Mister D’Aversa: “Parma scelta facile, ma non avrei immaginato di essere qui”

"OBIETTIVO PERMANENZA IN SERIE A, FIDUCIOSO PER IL MERCATO"

I miracoli sportivi hanno la capacità di coinvolgere ed emozionare chiunque, anche chi non è tifoso. E in fondo, in questi anni, siamo stati tutti un po’ tifosi del Parma. Club storico del calcio italiano,  declassato da un fallimento inatteso, umiliato dalla gestione di delinquenti e ciarlatani, il Parma ha impiegato appena tre anni a tornare nella massima categoria. Protagonista assoluto di questa storia è Roberto D’Aversa, che riceve l’incarico di allenatore quando il Parma si trovava ottavo nel girone B di Lega Pro. Accolto dallo scetticismo di chi avrebbe preferito l’esperienza all’ambizione, il mister ha impiegato poco tempo per far ricredere chi lo screditava. Neanche un anno fa, il Parma batteva i grigi dell’Alessandria e veniva promosso tra in Serie B. Il 18 maggio di quest’anno, le strade della città si sono nuovamente colorate di gialloblù. Con la vittoria sullo Spezia  e il pareggio del Frosinone, il Parma è tornato in Serie A, portando a termine l’impresa delle tre promozioni consecutive. “Come noi, nessuno mai”, le magliette indossate dai giocatori durante la festa promozione provavano a rendere l’idea dell’obiettivo raggiunto. Una stagione lunga e difficile, affrontata da grande squadra da parte di un gruppo che “nei momenti di difficoltà, si è sempre ricompattato”.

D’Aversa è già stato riconfermato per la prossima stagione, una sfida impegnativa per un allenatore giovane e ambizioso, con la voglia di dimostrare al mondo del calcio che il posto del Parma è in Serie A.

Mister innanzitutto complimenti per questa stagione, conclusa con la promozione diretta in Serie A. Quanto avrebbe scommesso su un risultato del genere ad inizio campionato?

“Quando inizia la stagione, indipendentemente dall’obiettivo che ti pone la società, in base ai propri programmi e  al collettivo della squadra, uno cerca sempre di ottenere il massimo.  Quest’anno il  campionato è stato molto difficile, c’erano squadre come  il Palermo e il Pescara che l’anno scorso erano in Serie A e che avevano mantenuto l’ossatura della stagione precedente; l’obiettivo iniziale erano i playoff. Dico la verità: ad inizio campionato non potevo immaginarmi un risultato del genere, ma posso garantire che sotto l’aspetto del lavoro abbiamo dato il massimo. Una componente importante nella vita è anche la fortuna, che ci ha assistiti in particolar modo nell’ultima giornata di campionato. La fortuna ha premiato un gruppo che in tutte le difficoltà  che ha avuto quest’anno ha sempre fatto il meglio possibile, meritandosi la possibilità di giocarsi questo importante obiettivo.”

Lei ha ricevuto l’incarico nel dicembre 2016, quando il Parma attraversava  un momento difficile in Lega Pro. Cosa l’ha portata a prendere questa scelta?

“Quando sono andato a vedere Ancona-Parma (giocata il 26 novembre 2016, risultato di 2-1 per i marchigiani, ndr), cercando di non farmi notare, ho visto alcuni aspetti negativi: una squadra impaurita, che non giocava in maniera serena, magari ancora scossa dall’esonero dell’allenatore Apololloni con cui aveva vinto il campionato di Serie D.  Ho visto però anche le qualità del gruppo. Ho iniziato a studiare la rosa e  mi sono fissato come obiettivo di dare qualcosa di importante ad un gruppo in cui militavano giocatori importanti come Evacuo, Calaiò o lo stesso Lucarelli. Certo però che quando ho ottenuto l’incarico con la squadra all’ottava posizione della Lega Pro, mai avrei immaginato di arrivare fin qui. Credo sia stato merito un po’ di tutti e chiaramente questa scelta alla fine è risultata la migliore.  Nonostante la mia carriera da calciatore non sia stata esaltante (ride) un pizzico di fortuna o il fato, stavolta mi hanno aiutato.”

Il Parma torna in Serie A e, come l’anno scorso, i tifosi scendono per strada e tutta la città si colora di gialloblù. Cosa rappresenta questa piazza per lei?

