“Per colpa di chi?” L’Oste Magno, lo stop all’alcol e la voce della clientela

VIETATA LA VENDITA DOPO LE 22, SCATTA LA RACCOLTA FIRME

Oste MagnoNuovo stop per la vendita di alcolici nelle ore notturne nel centro di Parma. Questa volta la direttiva comunale ha colpito l’Oste Magno, la famosa osteria di borgo Angelo Mazza, da anni luogo di incontro e convivialità per molti giovani e abitanti della città che, a fine giornata, amano ritrovarsi davanti ad un buon lambrusco. Dopo le lamentele presentate dai residenti della zona per il ripetersi di schiamazzi e urla fino a tarda notte, legate al problema del bivacco davanti al Teatro Regio, il Comune di Parma è intervenuto attraverso un’ordinanza sindacale.

Resa nota lo scorso 5 ottobre ed entrata in vigore il 9 novembre, dal 12 novembre vieta “la vendita, anche per asporto e di somministrazione, di bevande alcoliche dalle ore 22 alle ore 06 per la durata di 30 giorni, per esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti nonché dell’ambiente e del patrimonio culturale”. Sembra, infatti, che la vicinanza tra l’esercizio commerciale e il teatro, faccia sì che parte della clientela si sposti sulle gradinate del Regio per bere gli alcolici, abbandonando lì bottiglie e bicchieri vuoti appena dopo aver consumato. Per il Comune, conseguenza “delle modalità gestionali dei predetti esercizi pubblici che, pur non disponendo di plateatici, inducono l’assembramento di una moltitudine di persone nelle aree esterne”. L’Oste Magno non è nuovo a questo tipo di provvedimenti. Già nel 2010 e nel 2012 fu costretto alla chiusura anticipata alle 22.30 in rispetto all’ordinanza emessa dall’allora sindaco Vignali, sempre a seguito delle continue e ripetute proteste del vicinato.

ANCHE LA CLIENTELA SI MUOVE – Delusi e amareggiati dalla decisione del Comune di Parma, i clienti dell’osteria raccolta firme ostehanno promosso una raccolta firme che ha raggiunto in circa un mese oltre 500 firme. “A seguito dell’ennesima ‘ordinanza antidegrado’ […] ci sentiamo tirati in causa come individui, come studenti e come lavoratori che stanno perdendo posti di riferimento che si propongono di creare una sana aggregazione, ma che vengono sistematicamente incolpati di dar vita ad assembramenti di persone che infastidiscono i residenti e influiscono negativamente sull’immagine della città”, si legge nella petizione. L’idea comune dei frequentanti del locale è che la responsabilità non si possa attribuire al locale e soprattutto non si risolverà grazie a questa ordinanza. Una direttiva che segue l’onda dell’anno passato, quando il Comune, a seguito di un provvedimento della Questura, aveva vietato la vendita di alcolici dopo le 23 in alcuni dei principali bar di via d’Azeglio, costringendo la movida cittadina a spostarsi e sicuramente influendo sulle possibilità di lavoro degli esercenti in questione. “Imputano al locale la colpa della sporcizia che si crea nella zona pubblica di fronte al teatro – spiega Vittoria, 22 anni –  di cui loro non hanno neanche l’effettivo controllo, ma si occupano lo stesso di ripulire la zona”. L’Oste Magno, troppo piccolo al suo interno per dar posto ai numerosi frequentatori, si serve del vicolo e dello spazio limitrofo. E’ una condizione reale che le gradinate del Teatro Regio vengano occupate dalla movida notturna del locale (seppur non solo da quella), ma la responsabilità, secondo i clienti, viene così messa sulle spalle dei gestori del locale che si impegnano, per quanto possibile, a ripulire tutta la zona dopo la fine del turno di lavoro. “L’Oste Magno è un’istituzione a Parma, sia per i cittadini che per i fuori sede che possono bere qualche bicchiere di vino senza dilapidare un patrimonio”, commenta Vincenzo. “Per la sua tipicità – continua – è un posto dove poter apprezzare al meglio la cultura di questa città”. Interessante è vedere quanto le persone si sentano toccare dalla questione, ma esiste la presa di coscienza che un modo di comportarsi più consono potrebbe risolvere la situazione senza dover alzare il dito verso nessuno? “Per quanto mi riguarda cerco sempre di rispettare chi ha un’attività e chi abita nella via – spiega ancora Vincenzo. “Ognuno di noi, studenti e non, è necessario che abbia un minimo di decenza nel buttare ciò che si consuma nella pattumiera, piuttosto che a terra”.

Oste Magno

Oste Magno alle ore 23 in seguito all’ordinanza

IL VICINATO (NON) PARLA – Nessuno dei condomini critici nei confronti del locale e della sua gestione ha rilasciato alcun commento sulla vicenda. Un secco e freddo “no” al citofono, seguito da altrettanti “non mi interessa” e viaggi a quel paese brontolati a mezza bocca. Due soli appartamenti hanno espresso solidarietà all’Oste Magno. Ad abitarvi, proprio di fronte al locale, sono tutte studentesse, tra i 19 e i 22 anni, firmatarie anche loro della petizione lanciata dai clienti. “Forse sarà per l’età che ho – spiega la prima – molto più predisposta a considerare le voci che vengono da fuori come compagnia che disturbo, ma tutta questa confusione proprio non si sente”. Accanto a lei Chiara che riferisce che il disordine non si protrae mai oltre le due di notte e spiega come per lei il fatto che la via sia popolata fino tarda notte “rappresenta un vantaggio”. “Tornare a casa dopo un’uscita con le amiche e trovare la via piena di gente che sta semplicemente passando una serata in compagnia, mi fa sentire più tranquilla. Sicuramente è molto meglio che trovarla vuota”. Una direttiva controproducente, sia per il locale “che vive essenzialmente di questo”, aggiunge Marta, che per la sicurezza della zona. “Ordinanze come queste – continua – non sono la soluzione al problema della via affollata. Anzi: la vicinanza con la zona della Pilotta (di cui gli abitanti stessi si lamentano per la criminalità presente) non farà altro che lasciare nuovo spazio a questa gente qua. Dopo voglio proprio vedere cosa ne pensano i condomini, se non era meglio avere sotto casa gli studenti e gente perbene”.

UN GOCCIA NEL MARE – Agire di riflesso, limitando la vendita di alcolici e quindi la presenza dei clienti, per arginare il disturbo procurato, potrebbe portare, insomma, ad altre conseguenze. Intervenire con più determinazione sui controlli per la pulizia e la quieta convivenza di tutte le parti in causa, potrebbe invece portare alla risoluzione dei problemi per il vicinato, per il Teatro Regio, per il locale e per coloro che ancora vorrebbero consumare il loro bicchiere di vino all’Oste Magno. Dall’altra parte, nonostante la preoccupazione a non sporcare e a non esagerare con il tono di voce nelle ore notturne possa sembrare una goccia nel mare da parte del singolo, sarebbe interessante vedere cosa succederebbe se ognuno facesse la sua piccola parte.

 

di Elena Brozzetti e Giulia Moro 

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