Zaino in spalla e via: come il viaggio diventa un’avventura

UNDER 30 E OVER 50, IN CAPO AL MONDO O DIETRO L'ANGOLO: COSA FA DI UN TURISTA UN VIAGGIATORE?

Viaggi“Il viaggio avventura è un concetto che cambia da persona a persona. Ma una cosa è chiara: lo scopo del viaggio avventura è quello di connettersi con la natura e avere un’esperienza più autentica. Si può parlare di viaggio avventura sia in caso di safari che in caso di viaggi culturali, viaggi in barca a vela o addirittura per escursioni a piedi”. Così il sito web Travel Factfile presenta il viaggio avventura, settore giovane nel mercato dei viaggi ma in grande crescita. Più che di una categoria si tratta di un vero e proprio brand, che spesso viene proposto dagli operatori di viaggi per attirare persone interessate ad una vacanza “diversa”, dal forte impatto emozionale. Un approccio vincente, come confermato dalle stime della Commissione di Viaggi Europea (Etc), che per il 2016 aveva previsto un aumento del turismo europeo del 3,1%, soprattutto nell’area medio orientale e nel continente asiatico, mete ‘avventurose’ per eccellenza. Ma qual è il motivo di tanta fortuna? La possibilità del rischio, reale o percepito, è uno dei fattori che attraggono maggiormente; tuttavia la crescita di questo settore è da attribuire anche alla facilità con cui oggi si possono consultare siti di viaggi, dotarsi di dispositivi tecnologici utili per gli spostamenti a prezzi modesti, e di vari ‘kit’ indispensabili per partire all’avventura. Anche la nascita dei blog ha contribuito allo sviluppo di questo fenomeno: gallerie di immagini e piattaforme specializzate hanno fatto conoscere al mondo luoghi fino a qualche tempo fa di nicchia. Oggi, insomma, chiunque può trasformarsi in un viaggiatore ‘fai da te’, basta sapere come.

GENERAZIONI (DI ITALIANI) A CONFRONTO – L’arrivo della rete ha cambiato per sempre le nostre abitudini, è un dato di fatto. L’approccio al modo di viaggiare dei nativi digitali è diverso da chi oggi è tra gli over quaranta. “Prima del viaggio in Norvegia ho letto soprattutto blog di persone che prima di me erano andate lì; in questo modo ho deciso quali posti visitare”, racconta Lara, 23 anni.  “Trent’anni fa il web non esisteva, era impensabile poter organizzare un viaggio da casa”, ricorda invece Francesco, viaggiatore giramondo da circa quattro decenni. “Allora – continua – usavamo perlopiù contatti telefonici e una volta sul posto chiedevi informazioni. Io e mia moglie abbiamo girato l’India in macchina con un autista locale, scegliendo di volta in volta le tappe grazie alle sue conoscenze”. Certamente il fattore età incide sulla tipologia di viaggio scelto, soprattutto quando si parla di alloggi e prezzi: dove gli under30 preferiscono soluzioni più economiche come il couchsurfing (il pernottamento gratuito sul divano di persone che aprono la loro casa a sconosciuti), i quarantenni e oltre guardano alla qualità.“Più gli anni passano, più faccio fatica ad accontentarmi di un albergo scadente, quindi i costi salgono”. Un’altra grossa differenza tra generazioni sta proprio nell’organizzazione: mentre il lavoratore prepara la vacanza in base a piani ferie e scadenze d’ufficio, i ragazzi guardano alle offerte last-minute, a volte facendo un vero viaggio-nel-viaggio. “Ho fatto l’Erasmus in India – racconta Silvia, studentessa di ritorno dall’Asia – e quando sono finite le lezioni obbligatorie sono partita per il Nepal in compagnia di una mia compagna di corso”.

Viaggiatori fai da teFAI DA TE VS TOUR OPERATOR –Sono quasi sempre partito e basta, senza stare a organizzare troppo, ovviamente informandomi sulle culture e le infrastrutture prima di partire, ma comunque senza agenzie e app varie”, riferisce Giulio, una voce giovane e fuori dal coro che ha visitato così la Georgia e percorso parte del cammino di Santiago. Tra i giovani e i giovanissimi infatti è più che comune affrontare l’aspetto logistico del viaggio con l’aiuto di vari siti e app: da ‘Pirati in viaggio a ‘Poracci in viaggio’ per pacchetti volo + pernottamento, da AirBnb a Hostelword al già citato Couchsurfing per sistemazioni più che economiche, passando per Skyscanner, uno dei più consultati e flessibili motori di ricerca di voli in tutto il mondo.

