Portami ad Auschwitz: la sclerosi non ferma il desiderio di Giorgio

UN DOCU-FILM RACCONTA IL PROGETTO 'AMBULANZA DEI DESIDERI', A PARMA GRAZIE AD AMNIC E ASSISTENZA PUBBLICA

Desiderio antico. Viaggio ad AuschwitzUn “desiderio antico” che ha origine nei più profondi meandri dello spirito e che anche una ‘malattia che scarna il corpo’ è incapace di spegnere: sembra essere questo il significato del viaggio di Giorgio Foglia, protagonista di una storia che parla proprio di quel desiderio realizzato. Un sogno alimentato da una forza dalla doppia, anzi, tripla valenza: la forza di Giorgio, 56enne parmigiano affetto da sclerosi multipla, della sua famiglia e dei volontari del progetto ‘L’ambulanza dei desideri’ che lo hanno reso reale. Grazie all’Anmic (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) e alla collaborazione tra Assistenza pubblica Parma e Fondazione Assistenza pubblica Parma, Giorgio ha potuto compiere il suo viaggio, successivamente raccontato nel docufilm ‘Desiderio antico. Viaggio ad Auschwitz: la vita rende liberi’, curato da Alberto Rugolotto con la collaborazione giornalistica di Giuseppe Milano e proiettato in anteprima il 1 febbraio all’auditorium dell’Assistenza Pubblica di via Gorizia.

“Mi sembra incredibile che tutto questo sia realtà. Da fantasia sussurrata è cresciuta, diventando molto, molto più grande di me”. Queste le parole di Giorgio in occasione della serata di presentazione a cui hanno partecipato 400 persone rendendo necessaria la contemporanea trasmissione in streaming anche nell’Auditorium di Parma Lirica. “Davanti alla grandezza di questo progetto mi rendo conto di aver fatto poco. Io ho dato solo la mia malattia. Tutti dovrebbero fare un viaggio come quello che ho fatto io. Ma soprattutto, vorrei che ‘Desiderio antico’ sia fatto vedere nelle scuole”.

Desiderio antico. Viaggio ad Auschwitz

IL PROGETTO‘L’ambulanza dei desideri’ è un’iniziativa già presente da molti anni all’estero, il primo caso risale al 2006 in Olanda, mentre in Italia è arrivata da poco meno di due anni. Che sia un giro al parco, andare a trovare un lontano parente o, come in questo  caso, un viaggio vero e proprio, il progetto impegna enti privati  e volontari per trasformare ogni richiesta in realtà. Quello di  Giorgio è il primo made in Parma.

“La cura della persona non si limita alla salute. Siamo anche fatti di desideri e, grandi o piccoli che siano, è giusto impegnarsi per realizzarli’,  sostiene il presidente dell’Assistenza Pubblica Parma Onlus Luca Bellingeri. “Volevamo portare l’Ambulanza a Parma già nel 2016, ma mancavano i fondi. La decisione di Olmedo Spa (azienda che si occupa nello specifico di soluzioni di allestimento di veicoli per il trasporto di disabili) di finanziare il progetto ha reso possibile non solo questa avventura, ma tutte quelle che verranno“.
Il viaggio di Giorgio ha coinvolto 14 persone, tra amici, familiari, i giornalisti Giuseppe Milano e Alberto Rugolotto e cinque assistenti sanitari della Pubblica. Tutti volontari, ogni persona che ha preso parte al viaggio lo ha fatto perché ne ha riconosciuto il valore, primi tra essi gli stessi finanziatori.
“Siamo noi a dover ringraziare voi – ribadisce più volte durante la serata Luca Quintavalli, vicepresidente di Olmedo Spa -. È stato un sogno anche per noi, l’iniziativa più importante alla quale abbiamo partecipato, in cui gli aspetti tecnici e materiali sono irrilevanti: il vero valore non è il denaro, ma ciò che sta dietro. Quello che abbiamo fatto non è nulla”.

