“Così il cambiamento climatico causa le guerre che conosciamo”

FESTIVAL DELLA SOSTENIBILITA': 26 INCONTRI PER CAPIRE COSA STA SUCCEDENDO REALMENTE AL NOSTRO PIANETA

“Se non si comunicherà, non ci sarà futuro. Stiamo vivendo un periodo di crisi e se le cose non cambieranno, tra 15 anni i vostri diritti e quelli dei vostri figli saranno messi seriamente a rischio“.

IMG_3744Informare per sensibilizzare ma, soprattutto, svegliare le coscienze dei cittadini: è l’obiettivo che Alessio Malcevschi, docente del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, si è posto nell’organizzare il Festival della Sostenibilità, che in questi giorni sta abbracciando la città di Parma, con il sostegno dell’Asvis- Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, il Comune e l’Università di Parma. Dal 22 maggio fino al 7 giugno, i luoghi più caratteristici della città, dal Palazzo del Governatore, al labirinto di Enzo Maria Ricci, passando per le sedi dell’Ateneo parmigiano, faranno da palcoscenico ai 26 appuntamenti con ospiti nazionali e internazionali. Il festival parmigiano fa parte di un progetto di più ampio respiro a livello nazionale, ma è l’unica ad aver organizzato un numero così elevato di eventi, tanto da essere considerata ‘medaglia d’oro’. “Vogliamo far riflettere la cittadinanza su un tema delicato come quello della sostenibilità – ha dichiarato Malcevshi – ma da un punto di vista non solo climatico e ambientale, ma anche sociale ed economico”. E il 2 giugno attesa per l’organizzatore nazionale del festival Enrico Giovannini.

Sustainable Development Goals_E_Final sizes‘AGENDA2030’– I temi legati a questo festival fanno capo ai temi de ‘l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile‘. Sottoscritta nel 2015 dai Capi di Stato di tutti i Paesi delle Nazioni Unite, l’Agenda riconosce lo stretto legame tra il benessere umano e la preservazione dei sistemi naturali. Questo documento individua 17 obiettivi globali di carattere universale fondati sull’integrazione dello sviluppo sostenibile per affrontare le emergenze planetarie attese entro il 2030. Sradicare la povertà, sicurezza alimentare, vita sana, educazione di qualità, parità di genere, accesso all’acqua, energia sostenibile, piena occupazione, innovazione sostenibile, riduzione delle diseguaglianze, città più sostenibili, consumo sostenibile, cambiamenti climatici, conservazione dei mari, protezione del suolo, una società pacifica, lo sforzo comune.

IMG_3765QUELLO CHE NON SAPEVI SULLE CONSEGUENZE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI –  Quando si parla di cambiamenti climatici, soprattutto il gentil sesso, pensa ai bei discorsi che Leonardo Di Caprio fa, impeccabile nel suo Armani e sfoderando il  suo sguardo blu più penetrante. Dagli orsi polari in estinzione allo scioglimento dei ghiacciai, alle classiche storie che milioni e miliardi di spot pubblicitari ci propinano ogni giorno; e come ogni giorno, spegniamo la tv, e andiamo avanti con le nostre vite come se nulla fosse. Ma la storia che ha raccontato Grammenos Mastrojeni, diplomatico italiano, coordinatore per l’eco-sostenibilità della Cooperazione allo Sviluppo, è ben diversa dai soliti spot e discorsi. E indossava solo una polo blu. “Il collasso dell’ambiente coinvolge direttamente anche noi – ha esordito il diplomatico – e ci travolge in varie forme tra cui quello dei conflitti, della povertà e delle migrazioni. Se il mutamento avvenisse tutto d’un colpo, non saremmo organizzati, portando oltretutto, una serie di gravi conseguenze a livello geopolitico”. IMG_3770
“Le famose primavere arabe – continua Mastrojeni- che abbiamo interpretato come libertà e progresso, scoppiate nel 2011, sono state precedute da altri moti per 4 anni, i cosiddetti moti per il pane, dovuti alla iperinflazione delle derrate. Il prezzo del pane era aumentato di quattro volte, portando ad un aumento di 4,6 milioni di poveri. Ciò è stata una conseguenza diretta dei cambiamenti climatici, ma non direttamente di quelle zone. Precedentemente ci sono stati incendi in Russia, siccità in Ucraina, alluvioni in Australia, siccità anche negli USA e Argentina, ovvero i maggiori Paesi cerealicoli. Questo si è sommato ad un’altra conseguenza diretta: creazioni di biocombustibili, cioè un combustibile ottenuto in modo indiretto dalle biomasse: grano, mais, bietola, canna da zucchero, ecc. Ci si aggiunga poi la speculazione attuata dai governi, e si otterrà una quadruplicazione dei prezzi del pane. E poi c’è la Siria – ha aggiunto il relatore – in cui il cambiamento climatico ha agito direttamente: i moti in Siria infatti, sono stati preceduti da quattro anni di siccità mai visti prima“.

Un altro esempio reale e molto attuale riportato da Mastrojeni, è stato quello che potrebbe essere a capo dell’origine del terrorismo. “Intorno al lago Ciad, ci sono Stati fragili caratterizzati prevalentemente da tensioni tra pastori e agricoltori. In precedenza, con la prevedibilità delle stagioni, gli agricoltori ammettevano i pastori nelle loro terre, anche perché fungevano da fertilizzatori. Da quando le stagioni sono diventate imprevedibili, a causa dei cambiamenti climatici, i due gruppi sono entrati in competizione, per non dire in guerra. Non ci sorprendiamo che fenomeni come Boko Haram hanno preso piede, senza dimenticare che è una delle cause delle migrazioni forzate e uno dei motori del terrorismo”.

 

orologioE’ così che ‘l’orologio dell’Apocalisse‘ continua ad avanzare. Ideato nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di una ipotetica fine del mondo a cui l’umanità è sottoposta. La mezzanotte indica appunto la fine. Tutte queste crisi sono separate e dislocate geograficamente, ma se entro il 2030 non si porrà rimedio, interagiranno e si salderanno portando una instabilità globale, cioè non saremo più in grado di occuparci dell’ambiente, ma si verrà a creare un ciclo terribile di stati in lotta in deflagrazione e collasso. Nel 2017, la crescita dei nazionalismi, le dichiarazioni del neo-presidente statunitense Donald Trump sulle armi nucleari, il rischio di una nuova corsa agli armamenti tra Stati Uniti e Russia e lo scetticismo della nuova amministrazione statunitense verso il cambiamento climatico, hanno portato l’orologio a 2,5 minuti dalla mezzanotte.

LA SPERANZA È L’ULTIMA A MORIRE – Tutto questo si può evitare cambiando la qualità della vita: “La somma di piccoli comportamenti di sostenibilità di ognuno di noi è più potente di qualunque accordo di Parigi – ha dichiarato Mastrojeni- la nostra società ha deciso di eleggere come elemento dello sviluppo solo alcuni aspetti di quello che fa bene all’uomo, ma quando considereremo sviluppo quello che c’è ne ‘l’Agenda 2030’: salute, pace ecc. allora lo sviluppo diventa protettivo dell’ambiente e l’ambiente diventa propulsore dello sviluppo”.

di Francesca Iannello

 

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