La Parma noir degli anni di piombo raccontata dall’ex poliziotto

'SENZA TREGUA', IL LIBRO DI FRANCESCO MAZZAMURRO CHE SVELA IL LATO OSCURO DELLA PICCOLA PARIGI

Senza Tregua: anni di piomboPallottole, rapine e terrorismo. Sono gli ingredienti del nuovo libro ‘true crime’ di Francesco Mazzamurro, ex dirigente della Divisione di Polizia Giudiziaria distaccato alla Questura di Parma dal 1975 al 1987. Un incarico svolto durante gli anni del terrorismo rosso e nero, delle bombe nelle stazioni e delle complicità (mai chiarite fino in fondo) di una parte deviata dello Stato. Misteri e segreti che si sono conservati nel tempo. In questo quadro, Mazzamurro racconta la sua decennale esperienza all’ombra del Battistero: tra veglie notturne, blitz in covi e controlli a tappeto su tutto il territorio. “Il libro è nato dalla mia voglia di far conoscere molti episodi di terrorismo che sono rimasti nell’oscurità. I parmigiani devono sapere che sono non stati in un’isola felice.”

Situata tra Bologna e Milano, Parma è stata un snodo fondamentale per le bande criminali: brigatisti e gruppi di estrema destra hanno trovato terreno fertile in città per situare “basi” lontane da occhi indiscreti. È il caso del terrorista dei Nuclei Armati Proletari, Pasquale Abatangelo, arrestato in un appartamento di un anarchico in Borgo Retto, a poche centinaia di metri dal Duomo. Dopo il sequestro Moro, Abatangelo entrò a far parte della lista dei tredici terroristi incarcerati di cui le BR chiesero la scarcerazione in cambio del rilascio del leader DC.

Qualche anno più tardi venne scoperto anche l’arsenale con oltre cinquemila munizioni nell’appartamento parmigiano di un seguace dell’estrema destra extraparlamentare, in stretti rapporti con il militante del MSI Ettore Napoli, autore dell’attentato alla statua del Partigiano nel piazzale della Pilotta. Un evento spesso dimenticato ma che risale al 1961, quando il giovane studente del liceo Maria Luigia piazzò una bomba ad orologeria sul monumento in ricordo della Resistenza, opera dello scultore Mazzacurati e dell’architetto Lusignoli. Uno sfregio talmente forte da far trasalire addirittura il Presidente della Repubblica Gronchi, il quale offrì una taglia di 10 milioni di lire a chi avesse rintracciato l’attentatore. Bastò poco più di un mese agli inquirenti per arrestare Ettore Napoli che venne spedito al confino per 3 anni. Nel processo sul ritrovamento del maxi arsenale nella casa di una cellula dell’eversione nera emerse che il carico di armi ed esplosivo era stato conservato proprio per conto di Ettore Napoli, probabilmente per effettuare un altro attentato nel giro di qualche mese.

“Il nostro merito è stato di aver creato una rete capillare – racconta l’ex membro della squadra mobile – nel senso che controllavamo tutto il territorio ventiquattro ore su ventiquattro. In definitiva fu stroncato sul nascere il tentativo di creare a Parma una base terroristica e di questo se ne resero conto sia personaggi illustri dell’eversione sia principianti, che decisero di emigrare in altre città.” Una vita trascorsa in strada a combattere giorno dopo giorno la criminalità e le bande armate: Parma stava diventando il crocevia di terroristi e criminali di alto rango, come il luogotenente di Renato Vallanzasca, Giorgio Malavasi, arrestato alle porte della città nel febbraio caldo del 1977. Il pericolo di trasformare il Ducato in una “base” per diversi gruppi criminali fu impedito dal grande sforzo compiuto dalle forze dell’ordine su tutto il territorio; emblematico è ciò che dichiarò, dopo essere stato arrestato a Ponte Taro, l’autore della bomba di Piazza Arnaldo a Brescia: “Me lo avevano detto che a Parma non c’è spazio per la malavita.”

1362937355245_0.jpg--Da metà degli anni Ottanta, secondo Mazzamurro, qualcosa è cambiato: “La sindacalizzazione della Polizia stabilì che il servizio giornaliero doveva durare al massimo otto ore. Prima non c’erano orari fissi, così tutti rimanevamo in servizio finché c’era necessità. Per combattere il crimine bisogna essere disposti a sacrificarsi.” Non è quindi un problema di organico, il quale è rimasto pressoché invariato dalla stagione degli anni di piombo; sembra invece che la qualità del servizio sia stata intaccata dall’arrivo di “nuovi funzionari abituati più a stare dietro alla scrivania piuttosto che in giro per le strade”.
Anche dall’altra parte della barricata le cose sono mutate: i terroristi hanno ceduto il passo ai Casalesi (arrivati in città a inizio del nuovo millennio) e a nuove bande criminali provenienti dall’Est Europa e dal Nord Africa. “Dopo un solo anno dalle mie dimissioni – nota l’ex dirigente della Mobile – è iniziato un lungo ciclo di sequestri di persona durato vent’anni. È solo una coincidenza però è abbastanza inquietante.”

“Rispetto agli anni ’70 la criminalità si è trasformata: paradossalmente, al giorno d’oggi, ci sentiamo più insicuri nonostante non ci sia più il pericolo delle bombe, dei sequestri di persona e delle rapine in banca. Diffusissimo in tutta la penisola è il fenomeno della micro-criminalità. Ogni giorno ci sono moltissimi furti negli appartamenti, sostengo però che se ognuno di noi fosse più attento, nei confronti dei nostri vicini di casa, molte cose non esisterebbero. Noi avevamo indetto una lotta senza quartiere contro ogni fenomeno criminale: non lasciavamo agire impunemente neppure gli accattoni sotto i portici di strada Mazzini. Il segreto è non lasciare che la criminalità attecchisca; se la si lascia prosperare non possiamo lamentarci se le cose sono così.”

‘Senza Tregua’ è un libro duro che illustra un lato ancora nascosto della strategia della tensione. Una verità scomoda che si è preferito non divulgare. Rimane l’amaro in bocca poiché i cognomi della maggior parte dei protagonisti non sono stati riportati per intero a causa del diritto all’oblio. Come se la storia potesse cadere in prescrizione.

Proprio per questo è indispensabile continuare a raccontare la storia degli anni di piombo. Una ferita ancora aperta che si deve rimarginare. I ricordi quel passato però non potranno mai farlo.

di Mattia Fossati

 

2 Commenti su La Parma noir degli anni di piombo raccontata dall’ex poliziotto

  1. Molto bello ed interessante.
    Vorrei acquistarne il libro, ma
    non so come fare. Potete aiutarmi?
    Grazie. Cordiali saluti.
    Alberto Sansoni@

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