Benvenuti a Sassuolo

P.S. SE AVETE BISOGNO DI BELLEZZA, ANDATE ALTROVE

PA152127Sulla carta, Sassuolo, piccolo comune della provincia di Modena, sembrerebbe avere tutto ciò che serve ai suoi circa 40.000 abitanti: tutto, eccetto cinema, teatri, svago, colori. Una marea di ceramiche che offrono lavoro, due stazioni (n.d.r. dall’efficienza discutibile) – una per Modena ed una per Reggio- ed un certo numero di supermercati e ipermercati.  A Sassuolo, quelli che sono stati definiti ‘palazzi-ghetto’, costruiti in un primo momento per dare spazio agli immigrati arrivati alla ricerca di lavoro, ma presto trasformatisi in luoghi di degrado e criminalità, stanno gomito a gomito con il Palazzo Ducale, fiore all’occhiello del centro cittadino. Tra i maggiori centri industriali dell’Emilia Romagna per quanto riguarda la produzione della ceramica e della piastrella, a partire dagli anni del boom economico, la città è stata meta di importanti flussi migratori; prima dalle campagne e dai vicini paesi di montagna, poi dal sud Italia e dal nord Africa. Per accogliere la popolazione, sempre più numerosa e ibrida, la periferia urbana ha subito un ampliamento esponenziale.

Chi arriva in città dalla tangenziale, viene accolto da un cartello stradale che dà il benvenuto in città (precedentemente recante la scritta ‘Sasól’, in dialetto, fortemente voluta dalla giunta di destra e, a distanza di anni, sostituita dall’opposizione). Poi, due imponenti supermercati e, appena più avanti, degli ecomostri di cemento, divenuti ormai – tristemente- simbolo della città. Si tratta di alcuni condomini di grandi dimensioni al centro di numerose polemiche, a causa di occupazioni e attività illecite svolte al loro interno.

Il più noto è il condominio ‘189’ di via Circonvallazione nord-est, detto anche ‘Condominio Alveare’: una serie di mini-appartamenti come celle che, nel corso degli anni, sono stati oggetto di diversi sgomberi. Un tentativo di riqualificazione della zona viene attuato ad aprile PA1521202008, attraverso l’inaugurazione, nei locali al piano terra del palazzone, di ‘Duplex’, un atelier che si propone di offrire spazi di condivisione e di migliorare le relazioni tra vicini attraverso l’arte e la cultura. Progetto di breve durata: nel gennaio 2009, a seguito della dichiarazione di inagibilità, avviene il primo sgombero del condominio e, anche lo spazio Duplex, chiude.

E l’integrazione, così, a Sassuolo, è stata messa in atto con lo sgombero e con la sistemazione degli abitanti dell’alveare in altri locali, in zone di Sassuolo distanti le une dalle altre. L’arte e la cultura, del resto, faticano a trovare spazi di diffusione nella città della ceramica, in cui non c’è nè un cinema nè un teatro. L’ultima sala rimasta in città è stata chiusa nel gennaio del 2012, tra promesse di riapertura e di trasformazione in multisala. Ad oggi, a sei anni di distanza, occorre spostarsi nelle cittadine limitrofe per avere il privilegio di guardare un film su un maxi-schermo o uno spettacolo teatrale. A Fiorano Modenese ad esempio, che di abitanti, però, ne ha circa 17000.
Forte è l’opposizione tra chi, non riuscendo a vedere altro che grigio, cemento, e capannoni abbandonati, chiede degli interventi per migliorare la città, dalla riqualificazione urbana all’offerta di iniziative per i giovani e chi, invece, si erge in difesa della città, della sua bellezza e storicità. Città il cui Palazzo Ducale era stato eletto a residenza estiva da parte della famiglia Estense. Luogo di indubbia bellezza, ospita sulle sue pareti alcuni degli affreschi più belli d’Italia. Il Palazzo è sicuramente una chicca, se non fosse che, a circa un chilometro di distanza, sorge un enorme ecomostro, simbolo anch’esso della Sassuolo che fu.cart

Si tratta dell‘ex discoteca Matrix (Goya), luogo di incontro per i giovani di tutta la provincia dagli anni Ottanta fino a metà degli anni ’90 quando, a causa delle ingenti spese di gestione, chiuse i battenti. PA152115
Il Matrix, che è separato dal Palazzo Ducale solo dal parco, versa ora in uno stato di degrado e abbandono, ed è divenuto luogo di spaccio e bivacco. Nonostante attualmente sia sigillato e risulti- apparentemente- impossibile accedervi, tutt’intorno la sporcizia regna sovrana: nei sottoscala e negli anfratti più nascosti si trovano materassi e coperte, segno evidente che il locale sia ormai diventato il rifugio di numerosi senzatetto. Ovunque, nel cortile e sulle scale, si rischia di inciampare su siringhe, cucchiaini e lattine bruciate, vetri rotti.
A Sassuolo, sono tanti i penultimi che si aggrappano alla memoria del tempo che fu. Al Matrix, nel cortile, c’è una scarpa col tacco rotta, che è lì da circa vent’anni; la musica, però, non c’è più. Al suo posto, i lamenti degli invisibili e il silenzio degli altri. Benvenuti a Sasól.

Di Stefania Piscitello

 

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