Myanmar: libertà di stampa in manette

UNO DEI 10 PAESI CON PIU' CENSURA AL MONDO

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MYANMAR – Arrestati due giornalisti della Ruters a Yangog, ex capitale del paese, il 13 dicembre 2017. I loro nomi sono Wa Lone, 31 anni, e Kyaw Soe Oo, 27. Il motivo? Stavano lavorando per documentare le persecuzioni della minoranza musulmana dei Rohingya nello stato di Rakhine, dove una repressione militare ha obbligato oltre 620.000 musulmani a fuggire cercando riparo nel vicino Bangladesh. I due giornalisti sono stati accusati di avere acquisito illegalmente informazioni di sicurezza nazionale, con l’intenzione di divulgarle all’estero. Accusati di aver violato l’Atto sui segreti ufficiali, legge risalente all’epoca coloniale britannica, potrebbero andare incontro a 14 anni di reclusione.

Wa Lone e Kyaw Soe Oo erano stati ‘invitati’ ad incontrare i funzionari di polizia, con i quali sono poi andati a cena in un ristorante verso le 20.00 di sera. L’autista che li aveva accompagnati non li ha più rivisti tornare alla macchina. “Siamo indignati per questo sfacciato attacco alla libertà di stampa. Chiediamo alle autorità di rilasciarli immediatamente”, ha dichiarato Stephen J. Adler, presidente e capo redattore dell’agenzia di stampa Reuters. “Affinché una democrazia abbia successo, i giornalisti devono essere in grado di svolgere il proprio lavoro liberamente”, ha affermato inoltre l’ambasciata americana in Myanmar, esortando il governo a spiegare il motivo del loro arresto.

Il caso di Wa Lone e Kyaw Soe Oo non è il primo degli arresti avvenuti in Myanmar. “Questi arresti avvengono in mezzo a una crescente repressione che sta avendo un grave impatto sulla capacità dei giornalisti di raccontare una storia di vitale importanza globale”, ha affermato Shawn Crispin, rappresentante del Sud-Est asiatico del CPJ, ovvero il Comitato per la protezione dei giornalisti. Il Myanmar è stato dichiarato – dal comitato – uno dei 10 paesi con il più alto tasso di censura e con i peggiori carcerieri di giornalisti al mondo. “Le leggi relative alla sicurezza nazionale, inclusa la legge sui segreti ufficiali dell’era coloniale del 1923 – si legge sul sito del CPJ – sono usate per minacciare e imprigionare i giornalisti che riferiscono di questioni militari delicate”. A Myanmar, come in molti altri paesi del mondo in cui le ingiustizie e le repressioni sono all’ordine del giorno, la libertà di stampa è fortemente limitata. Ma se vengono uccise migliaia di persone innocenti, e poi vengono arrestati i giornalisti che hanno tentato di parlare della loro morte, chi ci racconterà le ingiustizie che avvengono nel mondo?

 

Di Yara Al Zaitr

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