Parma capitale cultura 2020: “Una compattezza che prima non c’era”

PERCHÈ LA CITTÀ PUÒ FARCELA

logo Parma 2020Parma non si arrende. Dopo aver perso contro Pistoia nel 2017, la città ha mostrato nuovamente interesse a candidarsi capitale italiana della cultura nel 2020. Grazie al lavoro e al supporto della nuova amministrazione Pizzarotti, è stato istituito un comitato ampio e corale per lavorare al dossier che potrebbe finalmente decretare la rivincita culturale di Parma. Anche gli obiettivi da raggiungere sono diversi: consolidare una piattaforma collaborativa pubblico-privato, incitare l’imprenditorialità creative driven, migliorare l’offerta turistico-culturale e istituire la ‘consulta delle culture’, un organo consultivo di partecipazione. Come afferma il sindaco Federico Pizzarotti, la candidatura vuole “rappresentare un valore aggiunto per la città” e il progetto, che sarà reso noto ufficialmente il 26 ottobre, vanta il contributo nella realizzazione del logo di Franco Maria Ricci. Con  lo slogan ‘La cultura batte il tempo’, “Parma Capitale della cultura italiana – sottolinea l’assessore alla cultura Michele Guerra – è un’occasione di programmazione culturale senza precedenti”.

LE CARTE VINCENTI DI PARMA 2020 “La differenza è che a tutte queste istituzioni – dal sistema teatrale all’Università, dal sistema museale al Conservatorio – è stato chiesto di collaborare per un obiettivo comune, quello espresso nel claim di candidatura ‘La cultura batte il tempo’”, chiarisce Guerra. Nonostante le istituzioni culturali siano le stesse, a essere diverso è il progetto, molto più compatto e organico: “Parma non ha niente di nuovo, la città è la stessa, con l’enorme potenziale culturale che ha da anni”, ha affermato l’assessore. Il claim del progetto arriva da un concetto chiaro: “La città vive diversi tempi storici e sociali con tanti gruppi che vivono ed esprimono una propria temporalità. Abbiamo chiesto a tutte le istituzioni culturali e non della città di ragionare su questo tema”, ha spiegato Guerra.  Non si tratta però di un progetto Guerra_Pizzarotticulturale tradizionale, concentrato nel centro storico, ma di una visione di città che comprenda anche la componente urbana, turistica ed economica. Tutto questo sarà riassunto nel dossier di candidatura ufficiale reso noto alla cittadinanza il 26 ottobre e che “ha una compattezza che prima non c’era”, ha aggiunto l’assessore.
Un altro punto di forza del progetto è la sinergia delle realtà coinvolte che, nonostante siano molto diverse tra loro, daranno la possibilità a Parma di diventare vetrina culturale italiana. Come ha aggiunto Guerra, “noi siamo convinti che dentro il comitato Parma 2020 ci sia alla massima potenza il
genius loci di Parma, non solo culturale, ma anche economico.” La coesione del Comitato 2020 è dunque data da un’idea condivisa della città che, proprio per la diversità delle realtà coinvolte, è ambiziosa e quindi ha bisogno di tempo per realizzarsi in un’ottica a lungo termine. Per quanto riguarda il comitato scientifico invece, “ci sono personalità del mondo della scienza, della cultura e dell’arte tutte per diverse ragioni legate a Parma – dichiara Guerra – con lo scopo comune di dar vita a un progetto che li vede come grandi numi tutelari di quest’avventura.”

UN PROGETTO, TANTI BENEFICI – Come anticipato,  i veri protagonisti del progetto saranno i giovani,  coinvolti sia come ‘spettatori’ che come ‘attori’, come confermato anche dall’assessore Guerra: “I giovani sono molto presenti in questo progetto e ci sono delle azioni pensate specificamente per loro, non soltanto come fruitori e come autori”.  Ma sarà anche la città in sé a beneficiare di questo programma in due modi: non solo attraverso l’attenzione mediatica e il rinnovato fascino per i turisti, ma soprattutto avrà l’occasione di offrire una programmazione culturale in più ambiti. Il comparto culturale verrebbe quindi chiamato a responsabilizzarsi, a tessere rapporti più efficienti, profondi e fruttuosi. “Se una città investe in cultura e programma con intelligenza, sarà una città che nel giro di poco tempo vedrà crescere il suo benessere, diventerà attrattiva non solo per i turisti, ma anche per i suoi stessi cittadini, fieri e stimolati dall’ambiente in cui vivono” asserisce Guerra. L’assessore è convinto che , pur essendo una città di dimensioni ridotte, “Parma è completa avendo al suo interno diverse tipicità come l’università, il sistema teatrale e quello industriale di scala internazionale– e questa candidatura correrà ad accrescere il benessere cittadino”, prosegue. Infatti,  a prescindere dalla vittoria, per la città non sarà un’occasione sprecata: “Se non dovesse diventare Capitale Italiana della Cultura 2020 vorrà dire che noi comunque avremo già ideato un programma culturale dettagliato per quell’anno”, conclude Guerra.

Luigi AllegriL’UNIVERSITÀ (E PARMATENEO) IN PRIMO PIANO – Il professor Luigi Allegri, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo, conferma le parole dell’assessore riguardo la progettualità del piano d’azione per Parma 2020, soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento del sistema universitario. Una delle tipicità è il Capas– il Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo-, che giocherà un ruolo di primo piano nella realizzazione del progetto. “ParmAteneo e RadiorEvolution saranno i media partner, ovvero seguiranno la manifestazione con contributi e interviste giornaliere: saranno proprio gli studenti i veri protagonisti” ha anticipato il professore.”Non mancheranno eventi organizzati in collaborazione con lo Csac: concerti di musica leggera, pop e rock che interesseranno i giovani in prima persona”, termina Allegri.

DELOCALIZZAZIONE – Gli studenti saranno quindi soggetti attivi se Parma sarà capitale della cultura 2020 anche considerando l’ampio raggio di realizzazione dei progetti, non confinati solo nel centro storico, ma ideati per espandersi a tappeto anche nelle strade e nelle zone periferiche. L’obiettivo? Rivolgere a un pubblico molto più vasto l’accesso agli eventi culturali, “che non saranno solo eventi, ma saranno percorsi che lasceranno qualcosa alla città per il futuro” dichiara Allegri.
Un progetto che fa sfoggio delle ricchezze della città, valorizzandone le potenzialità con attenzione e lungimiranza. Questo perchè, come afferma anche il sindaco Federico Pizzarotti, “ Parma è molto più matura e siamo più focalizzati sull’obiettivo, con una situazione economica e progettuale adeguata”. Grazie alla coesione tra le realtà in gioco e al coinvolgimento del sistema universitario, la candidatura di Parma mostra una cultura che batte non solo il tempo, ma soprattutto lo spazio, proiettando la città in una realtà sempre più stimolante sotto tutti i punti di vista.

di Duna Viezzoli, Laura Storchi e Francesca Bottarelli

 

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