Un tè con… Giorgio Pagliari

IL SENATORE: "PARMA E' LA SUA UNIVERSITA' E VICEVERSA"

Senatore della Repubblica Italiana dal 2013, avvocato cassazionista e professore ordinario dell’Università di Parma, Giorgio Pagliari risulta essere, secondo Openpolis, il parlamentare più produttivo della XVII legislatura. Nel weekend, però, si ritaglia il tempo necessario per un caffè al bar e una partita a tennis nella sua città. A proposito della quale dice: “Parma è la sua Università e viceversa“, una frase che dimostra come l’insegnamento rimanga una parte molto importante della sua vita. Infatti, non esclude di tornare in cattedra in un prossimo futuro: “Mi manca insegnare e creare un rapporto umano con gli studenti”. A proposito del nuovo rettore Paolo Andrei, a cui il senatore ha espresso tutto il suo appoggio con un recente tweet, Pagliari si dice preoccupato dal danno d’immagine creato dal rettore uscente, Loris Borghi: “L’episodio che lo coinvolge offende l’Università fuori da ogni limite“.

Durante la sua attività politica, partita tra le fila della Democrazia Cristiana, Pagliari ha ricoperto ruoli nazionali e locali. A Parma, sotto il simbolo del Partito Democratico, è stato consigliere comunale, tra il 1998 e il 2002, poi assessore all’Ambiente e alle Società partecipate della Provincia di Parma e dal 2007 capogruppo dell’opposizione Pd durante il mandato di Pietro Vignali, terminato nel 2011 con le dimissioni del sindaco a seguito degli arresti per corruzione e il successivo commissariamento del Comune di Parma.

Parlando dell’attuale governo cittadino, commenta così le amministrative a Parma dello scorso giugno: “I cittadini non hanno percepito alternative valide e il consenso si è concentrato sul sindaco uscente Pizzarotti”. Nonostante ciò, Pagliari ritiene possibile che la città raggiunga alcuni obiettivi importanti come il titolo di Città della Cultura o la realizzazione dell’autostrada Tirreno-Brennero, importante per la centralità viabilistica cittadina: “Non possiamo rischiare una nuova medio-padana”.

 

di Fabio Manis, Silvia Santospirito e Emma Bardiani

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