Sicurezza in bici, Fiab: “Riportiamo i ciclisti in strada”

TRA LE PROPOSTE AI CANDIDATI SINDACO LIMITE DI VELOCITA' DI 30 KM/H IN CITTA' E PISTE CICLABILI SULLE STRADE

Bici a ParmaIl 19 maggio scorso il centesimo Giro d’Italia ha attraversato le strade di Parma, accolto tra due ali di folla e in un clima di festa che la carovana rosa da sempre porta con sé. Assente però tra le fila dei corridori uno dei più forti gregari che il Giro abbia conosciuto negli ultimi anni: Michele Scarponi, morto poco più di un mese fa in un incidente stradale mentre si allenava con la bici sulle strade del suo paese, Filottrano, vicino ad Ancona. Pochi giorni fa un altro protagonista del mondo dello sport, il campione della MotoGP Nicky Hayden, è stato coinvolto in un episodio simile: mentre pedalava sulla sua bici da corsa a Misano Adriatico, nel riminese, è stato travolto da un auto e ha perso la vita dopo alcuni giorni di coma. Sulla scia di questi tristi eventi si è riaperta la questione sulla sicurezza in bici, tema da tempo dibattuto. A Parma l’ultimo episodio mortale che ha coinvolto cittadini in sella alle due ruote è avvenuto alcuni giorni fa, quando un anziano ottantenne in bici è stato investito in via La Spezia, all’altezza di un attraversamento pedonale. Ma qual è la situazione sicurezza per i ciclisti in città? E quali interventi sono necessari?

I DATI –  Secondo i dati della Provincia di Parma, nel 2016 si sono verificati nel territorio provinciale 1.543 incidenti stradali totali, che hanno provocato 2.056 feriti e 21 morti. Se da un lato gli incidenti sono in aumento rispetto all’anno precedente, i decessi causati da incidenti si sono ridotti di quasi il 70% rispetto al 2001. In calo anche il numero di utenti deboli coinvolti. Di questa categoria fanno parte ciclisti e pedoni, che essendo meno protetti corrono un maggior rischio di riportare danni gravi. In particolare nell’ultimo anno il numero di ciclisti feriti sulle strade urbane di Parma è sceso dai 225 del 2015 a 168. Un dato confortante, che non deve però spingere a sottovalutare il problema. Anche perché una città che come Parma investe da tempo sull’estensione delle piste ciclabili, sui servizi di bike sharing e in generale sulla mobilità sostenibile, non può in alcun modo trascurare l’aspetto sicurezza.

pista ciclabilePROBLEMI E POSSIBILI SOLUZIONI – Tra i tanti problemi che concorrono nel provocare gli incidenti, quello principale rimane l’eccesso di velocità, che va a influire non solo sul numero, ma anche sulla gravità dei sinistri. A questo bisogna poi aggiungere le condizioni non sempre ottimali delle piste ciclabili e i numerosi attraversamenti pedonali da cui i cittadini che si muovono sulle due ruote devono transitare. L’associazione Bicinsieme, che da anni rappresenta a Parma la Fiab – Federazione Italiana Amici della Bici, ha realizzato in  vista delle elezioni amministrative del prossimo 11 giugno un ‘Manifesto per una mobilità sostenibile’ con venti proposte per il futuro sindaco. Tra le principali, la Fiab chiede di rendere il transito dei ciclisti più sicuro, adottando ad esempio il ‘senso unico eccetto bici’, collegando le piste con passaggi ciclabili (e non solo strisce pedonali) o ampliando le zone Ztl in centro. “La nostra – spiega il presidente di Bicinsieme Andrea Mozzarelli – è prima di tutto una battaglia culturale. Bisogna riportare il ciclista per strada. L’attuale sistema ciclabile per certi versi facilità gli incidenti. Diversi chilometri di piste ciclabili, realizzate ai tempi di Ubaldi e Vignali, – spiega – vennero costruite sui marciapiedi. In questo modo si sono fatti sparire i ciclisti dalla strada e si sono creati diversi problemi: chi sta in bici è costretto a frequenti cambi di direzione da un lato all’altro della strada, e non sempre sono presenti i passaggi ciclabili. In altri casi – prosegue il presidente – le piste si trovano a ridosso dei cancelli e si corre il rischio di ritrovarsi davanti l’auto in uscita.” Secondo Mozzarelli dunque riportare il ciclista sulla strada, in una corsia appositamente segnalata, avrebbe un forte effetto sia pratico che culturale. Costringerebbe infatti gli automobilisti a prestare una maggiore attenzione e regolare la velocità, e allo stesso tempo ridurrebbe i rischi corsi da chi si sposta in bici. 

Tanto sul tema sicurezza può essere fatto dagli stessi ciclisti, attraverso piccole precauzioni. “Di giorno – dice Mozzarelli-  è necessario incrociare gli occhi dell’automobilista, stare attenti alle sue intenzioni. Noi consigliamo di indossare dei giubbotti di segnalazione anche di giorno, per essere ben visibili”. Di notte la situazione è più complicata: molti degli incidenti avvengono proprio perché il ciclista non viene visto. Già lo scorso anno la Fiab aveva lanciato la campagna informativa ‘Ciclisti Illuminati’, per informare chi si sposta in bici su come ridurre al minimo il rischio nelle ore notturne. In quell’occasione erano stati creati in città otto posti di blocco e i volontari avevano fermato oltre 300 persone, il 70% delle quali viaggiava su bici non a norma. Ma anche in questo caso bastano pochi accorgimenti: dotare la bici di luci di segnalazione e indossare giubbino e fasce riflettenti.

Realizzazione-postazione-di-Bike-Sharing-con-copertura-fotovoltaica-e-colonnina-di-ricarica-per-biciclette-elettriche-in-Viale-Mentana-Infomobility-ParmaDA DOVE RIPARTIRE – Tra le pagine dei programmi elettorali dei dieci candidati sindaco alle comunali dell’11 giugno, il tema della mobilità in bici è sempre presente. Più chilometri di piste ciclabili, nuovi parcheggi custoditi, collegamenti con le frazioni: le proposte non mancano. Ad oggi a Parma esistono un rete di 130 km di piste ciclabili e 24 postazioni di bike sharing.

Ma da dove ripartire sul tema sicurezza? Secondo Mozzarelli i punti fondamentali sono due: “Limitiamo la velocità di auto e moto in città a 30 km/orari e riportiamo i ciclisti in strada.” Per il presidente di Bicinsieme intervenire sul limite di velocità ridurrebbe la gravità degli incidenti, e dall’altro lato permettere a chi va sulle due ruote di circolare accanto alle auto sarebbe meno dispendioso che costruire nuovi chilometri di piste ciclabili.

 

di Giovanni Zola

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