L’Italia è un paese per donne?

LA LOTTA CONTINUA PER LA PARITA’ DI GENERE E DI SALARI NELLA NOSTRA PENISOLA

“L’Italia non è un paese per giovani” ci continuano a ripetere da anni coloro che all’Italia non vogliono bene. È vero le cose non sempre vanno al meglio ma non possiamo mica tirarci la zappa sui piedi da soli, bisogna viver d’ottimismo e speranza. Se l’Italia non è un paese per giovani potremmo dire la stessa cosa anche per quanto riguarda la categoria delle donne. Esser donna nel “bel paese” non è certamente semplice, soprattutto nell’era che stiamo vivendo.Il mondo del lavoro italiano parla sempre più con accento maschile anche se, a dire il vero, le principali menti sono donne ma è noto, che il cervello e la mente spesso e volentieri dall’Italia vogliono fuggire. È il caso di Marianna, una giovane donna “figlia di Calabria” costretta ad esportare la propria mente in America. Nata e cresciuta a Rossano Calabro, cittadina in provincia di Cosenza, la giovane Marianna ha studiato farmacia all’UniCAL a Cosenza per poi fuggire, anche se con tanta malinconia per i propri affetti e le proprie radici verso nuovi orizzonti perché in Italia, specialmente al sud, per i giovani ambiziosi è molto difficile realizzare i propri sogni.

Marianna, ricercatrice calabrese (fonte JBC.org)

Marianna, ricercatrice calabrese (fonte JBC.org)

Una ricerca da lei condotta all’interno del laboratorio della Sanford Research nel South Dakota ha permesso di scoprire una nuova funzione della proteina Sv2a che si trova nel sistema endocrino e nelle sinapsi neuronali grazie alla quale si potrebbe dar vita ad una nuova visione nelle terapie di trattamento delle crisi epilettiche. Grazie alla sua fuga dall’Italia Marianna ora si trova in un ambiente dove lavorare per gli altri- forse- è un pochino più semplice e di questa semplicità ne usufruiamo tutti noi. Certamente l’esempio di vita della giovane ricercatrice calabrese non è l’unico che testimonia di come, purtroppo, l’Italia è brava a farsi sfuggire le proprie menti. Non c’è da stupirsi, infatti, davanti a queste storie ma chissà cosa penserà Susanna Ceccardi, sindaco leghista di Cascina (Pisa) che in una nota trasmissione televisiva del servizio pubblico ha dichiarato che: “i medici calabresi è giusto pagarli meno perché sono meno bravi”.

La polemica scaturita sui social dopo questa dichiarazione della sindaca 27enne ha evidenziato ulteriormente la differenza tra i politicanti e l’Italia che studia e si accultura e che spesso e volentieri deve espatriare le proprie competenze in altri paesi perché, purtroppo, come dice la sindaca “è giusto che vengano pagati meno”.

Oltre alla storia di Marianna di esempi come questi ce ne sono tantissimi. Un altro ancora è quello di Maria una giovane ragazza del Nord Italia dipendente da 4 anni di un negozio di profumi che, al colloquio per prolungare il suo contratto, si è sentita dire: “Lei ha intenzione di aver figli?” La risposta di Maria a questa “assurda” domanda è stata: “Ho 28 anni credo sia normale sognare e progettare di aver figli”. “Da noi il fatto di una sua possibile maternità potrebbe essere un problema, quindi, per lei non c’è possibilità di crescere all’interno della nostra azienda.” È stata la contro risposta della titolare del negozio.

Parità salariale è legge in Islanda

Parità salariale è legge in Islanda

Una vicenda assurda che testimonia di come, non sempre, l’Italia tutela le nostre donne e di come è ancora abissale la differenza salariale con l’uomo.  Il 2 gennaio, però, in Islanda la parità salariale fra uomo e donna è diventata ufficialmente legge e anche in Italia l’articolo 46 del Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n.198 prevede la parità retributiva fra le parti ma, come spesso accade nel “bel paese” ognuno fa un po’ come gli pare.

di Luca Giuseppe Murrone

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