Furti ed effrazioni: così cambia la sicurezza dell’Ospedale Maggiore

I DIRIGENTI: "ABBIAMO FATTO TUTTO QUELLO CHE AVREMMO FATTO A CASA NOSTRA"

Parma, 3 marzo, Ospedale Maggiore: un ragazzo di 22 anni forza l’armadietto di una dottoressa, ruba la sua borsa e si impossessa della carta di credito. Il ladro è stato poi individuato grazie alle telecamere di una sala slot in cui era entrato per giocare. Ma non è questo il punto.

EPISODI PRECEDENTI – Il 22 e 23 agosto 2017 degli ignoti hanno rubato diversi computer tra palmari, tablet e portatili dal piano rialzato del padiglione Rasori. Il 1 ottobre dello stesso anno sono state segnalate addirittura due razzie: la prima, scoperta da un addetto dell’Ivri, ha interessato il padiglione Cattani, dove i malviventi hanno commesso un’intrusione al secondo piano, forzando le porte di alcuni ambulatori e locali; il secondo allarme è scattato alle 21, ora in cui i ladri si sono introdotti negli spogliatoi al piano terra dei reparti Oculistica e Maxillo facciale, forzando numerosi armadietti. L’8 gennaio di quest’anno, invece, è stato scoperto che qualcuno ha cercato di introdursi nei locali del direzionale di Oculistica e in due studi universitari di Otorinolaringoiatria. Il malvivente ha forzato le serrature e danneggiato le porte di accesso ma fortunatamente non sono stati rinvenuti oggetti sottratti. Penultimo episodio il 15 febbraio, quando un ladro ha minacciato e poi aggredito un’infermiera. Alla fine il malvivente, ragazzo di 20 anni, è stato arrestato.

Insomma, i furti avvenuti all’Ospedale Maggiore di Parma negli ultimi due anni sono vari per merce rubata, per autore del crimine e per zona di interesse dell’Ospedale. Questo dipende dal fatto che, come spiega Renato Maria Saviano, dirigente ingegnere dell’AUSL Parma “non c’è correlazione tra un furto e l’altro. Ci sono luoghi nei quali nel fine settimana c’è, diciamo, un abbassamento di guardia. Lì c’è stato qualche furto, anche abbastanza mirato, nel senso che hanno portato via delle attrezzature; come avvenuto nel 2016 nel reparto di gastroenterologia. In altri casi prendendo quello che trovavano di valore seguendo il loro punto di vista, magari lasciando qualcosa di estremo valore per rubarne una completamente senza. Non c’è assolutamente una correlazione“. Molti dei crimini, infatti, “sono opera del balordo che entra il sabato sera, spacca una porta, apre due cassetti e alla fine neanche ruba. Sono più episodi di vandalismo, comunque abbastanza circoscritto, che veri e propri furti “, spiegano dall’azienda.

LE CONTROMISURE DELL’OSPEDALE – In seguito a questi episodi e anche in corrispondenza con gli aggiornamenti della sicurezza già prefissati dall’Ospedale stesso, il sistema di controllo è stato incrementato e aggiornato a livello tecnico con un investimento di 200.000 euro. Nello specifico, per garantire maggior tutela a personale e apparecchiature entro la fine del 2018 “le telecamere che sorvegliano le aree esterne e i padiglioni saliranno a 100: alle 61 già presenti, di cui 18 al Pronto Soccorso che è il reparto più sensibile sotto il profilo della sicurezza, se ne aggiungeranno altre quaranta. Inoltre sono state attivate, in via sperimentale, telecamere mobili per sorvegliare aree considerate temporaneamente critiche e disincentivare comportamenti a rischio“, come spiega il comunicato stampa diramato lo scorso 8 marzo. Renato Saviano, a riguardo, aggiunge che “si sono analizzate le aree meritevoli dell’Ospedale che contenevano al loro

interno attrezzature di un certo valore e non erano presidiate di notte. Dopodiché si sono adottate le misure di impianto anti intrusione e videosorveglianza digitale con guardie pagate facenti turni di notte. La struttura, il padiglione o il reparto che viene abbandonato di notte da una certa ora, sarà dotato di una guardia che giri dentro la struttura che, con gli impianti anti intrusione, quando arriva un allarme sarà chiamato direttamente per l’infrazione”. Infatti, come puntualizza il comunicato stampa, “è stato raddoppiato il servizio di vigilanza delle guardie giurate nell’area ospedaliera con un presidio permanente del Pronto Soccorso – zona nevralgica perché sempre aperta al pubblico – dove è presente, giorno e notte, un vigilante”.

RISCHI? – Non ci sono certezze su questioni di questo tipo ma, come afferma Renato Saviano: “Con questo impianto che abbiamo organizzato siamo più tutelati rispetto a prima. Non escludo che possa ricapitare ma abbiamo fatto tutto quello che faremmo a casa nostra: mettere un impianto anti intrusione, con una guardia che gira all’interno dell’ospedale che viene avvisata immediatamente se succede qualcosa. Gli impianti esistono per proteggere, poi se esiste qualcuno che ha le capacità tecniche per aggirarli, non posso dare la sicurezza. Un po’ come per la macchina e il sistema immobilazer – sistema di antifurto elettronico -, tu lo metti, la macchina poi possono rubarla lo stesso. Ritengo comunque che ora ci sia maggior tutela e sicurezza”.

La questione della sicurezza non riguarda soltanto il materiale tecnico e di valore contenuto negli edifici. La sicurezza, come aggiungono dall’ufficio stampa dell’azienda “è anche uno stato; per esempio, a volte basta un piccolo servizio, come un pulsante – con il quale mettersi in contatto diretto con la sorveglianza – per far sì che ci sia una percezione di maggiore sicurezza, perchè la sicurezza è anche uno status mentale”.

 

di Mattia Celio e Giulia Moro

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*