Del tutto diversa è l’esperienza in agenzia o tramite tour operator, sicuramente preferiti dai viaggiatori più maturi, che tuttavia li stanno mettendo sempre più da parte, almeno per questa tipologia: se infatti l’agenzia rimane ancora un punto di riferimento per i viaggi ‘classici’, a semplice scopo di relax, per quelli più avventurosi non solo i giovani ormai preferiscono organizzarsi da soli, adattando il viaggio ai propri desideri. “Se vai alla ricerca di qualcosa di nuovo, per me non ha senso appoggiarsi ad agenzie o tour organizzati perché non troveresti niente di entusiasmante, solo una vetrina dove ti fanno vedere un qualcosa che in realtà non è”, commenta Luca, un altro viaggiatore di 23 anni che ha attraversato India, Nepal e Tibet “Quindi zaino in spalla e si va!”
Non si vive, però, di solo web: Silvia, oltre ai siti e ad alcune applicazioni (tra le quali Maps), ha deciso di affidarsi ad esempio alle tradizionali guide cartacee, come quelle della Lonely Planet e National Geographic, per prepararsi al meglio su cultura e usanze prima del suo viaggio in Nepal, senza tralasciare gli aspetti logistici e diventando a conti fatti la tour operator di sé stessa.

ViaggiatoreSOLO JOURNEY – Tra tutti i vari tipi di viaggi, quelli in solitaria costituiscono una vera e propria categoria a sé. Molte più persone di quante si possa pensare scelgono di viaggiare da sole, in certi casi per “entrare pienamente in contatto con la natura, la cultura e la lingua”, in altri per semplici motivi organizzativi. “Preferisco assolutamente viaggiare da sola: i pro sono che gestisci il tuo tempo senza rendere conto a nessuno, e questo abbassa le tempistiche di movimento – spiega Silvia – il contro è che, essendo donna, devo stare molto più attenta. In compagnia magari avrei fatto cose che non ho avuto il coraggio di fare da sola.” Raccontando la sua esperienza nel sud-est asiatico, tra proposte di matrimonio da parte di contadini eccentrici e incontri con personaggi “un po’ particolari” come alcuni tassisti, traspare quell’ansia che permea la mente di molte donne che per qualsiasi motivo si trovano a muoversi da sole. “Andare in macchina da sola con uno sconosciuto è una di quelle scelte difficili da prendere – continua – Magari insieme a qualcun altro ti senti più forte nel prendere certe decisioni, anche solo quella di prendere un taxi.” Se qualche ragazza o donna fosse interessata ma anche legittimamente dubbiosa su un viaggio in solitaria, il web offre forum e siti pensati proprio per loro, con consigli su luoghi, comportamenti, misure di sicurezza. Journeywoman è il più completo tra i siti in lingua inglese, mentre in italiano c’è In viaggio da solaViaggiare da soli, pensato più genericamente per chiunque voglia provare quest’esperienza, a detta di ogni testimone “indimenticabile”.

VIAGGI AVVENTURA: UNA DEFINIZIONE SFUGGENTE – Al netto dell’organizzazione e dell’aspetto logistico, cosa rende un viaggio avventura davvero diverso dal solito? Si potrebbe erroneamente pensare che sia la meta a renderlo tale. “La meta è dentro, e non importa nulla se stai rotolando fino a Lhasa o solo a Montegallo – risponde Giulio, aggiungendo – L’unica raccomandazione è: non seguite le guide. Non fatevi abbindolare dalle luci del turismo e del divertimento tutto in tasca. Piuttosto esplorate, immergete, vivete il viaggio ogni giorno!”
E se i luoghi più gettonati sembrano essere il sud-est asiatico, il Medioriente e l’Europa dell’est, nulla vieta di rendere avventurosa qualsiasi meta: Londra, Copenaghen, Lisbona, Oslo, anche città e paesini mozzafiato entro il confine italiano, non importa dove si va, ma come. “Penso all’esperienza in Nepal fino ai confini col Tibet. Cerchi di stare il più possibile a contatto con le persone del posto, cerchi di scoprire le loro tradizioni, i costumi, le usanze, la lingua, i loro mezzi di trasporto – racconta Luca, che aggiunge – Viaggi su strade che non sono strade, completamente dissestate, inagibili, eppure si va con questi pseudo autobus senza ammortizzatori, senza comodità.” Giulio ci parla invece del suo viaggio low-cost (650 euro totali di spesa) fino in Georgia, passando per Ungheria, Ucraina, Mar Nero e Turchia, zaino in spalla su un marshrutka, pulmino traballante post-sovietico. Insomma, è il come che trasforma il turista in viaggiatore. E lo spirito di colui che affronta un viaggio avventura rimane sempre lo stesso: la vacanza deve andare oltre l’esperienza del ‘viaggiatore medio’, soprattutto nel contatto con la popolazione locale: il contatto con il “vero” è essenziale.

 

di Gloria Falorni e Valeria Milenati

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