Mario Pini: “dopo l’uragano Irma riparto da Forlì”

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“Sembrava fosse scoppiata una bomba. Nella mia vita non ho mai visto nulla del genere”. Queste sono le parole di Mario Pini, che lo scorso settembre ha vissuto in prima persona la devastazione dell’uragano Irma. Forlivese noto per essere stato proprietario della palestra Nautilus, Pini nel 2000 si è trasferito a Tortola, l’isola più grande dell’arcipelago delle Isole Vergini Britanniche, dove ha aperto una gelateria insieme alla moglie, nativa dell’isola.

Si trovava a Tortola quando il 6 settembre l’uragano Irma, con venti a 300 km/h, ha imperversato sull’isola per 20 ore causando la morte di cinque persone e la distruzione dell’80% degli edifici. Molte abitazioni, costruite negli anni ’70, non sono riuscite a contrastare la sua forza distruttiva e sono state scoperchiate o spazzate via. La stessa gelateria di Mario Pini ha subito danni ingenti, mentre la sua casa è riuscita far fronte ai potenti venti. La maggior parte delle automobili è stata distrutta, e molti animali da pascolo sono morti. Anche le carceri sono state danneggiate, a tal punto che 120 carcerati, tra cui diversi assassini, sono riusciti ad evadere. La latitanza dei prigionieri ha contribuito ad aumentare la situazione di panico nell’isola. “La gente girava per strada armata di machete per paura”, racconta Mario Pini. Tutt’ora cinque degli evasi sono latitanti nell’isola. Non sono poi mancati episodi di sciacallaggio in abitazioni, supermercati e negozi.

Le istituzioni si sono subito adoperate per prestare soccorso agli abitanti, mandando 500 soldati dell’esercito britannico a distribuire beni di prima necessità, a presidiare l’isola e ad aiutare le forze dell’ordine locali, le cui sedi sono state danneggiate.

5000 abitanti sono fuggiti dall’isola soltanto nella prima settimana dopo l’uragano. Mario e la sua famiglia sono attualmente tornati in Italia per riacquistare i macchinari per rimettere in sesto la gelateria, mentre la figlia rimarrà nel forlivese per frequentare la scuola dell’obbligo finché a Tortola non saranno ricostruiti gli edifici scolastici.

Ma tra le macerie e le palme abbattute Mario crede in una ripresa. “Ci vorranno decenni prima che l’isola torni come prima. Prima era tutto verde, dopo l’uragano il colore predominante era il marrone. Ora è riapparso un po’ di verde, ma il turismo, che è la fonte principale di sostentamento, ha subito gravi danni”, dice. Tuttavia le istituzioni e gli abitanti si stanno adoperando per dare segnali di ripresa, cercando di salvare in parte la stagione estiva, che alle Isole Vergini comincia nel mese di novembre e termina a marzo. Le poche barche che non sono state distrutte dall’uragano sono già state utilizzate per escursioni e per gare nautiche, proprio per dare un messaggio positivo e di speranza. Mario è fiducioso nel futuro. Spera che un giorno l’isola possa tornare all’antico splendore, e che lui possa ricominciare al più presto la sua attività di gelataio.

di Ilaria Pini

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