PARI DIRITTI: Alessandria in prima linea per la lotta femminista

NON UNA DI MENO PARLA DEI DIRITTI DELLE DONNE A ROMA

non una di menoSono vicina alla causa perché sono stanca di non poter camminare di notte da sola, perché sono stanca di essere giudicata per come mi vesto e sono stanca di sentir dire ‘se l’è andata a cercare’ ” (Domiziana, una ragazza che ha preso parte al movimento).
Il movimento femminista “Non una di meno” della città di Alessandria si muove sempre più nel panorama nazionale fino ad arrivare in prima linea anche alla manifestazione nazionale di Roma. Il movimento, nato il 4 febbraio 2017 da una “assemblea pubblica alla quale hanno preso parte molte più persone di quelle che ci aspettavamo, nasce dall’idea di un gruppo di donne di diverse età che nel giro di poco tempo si è allargata a molte altre” spiega Marta Pampuro, in prima linea nel movimento. “C’erano madri, anziane, ragazze delle superiori, sindacaliste, attiviste dei centri sociali, operatrici del centro anti violenza di Alessandria (Me.Dea) o semplici donne indignate e desiderose di mettersi in gioco. Trovo che la bellezza e la forza di questo movimento stiano proprio nella capacità di tenere insieme anime radicalmente diverse che continuano a confrontarsi e a lavorare insieme”, aggiunge Laura Falleti, collega di Marta nella causa.
La struttura del movimento è quella assembleare: “ci troviamo ogni settimana oppure ogni 15 giorni al Laboratorio Sociale, uno spazio occupato in Via Piave 65 che ospita diverse iniziative di carattere politico e sociale”. All’interno di queste assemblee si da voce a diverse problematiche e si discute di casi più che attuali di violenza di ogni tipo verso il genere femminile, ma nonviolenza sulle donne solo, perchè “Non una di meno non è separatista (nel senso che non sostiene la separazione delle donne dagli uomini, che sono invece invitati a partecipare). Si occupa di violenza di genere: discriminazione e violenza anche riguardo gay, trans, lesbiche etc.
L’associazione si articola su più punti di interesse sia dal punto di vista teorico che pratico. Ha creato una rete di rapporti con diverse associazioni e realtà del territorio come il centro anti violenza Me.Dea. “Personalmente ho imparato a non sentenziare, ma a capire e a schierarmi.” racconta Domiziana.

