L’indomani della rapina: ripartire dopo la paura

CHI SCEGLIE DI ANDARE AVANTI COME HA SEMPRE FATTO, CHI CERCA NUOVA SICUREZZA. MA NON TUTTI RICOMINCIANO

chiuso per rapinaI protagonisti sono sempre gli stessi, così come il loro modus operandi. Un rapinatore che spesso si finge un cliente o un ladro entrato chissà come. La vittima, terrorizzata, che porta con sé la sua paura anche nei giorni successivi, mista alla rabbia e all’impotenza di non aver potuto salvare la propria attività.
Anche la città di Parma è da tempo vittima di numerose razzie. Come riporta la Prefettura di Parma, sebbene i furti in abitazione siano in calo, “1058, rispetto ai 1247 dello stesso periodo del 2016”, si è verificato un graduale aumento delle rapine a danno degli esercizi commerciali: passati da 22 nei primi 8 mesi del 2016 a 37 nel 2017, stesso periodo. Ma cosa succede nella vita di una vittima dopo aver subito il duro colpo?

“MANI IN ALTO: QUESTA È UNA RAPINA” – La classica frase stereotipata da rapinatore. Eppure così è stato per le due giovani commesse della gioielleria Valenti in via Farini, colpita nel 2014 da una banda criminale. “Ho cercato di rimanere quanto più lucida e razionale possibile, mantenendo la calma pensando soprattutto a mio figlio” racconta una delle due ragazze, ancora scossa. Il terrore è sopraggiunto successivamente, quando i criminali sono fuggiti con la refurtiva, realizzando solo allora di essere stata minacciata con un coltello e una pistola, oltre che essere stata legata e immobilizzata insieme alla collega.
Sensazioni diverse ma stesso senso di impotenza dopo l’ultimo episodio di maxi furto in città, verificato lo scorso 11 settembre, a danno di un centro Wind in via della Repubblica. Questa volta gli autori del misfatto hanno agito di notte, sottraendo circa cinquanta telefonini di ultima generazione dalle vetrine del negozio. Un colpo con una vera e propria premeditazione: approfittando di un blackout cittadino di fine agosto, i malviventi “hanno ammorbidito con la fiamma ossidrica le sbarre d’acciaio presenti nella porta sul retro – spiega il titolare – e una volta tornati sul posto per loro è stato semplicissimo entrare nel negozio”. Un duro colpo per l’attività, che a causa del furto ha accumulato quasi ventimila euro di debiti e lo spettro del fallimento resta sempre dietro l’angolo.

rapina-gioielleria-valenti-parma“LA DELINQUENZA NON FERMERÀ IL MIO LAVORO” – Sebbene la paura di nuovi colpi sia sempre presente, la maggioranza delle persone che hanno subito furto o rapina ammette di non aver apportato alcuna modifica al proprio sistema di sicurezza. “La paura che possa capitare c’è ancora, anche se ho ripreso a lavorare nel modo più sereno possibile” conferma la commessa della gioielleria che spiega come l’attività non abbia volontariamente inserito nuovi specifici sistemi di allarme. Anche chi lavora al petshop Dog & Company di via Trento, dove un uomo ha atteso che il commesso si assentasse qualche secondo per derubarlo, non sembra aver subito particolari contraccolpi psicologici: “Il clima all’interno del negozio è tornato subito alla normalità visto che c’è una delinquenza di fondo presente nel quartiere”.

Altri esercizi commerciali hanno invece adottato diverse misure preventive a tutela della loro attività. La proprietaria dell’Officina del Sole, il centro estetico di viale Fratti che ha subito un furto circa quattro mesi fa, conferma di aver potenziato il sistema di sicurezza ed installato degli allarmi. Inoltre “in negozio abbiamo deciso di essere almeno in due nei turni di lavoro e, dopo l’orario di chiusura, abbiamo l’accortezza di uscire sempre assieme”.
Misure simili sono state adottate dalla caffetteria “Così Com’è” di via Traversetolo, vittima di ripetuti atti vandalici nel corso degli ultimi 6 mesi. L’ultimo è avvenuto circa una settimana fa quando i malviventi hanno sfondato la vetrata del bar utilizzando un tombino.La risposta? Sbarre alle finestre e assunzione di una guardia giurata: “Ci vorrà del tempo per tornare alla normalità” sostiene la proprietaria, che attribuisce il fatto non ad una semplice bravata ma alla delinquenza diffusasi in questi ultimi anni nel quartiere, difatti anche altri esercizi commerciali della zona erano stati oggetto di similari atti di danneggiamento.

NON TUTTI RIPARTONO – Per combattere questo problema l’associazione Confesercenti organizza periodicamente incontri tra commercianti e Forze dell’ordine al fine di favorire l’attuazione di misure preventive. Inoltre l’associazione ha stipulato una convenzione con la società assicurativa Unipol Sai con lo scopo di consentire ai commercianti di sottoscrivere una polizza assicurativa a prezzi vantaggiosi, comprendente anche un sistema di allarme collegato alla polizia locale.
Eppure in periferia diversi commercianti hanno scelto di abbandonare le proprie attività o venderle dopo aver subito una serie di furti, tutti ravvicinati. “Questa scelta è spesso dettata dall’impossibilità dei commercianti di poter dotarsi di una security privata – spiega il responsabile di Confesercenti Stefano Cantoni – per questo è necessario l’intervento delle forze di sicurezza anche nelle ore notturne”.
Anche la scarsa illuminazione ha inciso sull’attività lavorativa dei commercianti. Molti di loro, non sentendosi sicuri nella loro zona preferiscono ridurre l’orario lavorativo appena dopo il tramonto oppure chiudersi all’interno del negozio. La soluzione, secondo molti, sta proprio nella riorganizzazione degli orari di controllo della città da parte delle forze di polizia: “Mancano controlli soprattutto nelle ore notturne, anche nella zona del centro che fino a poco fa era considerata off limits” permettendo così a nuovi gruppi organizzati di agire impunemente. Dal canto suo, la prefettura nel suo comunicato tiene a precisare che “si è preso atto delle attività investigative in corso ed è stato dato massimo impulso affinché vengano potenziati i servizi di controllo e vigilanza del territorio.”

 

di Elena Brozzetti, Irisa Bezhani, Valentina Perroni, Mattia Fossati

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