24 novembre: per cosa sono scesi in piazza universitari e liceali

DENUNCE E PROPOSTE: ESSERE GIOVANI NON VUOL DIRE ESSERE DISINTERESSATI

Il 24 novembre soassemblea Aula Tsunamino scesi nelle strade di Parma studenti universitari e liceali per dare voce alla protesta contro lo sfruttamento giovanile. La manifestazione, organizzata a livello nazionale sulla scia delle decisioni prese dai collettivi studenteschi a Torino, arriva fino in Emilia. A curare l’organizzazione a Parma sono il collettivo universitario Tzunami, il collettivo studentesco Sturmkollektiv e il gruppo Giovani Comunisti . “Ci è sembrata una nostra lotta. Integrata nel nostro essere giovani in Italia nel 2017″, spiega Salem Ghribi, membro del collettivo direttamente coinvolto nell’organizzazione.

PUNTI DELLA PROTESTA – Da tempo il collettivo si occupa di tematiche che toccano gran parte degli studenti universitari, come il costo delle tasse di iscrizione, i contratti di stage e tirocinio e i servizi forniti agli iscritti, dai trasporti alla mensa. “La nostra mensa come prezzi potrebbe competere con i ristoranti locali”, continua Salem. Le ragione per cui partecipano alla manifestazione sono molte: la prima è che, secondo il collettivo, “qui a Parma da parecchi anni non si parla di queste tematiche“; in secondo luogo perché “siamo per la maggior parte universitari e molti di noi hanno lavori precari”. Con loro anche altre realtà di Parma come il partito ‘Striscione Aula TsunamiGiovani Comunisti’, ‘Sempre in lotta Parma’ e il collettivo studentesco delle scuole superiori. Prendono tutti parte alla manifestazione, soprattutto in gran numero il settore liceale perché, come spiega sempre Salem, “gli istituti superiori stanno combattendo una lotta simmetrica per quanto riguarda la questione dell’alternanza scuola-lavoro. E’ organizzata in  modo da risultare una forma di sfruttamento della classe giovanile, dovrebbe essere fatta in modo che lo studente/lavoratore abbia una gratificazione e un’agevolazione dal compiere queste attività che non possono essere fatte gratis o ‘quasi’.
Inoltre c’è da considerare che in Danimarca, come in altri Paesi dell’UE, ogni studente universitario può iscriversi regolarmente all’università senza pagare alcuna tassa, mentre in Italia si sta cercando di erogare lavoro gratis ai privati tramite gli studenti che per di più pagano le tasse universitarie, che non sono per niente economiche.”

I dati Istat rivelano che 1 giovane su 10 sotto i 34 anni vive in condizione di assoluta povertà. Sulla scia di questi dati l’obiettivo è “far vedere che c’è una massa di studenti che non ignora l’argomento. Lo facciamo per dire che noi lo sappiamo, ci siamo e a questa situazione non vogliamo adeguarci“.
Chi può dare delle soluzioni? “La classe politica, organizzando delle esperienze dal basso partendo dagli studenti e dalle associazioni, in una sorta di autogestione, per giungere ad avere delle esperienze lavorative in cui ognuno riesce a fare ciò per cui è portato o ciò che più gli aggrada, evitando forme di sfruttamento”.

manifestazione 24 novembrePROTESTA CON PROPOSTE – Iniziata alle ore 8 in Piazzale Barbieri, la manifestazione termina di fronte al Palazzo della Pilotta ore dopo. “Non siamo passati davanti al Comune ma speriamo che le istituzioni siano sufficientemente volenterose da vedere tutto questo”. La protesta nasce proprio dal desiderio da richiamare l’attenzione della politica, in modo che “l’Università apra un tavolo con noi e con questi studenti per parlare di come arrivare a risolvere queste problematiche“.

Idem per quanto riguarda i tirocini interni o esterni al sistema universitario: i ragazzi vogliono l’Università come interlocutore principale “ma la questione è molto più ampia e sicuramente avrà bisogno di un percorso più lungo”.

Tra le questioni più concrete e velocemente risolvibili inseriscono il riconoscimento della condizione di studente/lavoratore senza la necessità di un contratto regolare di almeno sei mesi. “Spesso gli studenti è già tanto se hanno visto un contratto. Vogliamo l’esclusione dal pagamento delle tasse per chi è in queste situazioni“, dice Salem.

manifestazione 24 novembreL’elemento centrale della manifestazione resta sempre l’alternanza scuola/lavoro, un punto fondamentale soprattutto per i più giovani, con le proposte che lasciano spazio alla denuncia: “Siamo contro la buona scuola – dicono i ragazzi del Toschi – è uno sfruttamento di giovani, ti mettono a fare cose non inerenti al piano di studi, ti mandano a fare uno stage in un posto e non fai niente, 5 ore a non fare niente. E’ un modo di concepire la scuola come azienda per i privati e non come un luogo di istruzione pubblica. Per esserci formazione deve esserci prima di tutto dignità ovvero lavoro sindacalizzato e non sfruttamento di lavoro gratis. Invece svolgiamo lavoro non inerente ai nostri studi e nemmeno pagati.”

 

di Giulia Moro, Ernesto Vastola

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