ROMA: IL MOMENTO è ADESSO – “Credo che essere tante e tanti a Roma sia fondamentale per dare una vera spinta al piano e per dare un po’di ossigeno al movimento. Abbiamo una cassa comune che mettiamo a disposizione per chiunque voglia partecipare ma non possa permettersi la quota.” Le ragazze, le signore e in generale chiunque si sia avvicinato alla causa, il 25 novembre è sceso nelle piazze e nelle strade di Roma per fare vedere che in questo “l’Italia si unisce”, per far capire che “non è un problema di pochi” ma che “ci sono circa 10 stupri al giorno e viene uccisa una donna ogni due giorni”, solo nella nostra nazione.
“Il momento è adesso perchè credo si sia espansa a macchia d’olio la consapevolezza che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui ci hanno abituato a pensare.” Roma non sarà un arrivo ma un trampolino di lancio perchè la strada del movimento è ancora molto lunga per raggiungere il riconoscimento che vorrebbe e soprattutto per portare a termine i suoi obiettivi in concreto.”La sfida ovviamente non finisce con un’eventuale approvazione del piano: per avviare un cambiamento culturale bisogna innanzitutto parlare con le persone, essere presenti nell’attualità, organizzare iniziative e anche essere risorse vere e concrete per tutte le donne che ne abbiano bisogno.”
Voglio vivere in un mondo equo e senza alcuna violenza di genere. I motivi per cui lotto a fianco a loro sono infiniti, potrei andare avanti ore e ognuno di noi li ha portati in piazza il 25 novembre”, spiega Domiziana.
non una di meno LA NOSTRA LUNGA CAMMINATA – “Erano tanti anni che in Italia non esisteva un movimento in grado di essere così plurale, aperto, intergenerazionale e interclassista! Vinceremo perchè per cambiare il mondo in cui viviamo stiamo davvero partendo da noi stesse, mettendoci in discussione, confrontandoci e allargando continuamente le rete di cui siamo parte!” spiega ancora Marta. Gli obiettivi si affiancano a quelli del movimento nazionale, che possiede lo stesso nome, e a quelli dell’associazione ormai famosa a livello internazionale: ‘Ni una menos’, che nasce in Argentina.
“L’obiettivo di Non una Di Meno è sconfiggere la violenza di genere e sradicare la cultura patriarcale e maschilista nella quale viviamo. Secondo me la cosa interessante (e che per me è stata determinante nello scegliere di prendere parte al movimento) è che si parte dall’assunto per cui i femminicidi, gli stupri e le molestie non sono ‘casi isolati’ o raptus, ma sono il frutto della nostra cultura. Quindi si può dire che Non una di Meno abbia l’obiettivo di operare un cambiamento culturale nel nostro paese.” Per fare questo viene scritto un piano d’azione dalle donne per le donne.
Si analizzano tematiche importanti, con risvolti nazionali come la giustizia, i diritti civili e sociali, la comunizazione, l’educazione con l’intenzione di presentare questi progetti al Governo italiano una volta articolati a dovere.
“Sembra banale eppure non esiste nulla di simile in Italia. Altri punti del piano riguardano la comunicazione e l’educazione:serve rendere obbligatorio nella facoltà di giornalismo un corso sulla narrazione della violenza e della figura femminile in generale.” Il piano, organizzato e concreto, è disponibile per intero sul sito nazionale del movimento. Si occupa di tutto quello che riguarda la sfera femminile. Si toccano questioni come il diritto al posto di lavoro nel momento in cui viene denunciata una molestia interna al luogo di lavoro, perchè spesso le vittime scelgono la strada del silenzio e abbandonano il lavoro decidendo di chiudere la questione senza avere la necessità di rivevere ancora certi episodi. Si parla di lessico, di comunicazione mediatica che secondo i punti del movimento andrebbero riadattati ad un’epoca in cui si cerca la parità dei sessi e il pari riconoscimento dei diritti.
Questo è il piano e io credo che sia qualcosa di davvero importante e che soprattutto in Italia non abbiamo mai visto.”

non una di meno
ALTOPARLANTI PER LE NOSTRE IDEE – “Mi sono avvicinata alla causa perché credo sia fondamentale che in questo periodo storico donne, omosessuali, trans e tutti i generi che contribuiscono a formare la società smettano di essere sminuiti e ghettizzati da una parte di persone che vivono e si nutrono di ignoranza. Credo che nel 2017 la parità dei generi dovrebbe essere punto di forza e non motivo di violenza. Credo sia inammissibile che qualche medico obiettore possa decidere per me,per il mio corpo e per la mia maternità. Sono una donna e sono in grado di decidere da sola se voglio essere o non essere madre. Non una di meno per me rappresenta anche la vicinanza ad ogni donna che non è stata aiutata dopo aver subito violenza (di qualsiasi genere),ma che, anzi, è stata giudicata e abbandonata.”
Parte della comunità femminile della città ha modo di dare voce alle proprie richieste, ai propri dubbi, alle proprie preoccupazione sulla questione di genere attraverso questo nuovo movimento. Qui si da la possibilità di discutere, di riflettere e di esprimere le proprie idee su diverse questioni inerenti alla questione di genere. “Ogni donna che conosco ha subito una molestia, un episodio di violenza, un ricatto legato alla sua appartenenza al genere femminile. Non una di meno mi ha aperto gli occhi sul fatto che nel 2017 questo è intollerabile e può essere cambiato, perchè – conclude Laura – C’è un mondo intero di donne che è disposto a mettersi in gioco per cambiare le cose“.

 

di Giulia Moro

 

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