Maledetta primavera, Italia al voto

A MARZO GLI ITALIANI SONO CHIAMATI AD UNA PARTITA DAVVERO IMPORTANTE. CHI VINCERÀ?

 

Mancano ormai pochi giorni al 2018 ma i problemi rimangono sempre i soliti. L’anno che verrà porterà certamente nuovi propositi per la popolazione italiana ma dovrebbe portarci anche un nuovo governo, nuovi politici che in un certo senso, andranno a rappresentarci spartendosi i posti tra Camera e Senato.

Nemmeno il tempo di gustarci un buon panettone- o pandoro, dipende dai gusti- che Noi siamo chiamati a scegliere e decidere chi sarà la prossima squadra di governo. Ci hanno definito un popolo di “60 milioni di commissari tecnici” e, infatti, quando si trattano i temi inerenti al calcio, in particolare alla Nazionale Italiana, siamo tutti bravi ad elogiare e/o criticare, ma quando c’è da metterci realmente in gioco con decisioni concrete, Noi italiani spesso e volentieri, preferiamo tirarci indietro.

Arriverà la primavera e tutta Italia sarà chiamata ad una partita importante, alla quale non potremo tirarci indietro ed oltre allo sguardo rivolto verso il futuro dovremo tenere conto del passato.

Facsimile del quesito referendario del 4 dicembre 2016

Facsimile del quesito referendario del 4 dicembre 2016

Un anno fa circa, precisamente il 4 dicembre 2016, la politica italiana ha vissuto l’ennesima pagina storica della nuova repubblica. Quel referendum, tanto voluto, sostenuto, personalizzato e chi più ne ha più ne metta, dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, ci ha fatto capire- qualora ce ne fosse ulteriore bisogno- l’indifferenza che l’italiano medio prova verso i partiti politici. Seppur il quarantenne di Rignano sull’Arno, Renzi che ha governato l’Italia per mille giorni proponendo riforme su riforme, si è dimesso, come promesso in campagna elettorale, lasciando l’incarico di primo ministro al compagno Paolo Gentiloni, da quel giorno poche cose, sono realmente cambiate.

È cambiato il governo è vero, anche se alcuni media, l’hanno più volte definito un “governo fotocopia” del precedente. Inoltre, chi durante la campagna referendaria si schierava esplicitamente per la non approvazione delle riforme, annunciando che “l’avrebbero fatte meglio” è rimasto lì a girovagare da poltrona a poltrona, guadagnandosi la poca simpatia da parte, appunto, dell’italiano medio. I sondaggi a fine 2017 presentano come “primo partito” l’astensione, ovvero il rifiuto ad andare a votare.

Affluenza elettorale (fonte Demopolis)

Affluenza elettorale (fonte Demopolis)

Se si analizza fino in fondo il dato dell’astensione capiamo che a molti giovani, in particolare del sud Italia, della politica, poco importa. Ma non dovrebbero essere loro la futura classe dirigente? Ed ecco che proprio su questo aspetto, oltre alle continue e nauseanti liti interne al partito, ha puntato il segretario democratico, Matteo Renzi, che, nell’ultima direzione di partito ha voluto inserire in segreteria nazionale un nuovo gruppo di giovani: i famosi “Millenials” portandoli con sé nel viaggio che con il treno del Partito Democratico “Destinazione Italia” ha permesso, allo stesso Renzi, di visitare tutta Italia, nonché, rendendoli protagonisti dell’ultima edizione della Leopolda, la kermesse voluta da Matteo Renzi nei capannoni dell’ex stazione ferroviaria di Firenze, giunta, quest’anno, all’ottava edizione.

D’altro campo, gli avversari politici di Renzi, sono pronti realmente a governare il bel paese. Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento Cinque Stelle sta pensando, già, ai possibili ministri con i quali formare il suo governo, confermando, seppur con qualche polemica di troppo, la mossa tanto criticata a Renzi, dei famosi 80 euro. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, inoltre, tra tweet e post su facebook, si presenta agguerrito più che mai e conferma, anche lui, la mossa degli 80 euro. Gli animi sono caldi anche sul fronte Centro Destra con l’ex cavaliere, Silvio Berlusconi, pronto a riprendersi i voti dagli italiani.

Sicuramente ne vedremo delle belle ma per adesso godiamoci il presente, arriverà la primavera ma che fretta c’era?

 

di Luca Giuseppe Murrone

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*