Anche la Terra ha diritti! Verso una Legge contro i crimini ambientali

A LEZIONE DI DIRITTO AMBIENTALE INTERNAZIONALE CON L'ECOLOGA LAURA WESTRA ALL'UNIPR

Non sono un avvocato, quindi non vi spiegherò come fare una causa. Ma vi spiegherò il perché farla”. Così Laura Westra ha introdotto il ciclo di lezioni in inglese dal titolo ‘Human Rights and  Environmental Law’, per i diversamente anglofoni, ‘Diritti umani e Legge ambientale‘. Un corso di quattro giornate all’Università di Parma durante il quale la professoressa ed ecologa Westra ha messo a fuoco i maggiori rischi ambientali per il pianeta, con una vera e propria carrellata di date e accordi, ma soprattutto svelando i maggiori responsabili della crisi ecologica: le multinazionali.

UN PASSO INDIETRO – Ma cosa s’intende esattamente quando si parla di diritti internazionali ambientali? Il termine, che in effetti è abbastanza nebuloso, si riferisce in generale all’insieme di regolamentazioni volte a ridurre l’impatto negativo che l’agire umano ha sul pianeta, con lo scopo di proteggere e preservare l’ambiente. I primi accordi risalgono alla fine dell’Ottocento, quando gli stati colonizzatori stabilirono le prime riserve, nelle terre colonizzate, per la salvaguardia delle specie cacciate. La grande sfida degli ambientalisti, ad oggi, si gioca tuttora sul tentativo di cancellare questa visione antropocentrica, concentrata sui bisogni prevalentemente economici dell’uomo. Preferibilmente bianco e ricco. L’obiettivo, invece, è quello di arrivare ad una politica ambientale eco-centrica, basata sull’importanza della Natura quale elemento a sé stante e soggetto avente diritti. Tra questi, il diritto alla vita. Possibilmente, il più sana possibile.

NON SOLO CAMBIAMENTO CLIMATICO – Triestina di nascita, Laura Westra conosce bene l’Italia: rimasta in Veneto fino ai 17 anni, si è trasferita prima in America e poi in Canada per proseguire gli studi. Oggi è professoressa emerita in Filosofia all’Università di Windsor, dottore di ricerca in Legge presso l’Osgoode Hall Law School e professore aggregato in Scienze sociali presso la York University di Toronto. Spesso, però, tornando nel nostro Paese non può fare a meno di notare quanto sia cambiato negli ultimi vent’anni, dalla politica ai modi di fare della popolazione. Ma il cambiamento più grosso dell’Italia che la professoressa sottolinea è quello nel clima, dal Salento che si blocca per la neve al clima parmigiano, che non è più “quello di una volta”. Il cambiamento climatico è uno degli ‘argomenti verdi’ più discussi sui media italiani, se non l’unico. Questo perchè è un fenomeno talmente globale e interconnesso da non poter riuscire a puntare il dito: siamo tutti colpevoli e innocenti allo stesso tempo. Ma, come ricorda la professoressa Westra, non è sempre così: “Fenomeni quali fracking, land grabbing o lo sversamento di tossine nell’aria, sono legati a nomi e cognomi ben precisi. Si sa […]. Solo che ti fregano con le parole: nei documenti dicono che ‘molto probabilmente’ il glifosato è cancerogeno. Ci avvelenano, ma la passano liscia perché sanno giocare bene con le parole”.

L’INFLUENZA DEI BIG PLAYER – Parlare di diritto ambientale internazionale non è semplice. Un po’ perché bisogna conoscere più materie: la stessa Westra, non a caso, è plurilaureata in filosofia e legge. Ma, oltre agli aspetti tecnici, vi sono anche casi in cui l’argomento si considera tabù perché si ha paura ad esporsi. Così racconta la professoressa le difficoltà per la pubblicazione del suo ultimo libro, ‘On Hunger’: “Avevo firmato il contratto ad aprile con questa casa editrice inglese famosa […], avevano fatto anche la campagna promozionale. A novembre mi hanno detto che il libro non poteva uscire: avevano paura della Monsanto”. La Monsanto Company è la multinazionale per eccellenza di biotecnologie agrarie, con un fatturato di circa 20 miliardi di dollari nel 2017. Compagnie tali – come sottolinea la professoressa – hanno dalla loro parte soldi e avvocati di prim’ordine, capaci di intentare cause milionarie per insabbiare eventuali loro responsabilità verso l’inquinamento ambientale globale. “Il problema più grande è che, da un punto di vista legale, tutto quello che le multinazionali fanno non può essere considerato un crimine – spiega -. Prendiamo il caso dell’avvelenamento dell’ex spia: una nazione, la Russia, viene accusata di avere avvelenato due persone, tra l’altro per un breve periodo di tempo e senza nessuna prova. Perchè quello è un crimine mentre quello della Monsanto no? Eppure avvelena ogni giorno milioni di persone, e questo è un dato di fatto!”

SPERANZE FUTURE – Gli accordi internazionali attuali, tra cui il famoso Protocollo di Kyoto, hanno essenzialmente poco valore, sostiene l’ecologa: la loro violazione non comporta nessuna forma di punizione. Tuttavia sono delle linee guida fondamentali per gli ordinamenti nazionali e sovranazionali che, a loro volta, col tempo adottano legislazioni ispirate ai principi di tali accordi. Tra i documenti recenti più importanti, la dichiarazione del 2016 dell’Ufficio del procuratore della Corte dei crimini internazionale, in cui si parla per la prima volta di diritti ambientali. Questa dichiarazione potrebbe collegare i diritti ambientali ai diritti umani, permettendo la costruzione della legislazione necessaria affinché, in futuro non troppo lontano, si parli di crimini ambientali, al momento di fatto non perseguibili dalla Corte Penale Internazionale data la carenza di leggi specifiche.
In attesa di questi passi avanti, l’unico consiglio che suggerisce Westra è agire come singoli, protestare. “Lo stanno facendo adesso in America ragazzini molto più giovani di voi”, esorta rivolgendosi agli studenti. Come a dire: il primo cambiamento deve partire dalla coscienza e dall’attivismo di ognuno di noi.  

 

di Gloria Falorni

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