“Ho diciotto anni e ho scelto l’aborto.”

RACCONTI DI PARMA

MargheritaParma, 23 Novembre 2014

Dicono tutti che non dovrebbe capitare al giorno d’oggi, siamo bombardati da anticoncezionali e pubblicità progresso sui preservativi & co.
Eppure, facendo un giro in uno qualsiasi dei consultori della provincia, ci si accorge di quanto sia frequente che un ‘incidente’ capiti, e molte volte ce ne si accorga troppo tardi per la famosa ‘pillola del giorno dopo’.

“Ho scelto l’aborto, tecnicamente Ivg. Interruzione volontaria di gravidanza. Ma non è una scelta da prendere a cuor leggero, tutt’altro.
So che ogni giorno della mia vita lo passerò pensando a come sarebbe stato se…”  la voce si interrompe, trema leggermente. Lo sguardo è fisso a terra, sul suo paio di Converse bianco latte.

“Quando lo scopri è come una martellata in pieno petto. Pensi al futuro, e ti continui a ripetere quanto sei stata stupida, quanto questo ‘sbaglio’ si poteva evitare. E poi vedi gli sguardi della gente, e ti sembra che chiunque sappia il segreto nel tuo ventre e che tutti ti giudichino.”

Ogni ragazza che si trova in questa situazione – non importa come, perchè, cosa avrebbe potuto fare per evitare – ha il diritto di scegliere cosa fare, e di essere assistita dal sistema sanitario.
Ma non è sempre così.
“La dottoressa del consultorio è stata molto scortese. Mi ha trattata freddamente, era evidentemente contro la mia scelta. La visita ginecologica è stata la parte peggiore. La freddezza si è trasformata in meccanicità, i suoi movimenti erano bruschi e dolorosi. Ho provato a lamentarmi, ma mi ha gelata con uno sguardo.
Per fortuna, in reparto maternità, invece, mi hanno trattata benissimo. La caposala mi ha rassicurata, e tutti gli specialisti che ho incontrato hanno sembrato rispettare la mia scelta. E’ difficile parlarne, è una ferita che non si rimarginerà facilmente. Forse mai.”

Il percorso legale per l’Ivg implica che l’operazione venga realizzata entro i tre mesi dal concepimento. Dopo tale termine non è più possibile intervenire e la ragazza è obbligata a proseguire nella gravidanza.
“Il giorno dell’intervento non ero da sola. Non ho voluto il mio ragazzo con me, solo un paio dei miei amici più intimi.
Mi ricordo solo il freddo e l’agitazione della sala operatoria, poi mi hanno addormentata e non ho sentito più nulla. Mi sono svegliata dopo circa sei ore.
A mezz’ora dal risveglio mi sono venuti a prendere e sono tornata a casa. Una volta arrivata sono andata in bagno, mi sono chiusa dentro a piangere. I miei genitori pensavano che quel giorno fossi stata al mare. Mi sono lavata, c’era sangue ovunque, è stato terribile. Non l’ho mai raccontato a nessuno.”

Non tutte le storie sono a lieto fine. Non tutte le scelte sono prese a cuor leggero.
“Sarebbe facile dire adesso che vorrei non averlo fatto. E’ ovvio che ti penti di aver preso le cose con leggerezza. Ma passando attraverso questa cosa, ne sono uscita più forte, da una parte.
Forse non mi perdonerò mai per essere stata così stupida, ma ora so quanto riesco a sopportare.”

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