Giorgia Foglia, Desiderio antico. Viaggio ad AuschwitzPERCHÈ AUSCHWITZ? – Ex imbianchino ormai “forzatamente pensionato”, come lui stesso racconta nel documentario, Giorgio non ha scelto di visitare il celebre campo di concentramento solo per la sua importanza storica ma per le profonde affinità con la propria condizione. Il suo è stato innanzitutto un viaggio interiore. Come i deportati, lui si è solo “trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non ho fatto nulla per meritare questo. Non ho stuprato, ucciso, rubato… mmh, forse rubato sì, ma non cose importanti, dai!”, scherza. Parlando della sclerosi multipla che lo affligge, Giorgio la paragona a una prigione, una “corazza che mi intrappola, una non-presenza. Ogni giorno sento che qualcosa scivola via senza che io possa fare nulla”.
Parole sofferenti, pronunciate con malinconia, eppure con occhi vividi . È con una sottile ironia, questa capacità di non abbattersi e scherzare sulla propria condizione, che la forza di Giorgio è esternata. La sua come quella della sua famiglia. Molto toccante nel documentario la scena dello scambio della sigaretta (la ‘paglia’) tra padre e figlio.

“Ma no papà, tu non sei in prigione. Non più.”
“Lo sono Alberto. D’altronde è questo il significato, la ragione per cui siamo qui.”

IL DOCUFILM – L’idea di realizzare un docufilm sul viaggio è partita da Anmic, come racconta Mariagrazia Villa. “Volevamo dare a Giorgio e ai suoi compagni di viaggio un ricordo speciale di questa esperienza. Abbiamo deciso di condividerlo con la città solo in un secondo momento”.
A curare il documentario è stato il giornalista Alberto Rugolotto che ha seguito il progetto in tutte le sue fasi, dal viaggio vero e proprio documentato tramite le riprese alla successiva realizzazione del racconto. “È stato difficile, sia per le condizioni già complicate sia a causa del maltempo. La pioggia soprattutto non permetteva tempi di lavoro troppo lunghi, per cui ciò che avete visto è tutto genuino, per niente costruito”, spiega parlando del docu-film. Un lavoro impegnativo, sotto tutti i punti di vista. “Ringrazio l’Anmic di avermi dato l’onore di seguire questa avventura, un onore – aggiunge Rugolotto – che è anche un ònere per l’importanza che ha. Spero di aver restituito ciò che questo viaggio ha significato per Giorgio e i suoi familiari ed amici”.

La scelta di coinvolgere Rugolotto non è stata casuale: nel suo lavoro di giornalista ha realizzato numerose inchieste, mostrando una grande sensibilità e un’attenzione ai particolari immediatamente riconosciuta anche da Emma Tassi Carboni, moglie di Giorgio. “All’inizio ero dubbiosa sulla sua inclusione nel viaggio, ma quando l’ho visto filmare lo scambio della ‘paglia’ tra Alberto e Giorgio ho capito che era quello giusto. Quel momento ha mostrato pienamente la vicinanza tra padre e figlio, il loro profondo rapporto”.

Ad accompagnare le immagini del documentario è una colonna sonora appositamente composta ed eseguita da Alessandro Nidi. “Quando Alberto mi ha mandato il filmato – racconta l’autore – sono stato sorpreso dalla sua leggerezza, al punto che creare la giusta musica è stata una gran responsabilità. Il mio scopo non si limitava ad accompagnare questo viaggio, dovevo riuscire a far risaltare ogni parola, ogni silenzio, perché è sulle parole che sta la sua forza”.

Desiderio antico. Viaggio ad AuschwitzE IN FUTURO? – Sicuramente il viaggio di Giorgio non sarà l’unico per la Pubblica Assistenza di Parma, come ribadito più volte durante la serata di proiezione. Nel frattempo ‘Desiderio antico’ sarà divulgato alla città tramite incontri ad hoc, tra i giovani e anche mandato in onda prossimamente su Tv Parma.
Emma, nel suo piccolo, ha deciso di fondare un’associazione che combatta l’isolamento di chi soffre per malattie come quella da cui è affetto sua marito. Se da un lato, infatti, viene data assistenza sanitaria, dall’altro non si considera l’aspetto umano, l’assenza di vita sociale di chi, come Giorgio, è costretto a letto. “Occhi negli occhi, creare una rete sociale. Si chiamerà Cerbiatto Ribelle”, ci anticipa già.

Un nome che forse richiama propria la forza di non abbandonarsi alla malattia, come rispecchia Giorgio con quel sorriso che non ha perso. Alla domanda di Milano, se in futuro ritenterà un’altra impresa simile, suggerendo Hiroshima, Giorgio risponde sorridendo: “Eh, Hiroshima, magari! Ormai, tutto è possibile”.

 

di Giulia Giunta

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