Contemporaneità e rinascita sociale: il “tempo 0” nei Caratteri dell’arte

IN MOSTRA OPERE E LINGUAGGI DI CHERSICLA, CIRIO, DELL'AMICO, LEVINI, NAZERAJ E SAMBINI

caratteri.000Come una tavola rotonda imbandita di piatti prelibati creati dai migliori chef stellati e pronti per essere assaggiati, la mostra ‘Caratteri’ mette a disposizione le opere di sei artisti contemporanei, ognuna con linguaggi propri (o meglio caratteri, da cui prende appunto il nome la rassegna) e tematiche differenti, all’interno degli spazi espositivi più rinomati della città: il Palazzo del Governatore, la Galleria San Ludovico, la Pinacoteca Stuard, lo Stu Pasubio e lo Spazio Amoretti.

Promosso dall’Associazione culturale A.p.s Lunatici, T0 Studio Associazione culturale A.p.s, in collaborazione col Comune di Parma, l’evento, come ci spiega il curatore Andrea Tinterri, è stato organizzato in sei mesi circa con il chiaro obiettivo, sin dall’inizio, di dare all’arte contemporanea “il valore simbolico di una rinascita sociale e culturale“, come spunto di dialogo e riflessione. Dal 22 novembre all’8 dicembre 2014 è possibile vedere le opere di Bruno Chersicla, Paolo Cirio, Carlo Dell’Amico, Felice Levini, Erjon Nazeraj e Alessandro Sambini esposte, ora appese sulle pareti di un appartamento privato, ora lasciate sospese a mezz’aria nel vano centrale di una grande aula bianca, intersecate tra loro dal “bisogno intellettuale di ripartire da un tempo zero, dalla matrice, dal linguaggio, dai caratteri, appunto, di cui necessita l’arte contemporanea e non solo per giungere a stretto contatto con la realtà circostante”. “La città – continua Tinterri – viene interpretata come luogo di confronto tra vocabolari, linguistici e artistici, differenti. È da questo punto di partenza che “le sculture lignee di Bruno Chersicla si accompagnano alle parole e ai simboli su tela di Felice Levini e che i progetti di Carlo Dell’Amico vanno di pari passo con le riflessioni sulla comunicazione sociale di Alessandro Zambini”. Andrea Tinterri ha visto tutto questo, fin dall’inizio, come “un modo di ragionare sulla contemporaneità, circoscrivendo tutte le tematiche entro un’attenta ridefinizione del rapporto spazio – tempo, che copre appunto l’età contemporanea ma si carica di sapori a volte antecedenti”.

 

Sculture lignee di Bruno ChersiclaDENTRO ‘CARATTERI’ – Passeggiando tra le bianche stanze del Palazzo del Governatore, salta subito all’occhio la materialità nonché corporeità di alcune sculture create da Erjon Nazeraj nel suo progetto ‘Inscape’ che richiamano a strumenti reali, quasi capovolti nel significato, il quale invece si carica qui di una valenza ancora più profonda, quasi spirituale. Una successione di scarpe dalle tonalità diverse, ad esempio, è disposta sul vuoto pavimento di una modesta stanza e rappresenta il tema dell’emigrazione, quasi a voler significare il passaggio, il carattere dinamico di un qualcosa che non è possibile cogliere con la vista, bensì con la mente. Con ‘Azione a distanza’ di Felice Levini, è invece possibile scorgere, da una serie di teli di plastica sospesi a mezz’aria nell’atrio subito dopo l’ingresso, delle sagome che ora incarnano la figura del Che Guevara, ora quella di una ballerina con le braccia rivolte verso l’alto e ancora icone religiose, unite a frasi di grande rilevanza storica, come ad esempio “Etica, logica, fisica” sottostante tre corpi ignudi femminili che si aggrappano ad un pilastro dalla costruzione classica. Sempre al Palazzo del Governatore, Paolo Cirio, riflettendo sulla partecipazione e sulla rappresentanza politica, illustra la propria visione democratica attraverso la condivisione sintetica e schematica di concetti, frasi e parole in lingua inglese espressa sotto forma di diagrammi, manifesti e interviste che prendono il nome di ‘Global Direct’. Più personale invece è il lavoro di Alessandro Sambini, intitolato ‘The great saga of infamous image‘ e ospitato sia al Palazzo del Governatore che nella sede Stu Pasubio, che si divide in due parti: la prima è un’installazione dove vengono trasmesse immagini filmate dall’artista stesso per un’agenzia di comunicazione; la seconda mette in mostra il processo con cui l’artista diventa imputato per un’appropriazione indebita di un frame girato da un diverso operatore. La Galleria San Ludovico, invece, è tutta dedicata alle sculture di Bruno Chersicla che, ritraendo svariati personaggi famosi (da Italo Svevo, Giosuè Carducci, James Joyce, Giorgio De Chirico fino a Giuseppe Verdi) attraverso la creazione di sagome nonché maschere tridimensionali in legno somiglianti a dei burattini stilizzati e colorati, lasciano spazio all’immaginazione e creano un’atmosfera giocosa e quasi carnevalesca, tipica della commedia dell’arte. Diversa è l’atmosfera che invece si respira all’interno della Pinacoteca Stuard dove, quasi per dare una continuità tra passato e presente, le opere rinascimentali permanenti dialogano con le installazioni contemporanee create da Carlo Dell’Amico nel suo progetto dal titolo ‘Polvere di sole’. Sono queste ultime ad attirare l’attenzione dei visitatori che, trovandosi di fronte rami spogli, tronchi tagliati e radici di alberi illuminati da una costante luce a led di colore blu, sono chiamati a riflettere sul senso dell’esistenza attraverso il tema della luce. Fin dall’antichità, appunto, l’albero rappresenta il ciclo della morte e della vita, spogliandosi e rivestendosi di tutte le sue foglie. L’artista, però, non dà spazio alla vita attraverso le foglie ma, procedendo per difetto, trasmette un senso di vuoto, di mancanza, di solitudine e inesorabilmente di morte. Non c’è spazio quindi per la vita? Al contrario: nel progetto di Dell’Amico, il senso della vita non manca, anzi prevale, e si manifesta attraverso la luce che trapassa le forme immobili.
Nello Spazio Amoretti, infine, una volta seguito il percorso tracciato da una linea rossa, si viene accolti in una piccola stanza piena di tesori nascosti. È qui allestita la mostra collaterale intitolata ‘Ce l’hai l’invito?’ e curata dall’architetto Gregorio Chierici; una raccolta cinquantennale di biglietti d’inviti a mostre d’arte tenutesi in ogni parte del mondo che idealmente sembra appunto il luogo da cui tutto inizia, finisce e poi ritorna.

Il progetto ‘Caratteri’ permette di avvicinare tutti ad un patrimonio culturale da cui ripartire per una ricostruzione sociale, culturale e linguistica, offrendo gratuitamente la possibilità di scoprire in un sol colpo un consistente numero di opere. Non solo prodotti artisitici, ma spunti per riflettere su una molteplicità di segni, linguaggi e temi degli ultimi cinquant’anni della storia culturale italiana e non solo. Un’occasione non rivolta soltanto ad appassionati e intenditori ma – in un contesto in cui spesso l’arte, soprattutto contemporanea, rischia di essere compresa o apprezzata solo da una cerchia ristretta di persone – uno stimolo per tutti coloro che non si fermano di fronte alle apparenze e cercano sempre di andare oltre.

 

Di Gioacchino Di Giorgi, Marilina Leggieri, Laura Misuraca

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