Vaccini o no vax? Faccia a faccia (a distanza) tra esponenti opposti

DARIO MIEDICO, RADIATO DALL'ALBO, IN UN DIALOGO CON WALTER MAGLIANI, PROFESSORE DI PROGETTAZIONE DEI VACCINI

NO VAXMercoledì 25 ottobre l’Auditorium Toscanini è gremito di persone. Genitori, qualche bambino, forse dei nonni. La sala può contenere al massimo 210 persone, ma si fa presto a trovare qualche sedia in più. Il tema della serata è al centro del dibattito da mesi: i vaccini. In questo caso ‘Vaccini, etica e salute: liberi di essere informati’. Vi sono diverse persone sedute sul palco: Cristiano Lugli, organizzatore della serata e portavoce di Renovatio 21, associazione che “si occupa di temi legati alla difesa della vita e della civiltà da un punto di vista etico e morale”. Una mamma, così si presenta, rappresentante del gruppo ‘No Obbligo’ dell’Emilia Romagna, nato dopo la legge regionale sull’obbligo vaccinale del 2016. Altre due ospiti sono gli avvocati Greta Trevisani e Rossana Zanardi, area legale dell’Associazione di Studi e Informazione sulla Salute (AsSIS). Infine l’ospite d’onore, Dario Miedico, dottore radiato dall’ordine dei medici di Milano lo scorso maggio, “alfiere della rivolta anti-vaccini”, come scrive il Corriere della sera. Medico chirurgo, specialista in Igiene ed Epidemiologia, Medicina del Lavoro, Medicina Legale e delle assicurazioni, si legge sulla locandina dell’evento. Tra le persone qualcuno mormora che ha deciso di andare a Roma per la prossima manifestazione contro l’obbligo. Altri sono venuti per capirci un po’ di più e sapere cosa fare quando si troveranno a dover affrontare il primo colloquio informativo con l’Ausl.

Manca, come spesso accade, il contraddittorio. Per questo motivo ne abbiamo aggiunto uno a ‘distanza’: Walter Magliani, professore di Microbiologia e Progettazione di vaccini biotecnologici all’Università di Parma, a cui abbiamo riportato i punti nevralgici dell’incontro di mercoledì per capire quale fosse la sua opinione a riguardo

TROPPI VACCINI, TROPPO PRESTO – Cristiano Lugli apre la discussione definendo l’obbligo vaccinale “un attacco alla vita nascente perché, come sapete, vengono resi obbligatori appena nati“. Troppi vaccini per un bambino appena nato, una delle paure di molti genitori.
Nei fatti, spiega Walter Magliani, la prima somministrazione di vaccini avviene dopo circa tre mesi dalla nascita: “Le vaccinazioni si fanno a partire dal terzo mese perché durante la graviValter-Magliani_1152x768danza gli anticorpi della madre passano attraverso la placenta al feto, che risulta quindi protetto contro quelle malattie per cui la madre è stata vaccinata. Alla nascita è ancora protetto per qualche mese e nel mentre il sistema immunitario matura”.  Dopo i primi tre mesi il bambino non è più coperto dagli anticorpi della madre ed è qui che cominciano le prime vaccinazioni. La nuova legge ne prevede dieci, divisi in una iniezione esavalente e una quadrivalente: “Qualcuno dice troppi vaccini -continua il professore – in realtà noi tutti i giorni entriamo in contatto con decine e decine di agenti di malattia, ma non è che ci ammaliamo. Fortunatamente abbiamo delle difese che ci aiutano a contrastarle. Da un punto di vista scientifico, anche se inoculiamo 10 vaccini, il sistema immunitario risponde contro ognuno di loro nel modo in cui deve rispondere“. Non esisterebbero studi che dimostrino che un dosaggio tale comporti dei danni, magari il contrario.

Il secondo aspetto su cui si concentra l’organizzatore della serata, Cristiano Lugli, è quello delle linee cellulari fetali ricavate da feti abortiti e rintracciabili in diversi vaccini, come quello contro la poliomielite. Una questione molto delicata, soprattutto per uno dei promotori della processione di riparazione per il REmila Pride. Senza entrare nel merito della questione aborto e soprattutto non descrivendole come linee cellulari embrionali nate da “bambini fatti abortire per poi vendere i loro tessuti a delle cliniche che fanno sperimentazioni sui loro corpi“, come afferma Cristiano Lugli, bisogna capire perché vengono usate cellule vive di questo tipo: “Molti dei vaccini sono diretti nei confronti di malattie contenenti virus. Per prepararli bisogna coltivare i virus e per farlo bisogna usare delle cellule vive che si coltivano in laboratorio“, spiega il professore Magliani.

