Mercato d’arte: quanto è florido a Parma?

VIAGGIO TRA GALLERIE, GUSTI DEL PUBLICO E ARTISTI PIU' QUOTATI

Dallo scorso 5 ottobre la notizia ha fatto il giro del mondo: l’opera di Bansky Bambina con palloncino autodistrutta subito dopo essere stata venduta per 1,2 milioni di euro all’asta di opere d’arte tenutasi da Sotheby’s a Londra. C’è chi ha parlato di trovata pubblicitaria, chi di protesta dell’artista contro la commercializzazione della sua arte, in ogni caso il gesto di Bansky ha riacceso i riflettori sul mondo dell’arte e del suo mercato che può valere, come in questo caso, milioni di euro.

Ma non è solo una questione puramente economica. “L’arte vera’ non è tanto quantificabile in denaro, alle volte può costare anche meno di quello che si pensi. L’arricchimento sul piano personale che l’acquisto di opere di arte permette, invece, è davvero incommensurabile.” Con queste parole Cristian Valenti, in passato gallerista e oggi consulente del settore, getta luce su un aspetto non secondario: il mercato dell’arte ha una sua anima, un valore che va oltre il giro economico che vi ruota attorno o il semplice prezzo dell’opera. Ma qual è la realtà del settore a Parma? Quali gli interessi degli operatori, i gusti e il pubblico? Lo abbiamo chiesto a diverse figure esperte, autori compresi.

L’ARTISTA – ”Un mercato d’arte qui esiste – sostiene il pittore parmigiano Andrea Terenziani –  purtroppo però i galleristi tendono ancora a comprare opere storiche, di artisti deceduti, piuttosto che optare per opere contemporanee: probabilmente si è ancora attaccati ai nomi noti dei pittori passati. Ultimamente ho notato un incremento di interesse da parte dei galleristi ed anche il pubblico sembra essere più interessato alla pittura in generale. Sono per lo più persone oltre la quarantina ad acquistare”.

I GALLERISTI –  Chi lavora da professionista nel settore spesso vi è giunto partendo da una passione personale. “Da collezionista sono diventato un mercante – racconta Davide Gherardi, proprietario della Galleria d’Arte Gherardi -. Una grande passione per la pittura italiana dell’Ottocento mi ha portato ad aprire la mia galleria circa quindici anni fa”. Secondo la sua esperienza, il mercato locale predilige autori nati a Parma o che vi hanno lavorato, come ad esempio, per l’Ottocento, l’orientalista Pasini e i paesaggisti Carmignani, padre e figlio, mentre per il Novecento Bocchi. “Il profilo dell’acquirente medio   prosegue Gherardi – è trasversale, ma purtroppo non giovanissimo, in genere si parte dai quarantanni e tendenzialmente chi acquista arte lo fa per avere in casa un’opera da guardare tutti i giorni. Io mi auguro che la mia galleria resti un punto d’incontro per appassionati e che sia una saracinesca, sempre aperta, in una città che ha molto bisogno di aggregazione e di bello”.

Tra chi cerca di rinnovare l’offerta delle opere c’è la galleria Art&Co. “Noi cerchiamo di dare un taglio contemporaneo alla nostra galleria, proponendo arte anche a un target giovane”, racconta la responsabile Alice Pezzali. La galleria, tuttavia, non vuole essere un semplice spazio dove si entra e si acquista la ‘merce’, ma un centro di divulgazione, un luogo di incontro, per collezionisti e non, perchè “comprare un’opera d’arte è un arricchimento personale e per questo le nostre mostre sono sempre presentate e viene sempre fatto un gran lavoro di curatela”.
Passando a parlare di numeri, i prezzi delle opere possono variare dai 1.500 ai 2.000 euro per gli artisti più giovani, fino ad arrivare a 100.000 euro per quelli più quotati. Gli artisti maggiormente richiesti variano in base alla fascia d’età. “Noi su Parma abbiamo sempre venduto molto bene artisti parmigiani, come Andrea Terenziani e Orior Silvani; dall’altra parte la nostra idea è quella di proporre artisti contemporanei”, prosegue Alice che rileva una peculiarità degli acquirenti locali: “i parmigiani comprano artisti che piacciono, generalmente non comprano per speculazione: questo è quanto di più soddisfacente ci può essere per chi fa il mio lavoro”.

IL CONSULENTE –  Parma non ospita aste fisse di importanza nazionale (come Milano), per questo la vendita avviene, in genere, tra privati. Nonostante ciò la città “mantiene la sua importanza a livello europeo grazie alla fiera Mercanteinfiera, mostra di antiquariato che attrae collezionisti da tutta Europa”, fa notare ancora Valenti. Si tratta di un settore per certi casi più accessibile. Le stampe antiche, ad esempio, possono andare dai 20 euro fino ai 2.000, come riferisce Guido Soncini, del noto negozio di stampe Oliva, raccontando anche di un target di acquirenti più variegato per età: dai venti fino ai settant’anni.
“Forse – continua Valenti – il fatto che Parma sia proiettata principalmente nel settore dell’antiquariato non favorisce la nascita di gallerie di arte contemporanea e l’affermazione di giovani artisti emergenti”. Diverso il discorso per realtà metropolitane di tutt’altra portata, come ad esempio Londra, dove Valenti ha lavorato per una casa d’aste, o Milano, dove adesso svolge attività di consulente. “Nonostante ciò – aggiunge – non mancano iniziative di collezionisti privati che cercano di animare questo tipo di settore. Sicuramente la propensione al rischio che richiede il collezionismo, di arte contemporanea in particolare, è influenzata negativamente dall’incertezza economica e politica che caratterizza questo periodo storico. Oggigiorno, allargando il discorso su scala nazionale, nonostante la quantità di acquirenti sia diminuita, la presenza di spettatori e interessati a questo mondo è decisamente aumentata. La motivazione di questo passaggio degli appassionati di arte da attori a soggetti passivi del mercato è dovuto ad un aumento dei prezzi delle opere, ma anche – conclude – ad una disinformazione diffusa legata a questo settore”.

 

di Laura Ghidotti, Annachiara Magenta e Marco Rossi

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