“Quando  sono venuto a parlare con la proprietà non ho considerato la categoria in cui si trovava la squadra. Il Parma non si può considerare nel campionato di Serie D, né in lega pro e neanche in Serie B. Il futuro di questa piazza, di questa città , di questo club e di questa tifoseria deve essere la Serie A. E’ impossibile trovare 10.000 abbonati nel campionato di Serie D. Un numero così si  fatica a trovarlo anche in Serie A.  Per me è stata una scelta facile, data la storia di questa società, non ho mai pensato  di venire a Parma per rimanere nella categoria in cui l’ho trovata. Sapevo di venire ad allenare un grande club, una grande società in una città bellissima perché Parma è una città dove si sta fin troppo bene. Non ho mai avuto dubbi sulla mia scelta e,  anche se le tempistiche sono state abbastanza veloci, forse precoci, la squadra era destinata a tornare nella categoria che le compete, quella della Serie A.”

Come in ogni favola sportiva anche questa stagione ha vissuto dei momenti più difficili. Per esempio il filotto di sconfitte di febbraio e la conseguente contestazione. Qual è stata la svolta per proseguire la stagione e portarla a termine in questo modo?

“Una componente importante di questo gruppo è che nei momenti di difficoltà si è sempre ricompattato. Inoltre non si trattava esclusivamente di nostre responsabilità; sin da inizio stagione abbiamo avuto una problematica di infortuni non comuni nel contesto di una squadra. Ci sono venuti a mancare dei giocatori importanti, mi vengono in mente Ceravolo, Ciciretti, Siligardi. Nella parte finale del campionato ad un certo punto avevamo perso sia Lucarelli che Munari. Sotto questo aspetto non siamo stati fortunati. Noi comunque siamo stati bravi a rimanere equilibrati. Altre difficoltà erano dovute al rapido salto di categoria, quando la squadra cambia molto è normale. Il campionato di Serie D è stato vinto  a mani basse con mister Apolloni, senza mai perdere.  Dopo però le categorie cambiano e  le difficoltà aumentano soprattutto cercando di colmare il gap con le altre squadre più pronte. Detto ciò, a parte la partita di Empoli (giocata il 17 febbraio, 4-0 per i toscani, ndr), ha fatto tutto parte di un percorso di crescita. Il campionato di serie b è imprevedibile, puoi vincere con squadre più forti oppure perdere contro chi sulla carta è inferiore.”

Quali sono gli obiettivi del Parma per la prossima stagione?

Gli obiettivi sono posti dalla società in base al proprio budget, in base a quello che vuol fare.  Credo che in questo momento, l’unica cosa a cui dobbiamo pensare è preservare la categoria; anche perché ultimamente quelle squadre che riescono a salire in Serie A, spesso e volentieri fanno fatica e retrocedono; quest’anno si è salvata la Spal ma delle neopromosse due su tre sono tornate tra i cadetti. Abbiamo fatto molto ma c’è sempre la possibilità di migliorarsi, parlo di tutti, di me in primis, come allenatore, poi come staff, come giocatori, c’è sempre l’obiettivo di non sentirsi mai appagati. La Serie A è una categoria che ti permette di sbagliare poco.”

Come dovrebbe intervenire la società per preparare la squadra per la prossima stagione?

“Questo è un discorso che affronteremo con il direttore in base a quello che gli dirà la società. Io posso dare delle direttive sotto l’aspetto tecnico,  sulle qualità dei giocatori di cui ho bisogno per proporre un certo tipo di gioco, poi starà anche al direttore e alla società operare in sede di mercato. Tra gennaio dell’anno scorso, il mercato estivo e il gennaio di quest’anno si sono  comportati bene, quindi sotto quell’aspetto sono abbastanza fiducioso. Credo di avere alle spalle una società sana, di principi, che ragiona in maniera equilibrata ma anche ambiziosa. E’ una società giovane che ha voglia di crescere e di migliorarsi. Lo dimostra la scelta dell’allenatore, hanno avuto la possibilità di scegliere  allenatori molto più affermati, invece hanno investito su un allenatore giovane per cercare di crescere insieme e raggiungere grandi obiettivi.”

 

Di Paolo Scarrone

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