Le due linee cellulari di cui parla Lugli durante la serata sono nello specifico la WI-38 e la MRC-5, ricavate da due feti del 1964 e del 1970: la prima è composta da fibroblasti derivanti da cellule di tessuto polmonare di un feto femmina di tre mesi, mentre la seconda è sempre di tessuto polmonare ma di un feto maschio di quattordici settimane. Per poter preparare il vaccino c’è bisogno di coltivare i virus con cellule vive, coltivate in laboratorio. Alcune vengono prese da uova embrionali di pollo, altre da tumori e alcune da embrioni umani. Senza queste linee cellulari non si potrebbero creare i vaccini. Oltretutto, questi feti non vengono abortiti per fini scientifici, bensì è la paziente a decidere se donare i tessuti. Il professore Magliani precisa poi: “Quando si prepara il vaccino questi virus vengono purificati di modo da eliminare altri costituenti che possono derivare dalle cellule”. Quindi non vengono inoculate cellule di feti umani o animali. 

In alcuni casi le linee cellulari vengono ricavate da anche da cellule renali delle scimmie verdi africane (Chlorocebus pygerythrus). Quest’ultime, secondo uno studio di Mauro Tognon, biologo e genetista dell’Università di Ferrara, citato durante la serata, sono portatrici del virus 22426646_213405009198081_5788165931436221756_oSV40 che comporterebbe il cancro nell’uomo. Il virus esiste e può contagiare l’uomo, ma non esistono al momento studi che dimostrino il contagio avvenuto tramite vaccini creati con linee cellulari infettate dal virus SV40 . Lugli cita anche lo studio della dottoressa Theresa Deisher, secondo cui ci sarebbe correlazione tra autismo, cancro e vaccini creati con linee cellulari embrionali. Ma per il professor Magliani c’è poco da girarci intorno: “Non ci sono studi che dimostrino questa correlazione. La cosa fondamentale è un’altra: la maggioranza dei vaccini viene somministrata di solito nella prima infanzia. Durante questo periodo si manifestano anche una serie di malattie che hanno tante cause, ad esempio genetiche, o l’autismo che non si sa ancora a cosa sia dovuto. I vaccini vengono fatti in quel periodo, le malattie insorgono dopo un certo tempo e viene quasi automatico dire che il vaccino è responsabile. Ma non esiste uno studio che dimostri questa associazione”. Non basta averlo pubblicato su di una rivista scientifica, nemmeno dopo uno studio randomizzato a doppio cieco o persino triplo.

L’uso di queste linee cellulari fetali fa sì che la presa di posizione di alcuni pro vax venga apertamente criticata, senza risparmiare la Chiesa Cattolica, per aver dichiarato che, non essendo linee cellulari attuali provenienti direttamente da aborti originali, non sono da condannare, o Famiglia Cristiana, per essersi schierata a favore dei vaccini, definendo l’atto di vaccinarsi “di valore sociale”. E poi la Fondazione di Bill Gates, il cardinale Fiorenzo Angelini coinvolto nella P2 di Licio Gelli, e infine Burioni, anche lui presunto massone.

LIBERTA’ DI SCELTA, RISCHI E BENEFICI – Miedico, cardine della serata il cui intervento prende gran parte del tempo a disposizione, ci tiene a sottolineare in primis una cosa: “È stato avviato un procedimento di radiazione nei miei confronti. Ho ricevuto le motivazioni 15 giorni fa e i miei avvocati stanno lavorando per il mio ricorso, ma io per ora sono un medico a tutti gli effetti”. Da quarant’anni lavora come medico legale e si occupa di danni da vaccino: “Sono un medico legale e non sono uno scienziato. Non studio le vaccinazioni, però siccome devo cercare di dimostrare che uno specifico bambino è stato danneggiato da un vaccino, devo studiare tutto quello che viene pubblicato nel mondo proprio per dare al giudice gli elementi per decidere. Per cui ci tengo a dire che non sono uno scienziato, ma sono uno che da 40 anni studia i danni da vaccino”, continua Meidico. Aspetto ancora più importante è il non essere contro i vaccini, dario-miedicoma “al fatto che un atto sanitario importante come la vaccinazione venga imposto per legge“. Per questo non accetta il nome ‘No vax’. Ci dovrebbe essere libertà di scelta, oppure si vengono a creare situazioni che il signor Miedico compara con l’epoca fascista. L’esclusione dei bambini non vaccinati dalla scuola simile a quella dei bambini ebrei nel ’38. Allo stesso tempo non sarebbe d’accordo nemmeno col vietarle, ma informerebbe chi li vuole fare anche dei danni a cui andrebbe incontro. Quindi meglio ‘Free vax’, liberi di scegliere. È la sua esperienza diretta che parla: “Quando uno si deve vaccinare deve pensare a quali sono i benefici e quali i rischi. E se c’è la libertà lo può fare, se non c’è non può“. Sta proprio qui il problema: rischi e benefici possono essere messi sullo stesso piano?

