui il recente successo avuto con Patti Smith.

Chi vive l’Università quotidianamente sa tutto questo, sa quanto l’Università possa essere pulsante e dinamica anche grazie all’intervento di Borghi. Ora meglio attendere in silenzio che la Magistratura faccia il suo lavoro.

 

di Chiara Micari

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