Filippo Corridoni: un personaggio per due regioni

UNA PERSONALITÀ CHE HA LASCIATO IL SEGNO TANTO NELL'EMILIA ROMAGNA QUANTO NELLE MARCHE.

Filippo Corridoni

 

Sindacalista. Militare. Politico. Giornalista. Attivo durante la prima guerra mondiale.

Questa è la carta d’identità di Filippo Corridoni, figura importante nella storia di Parma, ma originario delle Marche.

Tutti, all’incrocio di via Bixio e via d’Azeglio, avranno notato il monumento eretto in suo onore nel 1927, ma solamente in pochi sanno chi sia e cosa abbia fatto.

Nato a Pausula, paesino insediato tra le colline marchigiane, in provincia di Macerata, che è stato ribattezzato in suo onore nel 1931: ora si ha a che fare con Corridonia.

Anche in questo piccolo borgo è presente un monumento in suo onore, eretto nel 1936, nove anni più tardi rispetto quello parmigiano, ma nella stessa posizione: una gamba leggermente più avanti dell’altra e la schiena curvata all’indietro.

Non è assolutamente un caso: la storia ufficiale narra che nel 1915 venne centrato in fronte da un colpo di fucile mentre si trovava nella Trincea delle Frasche, presso San Martino del Carso. Quella popolare invece racconta che fu ucciso dai suoi stessi compagni a causa dell’avvicinamento al regime fascista, risultando così particolarmente scomodo.

Cosa accadde nella realtà dei fatti nessuno lo sa e mai più si avranno risposte, però la popolazione corridoniana crede maggiormente alla seconda versione.

Quindi, legame di nascita con Corridonia… ma con Parma?

Sotto il falso nome di Leo Cervisio è giunto nella città emiliana nel 1908 per il più grande sciopero agrario del sindacalismo rivoluzionario italiano.

E’ diventato segretario della Camera del Lavoro di San Felice sul Panaro nel 1909 e nel 1913 si è legato ad Alceste De Ambris, collaborando alla sua campagna elettorale.

Alla morte di Corridoni, Parma ha deciso di rendergli i dovuti onori innalzando un monumento per tramandare la memoria del suo operato e sacrificio.

Dunque un personaggio per due regioni: un vero e proprio “eroe” a livello parmigiano ed italiano ed un grande motivo d’orgoglio per un paesino di quindicimila abitanti, che ha addirittura assunto il suo nome.

 

Di Francesca Acquaroli

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