Il professore Magliani è di tutt’altro avviso: “I possibili effetti collaterali sono talmente rari che non si possono mettere sullo stesso piano. I vantaggi sono enormemente maggiori rispetto ai rischi che ci possono essere. Ma se a un genitore dici: ‘Questo è il vaccino e questi sono tutti i possibili effetti collaterali’ bisogna dire anche quali sono gli effetti collaterali del non farlo vaccinare. Il rischio vero è dovuto alla malattia”. Come contrarre il morbillo che ha effetti sulla nostra salute anche gravi: “La vaccinazione da morbillo è stata associata a casi di encefalite, uno su un milione di vaccinati. Il morbillo, come malattia, porta encefalite in un caso su mille. È meglio uno su mille o uno su un milione?” continua Magliani.

VACCINI ED EPIDEMIE – Dopo un’ora circa di presentazione ci si aspetterebbe di entrare nel merito della questione, di quali danni da vaccino stiamo parlando. Invece, la discussione si rivolge a tutt’altro. Usando dei dati Istat che coprono un arco temporale di circa un secolo, Miedico mostra come vi sia stato un calo di malattie come difterite, poliomielite o epatite ben prima dell’arrivo dei vaccini. La difterite, ad esempio, ha visto l’arrivo del vaccino nel 1922, ma si registrava un calo già a fine ‘800. Sono migliorate le condizioni igieniche e la malattia stessa è sparita in maniera naturale, secondo Miedico.
Di tutt’altro parere Magliani: “L’anno in cui è stato introdotto il vaccino negli Stati Uniti vi erano 207 mila casi di difterite. Nel 1997, 5 casi. Una riduzione del 99.9%. Sarà proprio solo dovuta al fatto che sono migliorate le condizioni igieniche? Non credo”.

vaccinazioni2Stessa cosa per il morbillo, secondo i free vax: diminuito da solo, ben prima che arrivasse il vaccino. In aggiunta, secondo Miedico, non si considera la ciclicità della malattia, che si ripresenta ogni 4-5 anni: “Si sapeva che quest’anno ci sarebbe stato. Non si è scoperto nulla di nuovo e ci preoccupiamo per 5000 casi di morbillo? Nel 1980 sono stati 80 mila e nessuno se ne ricorda nemmeno”.
Quindi il morbillo è impossibile da evitare? Il professor Magliani conferma, ma precisa: “È vero che è ciclica, ma perché la popolazione non è vaccinata. Se lo fosse, questo ciclo non ci sarebbe più. Il picco di morbillo c’è perchè ci sono tanti bambini che non sono vaccinati. Perché dobbiamo rischiare 4 morti su 4575 casi?”

In una sorte di dialogo a distanza, dalla sala dei free vax Miedico replica sostenendo che una totale copertura vaccinale arriverebbe addirittura a creare un danno: la Mongolia è uno stato con il 100% di copertura vaccinale, ma in questo modo il virus del morbillo si è sviluppato e ora si trovano ad avere picchi di contagio di una malattia che non sanno come curare. “Io non ho i dati della Mongolia – controbatte il professore Magliani – ma questo è un vaccino costituito da un virus che è abbastanza stabile. Penso piuttosto che possa essere successo qualcosa simile alla Romania: là il vaccino anti morbillo è obbligatorio, ma in realtà le autorità sanitarie non controllano e di conseguenza la maggior parte della popolazione non si vaccina“.

Il paradosso arriva con l’Ebola: dopo più di 11 mila morti in Africa occidentale, Miedico ci tiene a sottolineare come sia stata sconfitta con “il semplice progressivo isolamento dei casi e studiando le abitudini di chi si ammalava”. È stata comunque sconfitta “senza terapie e senza vaccini“. Ed è vero, ma la situazione è un po’ complicata secondo Magliani: “Innanzitutto l’ebola non esiste da adesso, solo che prima colpiva solo gli africani nei villaggi sperduti e a nessuno importava niente. Questa volta è scoppiata un’epidemia che ha interessato anche degli europei e ha avuto un eco internazionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità è intervenuta tentanto di arginarla e una delle modalità per evitare la diffusione è l’isolamento, ma non è che possiamo mettere in isolamento il mondo intero. Come facciamo? Il quel caso vi è un focolaio abbastanza confinato in una regione del mondo e siamo riusciti a tenerla sotto controllo, ma è un caso assolutamente non applicabile ad altre malattie. Soprattutto, non vuol dire che l’ebola è sparita, solo starà infettando qualche sperduto villaggio dell’Africa fino alla prossima epidemia”.

L’IMMUNITÀ DI GREGGE E IL MERCURIO – La cosiddetta immunità di gregge è quel fenomeno per cui se il 95% della popolazione è vaccinata, anche il restante 5% è protetto da eventuali malattie. In questa porzione rientrano le persone che non possono vaccinarsi perchè immunodepresse o affette da altre patologie per cui la vaccinazione è sconsigliata. Secondo Miedico non è un valore da prendere alla lettera: “L’effetto gregge è un calcolo matematico e quindi non funziona sempre. In alcuni casi può sembrare che funzioni”. Magliani, invece, è di tutt’altra idea: “In Italia siamo coperti contro il morbillo con una percentuale dell’87% circa. Ciò significa che il 13% non è vaccinato. Nel 2017, dall’inizio dell’anno fino alla fine di settembre, si sono registrati 4575 casi di morbillo con 4 morti, un aumento dal 2016 del 500%. Lorenzin e MattarellaStiamo raccogliendo i frutti delle mancate vaccinazioni. Quando mi vengono a dire che il 95% è un valore teorico, e che magari potrebbe essere più basso, io rispondo che l’87% però consente che in Italia ci sia questo numero di casi”. La soglia del 95% è stata calcolata dall’Oms e non è un valore verso cui tendere, ma una soglia di sicurezza.
Dalla sala free vax, però, Miedico per sostenere la sua tesi usa anche l’esempio dello Stato di San Marino: “Sapete quanto è alta la copertura contro il morbillo a San Marino? È del 76%, per cui una copertura minima. E quanti sono i casi di morbillo? Due“. Peccato che il numero degli abitanti rispetto alla popolazione italiana sia nettamente inferiore, e se venissero calcolate le percentuali di incidenza forse guarderemmo questi dati con occhi diversi.

E infine il mercurio, di cui si parla ancora anche se è stato tolto dai vaccini 15 anni fa: “Ho scoperto che veniva iniettato a bambini di 3 chili una quantità di mercurio che non sarebbe stata ammessa per un adulto di 80 chili“, questa l’esperienza di Miedico 30 anni fa quando i genitori andavano da lui a spiegargli come fare per vincere la causa in aula contro l’obbligo vaccinale. Di tutt’altro parere il professore Magliani: “Non c’è un solo studio scientifico che metta in relazione quel po’ di mercurio che c’era con qualche malattia. Ce ne sono delle quantità infinitesimali che non possono essere responsabili di chissà quali reazioni”. Vale anche per l’idrato d’alluminio.

E IL FULCRO DELLA DISCUSSIONE? – Metodi di somministrazione, produzione dei vaccini, libertà di scelta ed epidemie, perfino il mercurio; ma l’incontro si conclude senza che di danni da vaccino, il vero contrappeso nella bilancia free vax – pro vax,  si sia parlato molto. Si è trattato più di un incontro in cui si partiva dal presupposto che nessuno fosse contro i vaccini, per poi volerne dimostrare l’inefficacia e buttare lì affermazioni sulla loro pericolosità senza alcun supporto scientifico.
Il dibattito riguarda un trattamento medico che ha ripercussioni sociali, anche gravi. Eppure sembra si giochi con le paure che ogni genitore può avere per i propri figli, dimenticandosi di mostrare loro il vero rapporto tra benefici e costi. Soprattutto dando loro un potere decisionale senza averne gli strumenti, privi delle conoscenze basilari che non si trovano semplicemente scorrendo i risultati di Google.

 

di Carlotta Pervilli

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